PERDERSI

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"Non aprire."
Dice Marco bisbigliando.
Mi avvicino al citofono.
"Chi è ?"
Chiedo.
"Sono Evan!"
Sento e esclamare.
Sentii un sollievo al cuore.
E solo in quel momento mi accorsi che avevo i nervi davvero troppo tesi.
Schiacciai il bottone per aprire il portone.

"Summer!"
Disse mentre mi avvolgeva fra le sue braccia, al che io trattenni un verso di sofferenza per via delle bruciature.
"Sei pazza? Nemmeno una telefonata. Ho pensato il peggio."
'Se non fosse stato per Samanta non sarei qui.'
"Ciao Marco."
Dice appena si accorge di lui alle mie spalle.
"Evan."
Rispose lui con un cenno della mano.
"Samanta?"
Chiede, notando la sua assenza.
"Samanta è morta."
Risponde Marco.
Io abbasso lo sguardo. Quell'immagine di lei, in ginocchio, è così vivida nella mia testa. Come se stesse succedendo in questo istante.
"Mi dispiace ragazzi..."
Risponde Evan un po' a disagio.
Ma li, capii.
Samanta era morta, dopo che è entrata a prelevarci per portarci via.
"Come ha fatto?"
Chiesi a Marco.
"Io non ricordo molto, ero ancora intontita, ma tu ricordi tutto, avete avuto problemi a raggiungere la jeep? Come ti ha liberato?"
Chiesi ansiosa.
Evan si mise seduto su una delle sedie attorno al tavolo, cercando di capire cosa fosse successo ieri notte.
"Io ero in una stanza d'ufficio, ma ero solo, lei mi ha preso la mano e semplicemente mi ha portato fino alla jeep, senza alcuna complicazione, le scale erano subito davanti a noi, la porta era nel corridoio, credo fossimo all'ultimo piano."
Disse lui, senza dubitare di nessun ricordo.
Era come se non fosse mai stato drogato.
"Qualcosa non va. Insomma, perché non vi hanno fermati?"
Lui fece spallucce.
"Non c'era nessuno su quel piano."
I cecchini al terzo piano non avrebbero mai visto Samanta sotto quegli alberi altissimi.
E il proiettile era troppo preciso per non aver escogitato qualcosa prima.
Non sparavano dalla finestra.
"Erano nel bosco, è da lì che hanno sparato a Samanta."
"Questo cosa prova?"
Chiese Marco.
"Che loro volevano lasciarci andare, facendoci capire che nessun uomo armato ci avrebbe tenuto prigionieri. Ma perché uccidere Samanta ?"
Chiesi perplessa a me stessa.
"Forse volevano farvi capire che stavate scappando solo perché erano loro a permetterlo"
Dice Evan.
Scorretto. Lo avremmo comunque capito, sapevamo di essere nel covo nemico.
"Mi stai nascondendo qualcosa."
Accuso Marco.
"Perché dovrei nasconderti qualcosa? Sono la vittima anche io."
Si difende lui.
"Forse sapevi che saremmo arrivate, lo sapevano anche loro giusto? Hanno preparato quella trappola per me."
Dissi puntandogli il dito contro.
"Summer forse sei solo sconvolta."
Si intromette Evan.
"Pensi davvero che avrei lasciato morire Samanta?"
Chiese.
"Hai lasciato che rischiassi di morire, quindi Sí."
Lui alza gli occhi al cielo.
"Non ero in me, fino ad un attimo fa non mi stavi incolpando."
Disse.
"Invece adesso lo faccio, perché è quello che penso. Mi hai tenuta all'oscuro di tutto, questo era il vostro piano fin dall'inizio, il tuo e di Samanta, ma non sapevi sarei stata coinvolta. Giusto?"
Lui fa spallucce.
"Questo cosa c'entra?"
Chiese.
"Significa che della vita di Samanta non te ne importava niente."
Risposi.
"Lei aveva una missione da fare, e l'ha compiuta."
Strinsi i pugni.
"Morendo!"
Urlai.
"Cosa vuoi che dica? Mi dispiace che quel proiettile non abbia preso me?!"
Ribatte lui alzando la voce.
"Sarebbe un opzione!"
Appena pronunciai quelle parole lui corrugò la fronte.
"Avresti preferito morissi io, solo perché sotto effetto di droga ti ho lasciata lì? Lo avresti fatto anche tu."
Scossi la testa.
"No, non lo avrei mai fatto, e Charlie lo sapeva, Samanta mi ha salvato la vita perché sei tu che l'hai messa in pericolo."
Dico con voce ferma e decisa.
Sarebbe dovuto morire lui.
Lui ha creato tutto questo casino.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora