Samanta

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Ma che mi prende? Non sono mai stata così sgarbata.
Ormai è andata ...
Da vicino è ancora più bella.
I suoi occhi sono scuri come i suoi capelli, e ha una pelle pallida, è davvero perfetta.
'Anche tu non sei niente male Sum'.
Penso per convincermi.
Mando un messaggio ad Evan raccontandogli l'accaduto, e lui mi suggerisce subito di andare a scusarmi.
Sul mio piano, c'erano due porte, oltre la mia, una era della signora ladra di gatti, e l'altra, adesso apparteneva a Samanta.
Mi convinsi.
Aprii la porta e andai a bussare alla sua.
"Summer."
Dice sorridendo.
Cavolo, ma perché è così adorabile.
"Senti scusami, ciao."
Dico impacciata, voltandomi subito.
"Aspetta."
Dice lei appoggiandomi la mano sulla spalla.
"Perché non entri? C'è un po' di disordine per via del trasloco, ma non importa, beviamo qualcosa."
Alzo gli occhi al cielo mentre sono ancora girata.
Dannazione, come faccio a rifiutare?
"D'accordo."
Entro lentamente, studiando tutti i particolari di quella casa.
"Lì c'è la camera da letto."
Dice lei indicandomela dal salottino.
'Si, dove ci porterai Marco.'
"Vieni siediti."
Mi accomodo sulla sedia e lei si mette di fronte a me, dopo aver appoggiato due tazze di THE caldo sul tavolo.
Sarà avvelenato.
'Smettila Summer.'
"Allora, Marco mi ha detto che risolvi crimini."
Cavolo, non ha meglio di cui parlare?
"Si ora non sto più andando al lavoro. Penso di essere stata licenziata, ho delle lettere che non ho ancora aperto, ma, il mio superiore è sparito quindi, suppongo sia così."
Le spiego un po' imbarazzata.
"Mi dispiace, come mai non ti sei più presentata?"
Mi chiede.
E ora che dico? Lei saprà di Charlie? No ovvio che no, lei è al sicuro.
"Quando ho tirato fuori Marco dalla prigione, le cose si sono complicate, quindi, per il troppo stress, ho lasciato."
Dissi io, il che era quasi vero.
"Pensavo fosse per via di..."
Lei si bloccò assumendo un'espressione di disagio, come se si fosse appena pentita di aver detto quelle parole.
"Per via di?"
Chiedo io.
"Per via di Marco. Perché volevi passare più tempo per lui."
Certo, pensa che io sia scema? Lei sa di Charlie. Ne sono certa.
"È strano che parli con me, insomma, sono la ex ragazza del tuo attuale ragazzo."
Lei sorride timida.
"Sono una persona con la mente molto aperta."
Già, ma io no, e sono qui solo per indagare su di te brutta...
"Oh dimenticavo..."
Dice lei interrompendo i miei pensieri poco carini.
"... Ho anche dei biscotti."
"No grazie, non preoccuparti, anzi ora meglio che vada."
Lei mi prende la mano per trattenermi.
"No aspetta, parliamo ancora un po'."
Sbuffo.
Cosa vuole da me?
"Hai il ragazzo?"
Chiede, come se fossimo appena diventate amiche di scuola.
"No, a differenza di Marco, a me viene difficile andare a letto con un altro al momento."
Merda.
Ma perché non penso prima di parlare?
"Mi dispiace, mi dispiace tantissimo, non era un offesa contro di te."
Lei fa spallucce.
"Posso capire non preoccuparti."
D'accordo, ora mi sta davvero sui nervi. Come si fa ad odiare una persona del genere.
"Mi hanno detto che Marco fa un concerto, sabato."
Lei sorride.
"Si, finalmente in uno stadio, sarà pieno di gente, ce ne sarà davvero tanta."
Dice marcando in modo strano la frase.
"Tu ci andrai, ovviamente."
Affermai io.
"Si, ma sarò nel backstage chiamiamolo così."
Certo, lei dietro il palco, e io in mezzo a tutta quella folla urlante.
"Tu ci vai?"
Chiede.
"Si, ho già preso i biglietti."
Lei spalanca gli occhi.
"Forse non è una buona idea."
Dice lei sorprendendomi.
"Perché no?"
Chiedo.
"Insomma, magari starai male, siccome..."
Io feci spallucce.
"Accompagno solo un amico, non mi importa di Marco e le sue canzoni."
Dico io, mentendo.
Mi importava eccome.
"Ora è meglio se te ne vai."
Mi venne da ridere. È impazzita?
"Mi stai cacciando?"
Chiedo.
"Ho tante cose da sbrigare..."
Dice mentre si alza e si avvicina alla porta.
"... Forza."
Disse girando la maniglia per farmi capire che dovevo andarmene.
"Sei strana, Samanta, ma prima di andare...."
La sua espressione si deve preoccupata.
"Ti ringrazio per il the."
Dico sorridendo soddisfatta.
Dopo di che, esco e rientro nel mio appartamento.
Prendo subito in mano il telefono per chiamare Evan.
"Cosa vuoi?"
"Evan. Non puoi capire, ho appena avuto una lunga conversazione con Samanta, sono certa che lei sappia di Charlie, quando le ho detto che saremmo andati al concerto, sembrava terrorizzata!"
Dico tutto d'un fiato.
"O forse non vuoi accettare il fatto che Marco si sia fidanzato davvero."
Alzo gli occhi al cielo.
"Smettila di dire quelle parole orrende."
"Buona giornata da gattara, Summer."
Non ho più nemmeno il gatto ormai.
"Ciao Evan."
Dico prima di attaccare.

[...]

Passarono altri giorni, la mattina dopo saremmo partiti per prendere i posti davanti al concerto, avevo già preparato tutto.
Evan doveva solo ricordarsi i biglietti.
Ma prima di sprofondare nelle coperte, dovevo fare una cosa importante.

Ero lì, immobile con un orecchio appoggiato alla porta di Samanta.
Si, questa è una cosa importante.
Avevo aspettato circa un'ora prima di sentire il suo telefono squillare dall'esterno, ero sicura che qualcuno avrebbe chiamato il giorno prima del concerto, e quel qualcuno era proprio Marco.
"Marco."
...
"Si. Verrà."
...
"Perché ti importa saperlo?"
...
"Sarò in macchina con te domani?"
...
"Va bene allora aspetterò Marta."
...
"È una canzone nuova?"
...
"Vedrai che andrà tutto bene."
...
"Oggi era tranquilla, penso mi abbia insultata con del sarcasmo ma, posso capire."
...
"Si sta bene."
...
"Come sei romantico!"
...
"Va bene, a domani, e non preoccuparti, te la caverai benissimo. Buonanotte."
...
Sentii il rumore tel telefonino che veniva appoggiato sul tavolo.
Nessun accenno a Charlie...
Però ha chiesto di me.
Pensai arrossendo.
Però sta con lei...

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora