ANONIMO.

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Presa dai sensi di colpa provai subito a contattare Marco.
Stranamente mi rispose, dopo solo un tentativo.
"Dove sei?"
Chiesi.
"Sto andando dal mio capo, perché?"
Presi un grosso respiro.
"Mi dispiace per quello che ho detto."
Tutto qui?
"Non provavo niente, mentre ti vedevo pregarmi di aiutarti, non sentivo nulla. Ti avrei guardata morire se me lo avessero ordinato."
Non dissi niente.
"Ho guardato te, mentre cercavi invano di non lasciar morire Samanta, dopo che mi ha tirato fuori di lì."
Ancora silenzio.
"Se mi avessero chiesto di ucciderti per salvarmi la vita, lo avrei fatto."
Sentivo un magone in gola ma non era ancora il momento per lasciarmi andare.
"Ma non mi hai chiesto cosa ho provato dopo, quando era finito l'effetto della droga. Non mi hai chiesto niente, mi hai puntato il dito addosso, come se fosse colpa mia. Non era questo il mio piano."
Aveva ragione.
"Charlie ha detto che al posto tuo, io ti avrei salvato."
Confessai.
"Charlie ha anche detto che ha modificato la droga potenziandola perche quella che spacciava prima non era abbastanza forte."
Ribatte lui.
Aveva ragione, di nuovo.
"Quando mi sono svegliato questa mattina, ti ho guardata e ho odiato me stesso per aver permesso ad una sostanza di rischiare la tua vita. Mi sono odiato per aver lasciato morire Samanta, non potrò mai chiederle 'scusa'. Mi hanno minacciato, sequestrato, drogato e rubato la libertà di scegliere. Scegliere di salvarti, di proteggere Samanta, di provare qualcosa."
Disse tra una pausa e un'altra. La sua voce era calma, e io mi sentivo sempre peggio.
"Siamo troppo distrutti per poter pretendere di essere amati. Come faccio ad amarti se non ho le forze per riuscirci?!"
Era un argomento delicato e ormai superato, ma tra me e Marco c'era sempre stato qualcosa, anche quando non ci vedevamo.
Così, presa dal panico gli chiesi:"Stai dicendo che non mi ami? Non puoi e non vuoi amarmi?"
Chiesi.
Aspettai quella risposta con tutta l'ansia che potevo avere.
Strinsi forte il telefono tra le dita.
"No Summer, pensavo di amarti, ma mi sono accorto che ci stiamo solo convincendo che sia così."
Fu questa la sua risposta.
"Ma io non mi convinco che sia così, per me è così e basta, è quello che provo."
Ribatto io cercando di non piangere.
"Ci sono cose più importanti a cui devo pensare, e mi dispiace dirti che tu non sei fra queste."

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Where stories live. Discover now