NUOVI INDIZI

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Non ero sicura di essere pronta per un nuovo caso ma, non avevo nessun contatto che mi fornisse prove contro Charlie, e forse se mi fossi concentrata su quella di Evan, sarei riuscita a valutare più possibilità e più piste per riuscire ad arrestare un colpevole.
Passarono due giorni prima che mi convincessi a chiamare Evan.
L'unica cosa che al momento mi rendeva serena, era quel biglietto giallo ben custodito nel mio cassetto.

"Sono l'investigatrice Summer, mi è stato affidato un caso che la riguarda, stiamo parlando attraverso una linea protetta, lei è Evan?"
Dissi stringendo il mio secondo cellulare esclusivo per il lavoro.
"Salve, si sono Evan."
Non volevo diplomazia o distacco con lui, dovevo essere più sciolta, se volevo metterlo a suo agio.
"Ci possiamo incontrare da qualche parte?"
Chiesi.
"Certo, se lei è disponibile anche questo pomeriggio."
Sembrava disposto a parlare e a volersi togliere dai guai.
"D'accordo, alle 14.00, si segni il mio indirizzo."
Lo sentii frugare da qualche parte in cerca di una penna e poi dettai.
Riagganciammo e impaziente aspettai il suo arrivo.

[...]

Sentii il campanello suonare.
"Chi è ?"
Chiesi.
"Evan."
"Primo piano, seconda porta a destra."
Risposi. Poi aprii.
Avevo già aperto la porta di casa, in modo tale che mi vedesse.
I suoi occhi grigi incrociarono i miei e gli spuntò un sorriso timido, mentre con la mano si tirava indietro il ciuffo scuro.
"Entra pure."

"Vuoi qualcosa da bere?
Chiesi per rompere il ghiaccio.
"Se ha voglia, un caffè."
Annuii.
"Diamoci del tu."
Dissi io.
Il suo braccio era ricoperto di tatuaggi, meravigliosi tatuaggi, aveva disegnato sopra delle dee e delle creature mitologiche, a tema dark.
"Grazie."
Disse mentre stringeva la tazza di caffè tra le mani.
Quel profumo invasivo di caffeina, mi ricordava quella mattinata con Marco.
"Ora farò partire la registrazione, ma non sentirti a disagio, è solo la procedura, fosse per me, nemmeno lo farei."
Lui sorrise.
"D'accordo..."
Schiacciai il pulsante.
"Hai già lasciato dichiarazioni, e me ne hanno già informata, ma, vorrei tu partissi da zero, fai finta che io non abbia mai sentito nulla in precedenza. Raccontami cosa è successo."
Dissi.
Lui prese un grosso respiro.
Iniziò a raccontarmi di quella sera.
Usciti da una discoteca di Milano, aveva appena fatto amicizia con due ragazzi e due ragazze, amici fra loro, mentre lui era solo.
Quando iniziarono a uscire più persone, i ragazzi che aveva appena conosciuto, stavano fumando cose illegali, li, in quel momento si avvicinò un uomo, che, pronunciando i nomi di tutti, compreso quello di Evan, iniziò a sparare in alto, ma purtroppo, l'ultimo colpo, prese uno di quei ragazzi sulla spalla.
"D'accordo ma, come ti conosceva quell'uomo?"
Chiesi.
"Non ne ho idea, la cosa più assurda è che poi si avvicinò una ragazza, che mi disse di contattare te, mi disse che se avessi avuto bisogno di aiuto, l'investigatrice Summer, avrebbe risolto il problema. Per questo, ho chiesto di te, e ti hanno affidato a me..."
E se fosse qualcuno dell'Onda? O qualcuno dell'Order?
Come faceva a conoscermi quella ragazza!? Era un tentato omicidio programmato?
"Hai già rilasciato la descrizione della donna?"
Chiesi.
Lui annuii.
"Capelli color rame, occhi scuri, notai un piccolo tatuaggio sulla mano, un cuore."
Avrei chiesto più  informazioni a Rey.
"Abbiamo finito per oggi. Grazie."
Dissi, e spensi la registrazione.
"Di già?"
Chiese.
Sorrisi.
"Certo che no Ervan, ma io lavoro a modo mio."
Ancora ho il coraggio di chiedermi come poi, finisco nei guai.
"Non c'entri niente in questa storia, sei solo una casuale pedina per il piano di qualcuno. La ragazza, ti ha detto solo quello?"
Chiesi.
Si, un piano contro di me.
"Ha detto solo quello, ma, sembrava una serata normale, con persone normali..."
C'erano così tante domande.
Sicuramente volevano farmi arrivare a quell'uomo.
Sarei sempre stata coinvolta in queste tipo di indagini? Sempre con le organizzazioni in mezzo?!
Probabilmente Charlie godeva nel sapere che ero nei guai.
Però Evan li aveva visti, c'era dentro anche lui.
Se gli avessero fatto del male, non me lo sarei mai perdonata. Mi chiedo se, invece Marco, sia tranquillo.
Avranno coinvolto anche lui in qualcosa?! Non penso, mi avrebbe chiamata... Credo.
Mi resi conto che di certo, nella mia vita, non avevo più niente di certo.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Where stories live. Discover now