QUALCOSA DI ROTTO

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Promisi a me stessa che sarei cambiata, che sarei diventata fredda, come lui. Un giorno la pagherà per tutti i danni causati.
Puntai la pistola che tenevo ancora stretta in mano, verso Charlie.
"È questo che vuoi, giusto?"
Chiesi.
"Non capisco."
Rispose Charlie.
"Ferire Marco, stai solo aspettando che lui salga su un palco, per farlo fuori davanti a tutti. Sai già le nostre mosse, come questa per esempio: io che ti punto la pistola in faccia."
Dissi cercando di mantenere un espressione dura.
"Non fare giochetti con me, Summer."
Sorrisi.
"Sai Charlie, arrivi ad un certo punto che perdi umanità, dove non ti fa più effetto vedere gente priva di vita atterra, tu mi hai resa così."
Lui fece spallucce.
"Vuoi delle scuse?"
"No, anzi. Ti ringrazio."
Marco era ancora alle mie spalle.
Avevo il cuore che urlava, mentre cercavo di respingere le lacrime.
"Qual'é il punto Summer?"
Chiese impaziente.
Io non risposi.
Con un gesto avventato turai una gomitata dritta sul naso di Marco, che lo fece sanguinare e vacillare.
Misi il braccio intorno al suo collo per tenerlo fermo, e mirai alla sua testa.
"Tanto lo ucciderai comunque no?"
Chiesi.
"Non ti crede nessuno."
Rispose lui.
"Summer..."
Disse Marco sussurrando.
Klaus mi guardava confuso.
"Tu vuoi vendetta, ma se io uccidessi Marco, adesso, non avresti più un obbiettivo, e tutto ciò per cui stai lottando, ti sarebbe portato via, con un colpo di pistola."
Charlie scoppio a ridere.
"Summer, tu non uccideresti mai Marco, tantomeno me, non avresti il coraggio, stai ancora piangendo per la povera Ruby, vero?."
Alzai gli occhi al cielo.
"Hai ragione."
Dissi.
Lasciai la presa e mi avvicinai al corpo di Otis, o meglio, alla sua pistola atterra, che con un calcio la feci scivolare davanti a Klaus.
"Ma lui si."
Puntai la mira contro Charlie, e il mio compare, fece lo stesso.
"Fai come dico o ti faccio un buco in testa."
Dissi.
"Tu sei pazza."
Disse il ragazzo con due pistole puntate addosso.
"Ed è proprio per questo che devi avere paura di me."
Iniziavo a sentire le gambe cedermi, stavo tremando ed era difficile mantenere la pistola ferma.
Che stupida non averci pensato prima, Thomas, è lui che comanda.
Charlie è solo la pedina di questo gioco.
Tutto questo è per suo fratello, non per lui.
Mi premetti la pistola sotto il mento.
"Ora ti importa, Charlie?"
Forse non credeva avrei mai ucciso volontariamente qualcuno, ma sicuramente credeva ad un mio suicidio per salvare Marco, o per porre fine a queste torture.
"Non fare stronzate."
Dice Marco immobile.
"Non posso ucciderti Charlie, ma sono sicura che Thomas può. Se tu avessi voluto, mi avresti già fatta fuori la notte con Ruby, ma sapevi bene che tuo fratello non ne sarebbe stato felice. È lui che comanda, non è così? Sono certa che è più spietato di te."
Charlie fa uscire un ringhio dalla bocca, come un animale messo all'angolo spaventato.
"Lasciaci andare, o giuro che premo il grilletto. Io non ho niente da perdere."
Mentii, in realtà avevo da perdere molte cose.
Sarei davvero riuscita a spararmi? Per Marco avrei fatto questo?
No non solo per Marco, anche per me, anche per il bene della gente comune. Questa organizzazione deve finire di esistere.
"Non mi hai portata qui per avere delle risposte, dato che Marco era già in tuo possesso. Mi hai portata qui per torturarmi, per farmi cedere, per mostrare a Marco e a Thomas il tuo brillante lavoro, uno per farlo soffrire e l altro per compiacerlo. È dura essere all'ombra di qualcuno, non è così Charlie?"
Ci sono riuscita, ho trovato il suo punto debole.
"Stronza! Non sono nell'ombra di nessuno, io sono oltre tutto ciò che puoi immaginare. Stai solo facendo la parte dell'eroe Summer, ma sei solo una stupida ragazza trovata per caso. Non fai parte di tutto ciò.
D'accordo Summer. Potete andare, per ora. Appena mio fratello sarà libero, sarà finita per voi."
Sorrisi.
Summer 01 - Charlie 00.

Non diedi le spalle a Charlie fin che non chiusi la porta e separai il mio sguardo dal suo.

[...]

Uscii dal bagno ancora con i capelli bagnati, avevo solo bisogno di stendermi.
Marco era seduto sul letto nostra camera di un vecchio motel.
Ci eravamo messi in viaggio, per tornare a casa ma, eravamo troppo esausti, e lui non era nelle condizioni di guidare.
Klaus si separò subito da noi, lo ringraziai per l'aiuto, e condivisi con lui il dispiacere per la perdita di Otis.

C'erano due letti in camera, ma speravo ne servisse solo uno...
Non sono brava a consolare qualcuno, specie se anche io ho la testa piena di incubi.
"Ei..."
Dissi dolcemente accomodandomi accanto a lui.
"Lo avresti fatto?"
Mi chiese fissando il pavimento.
Il suo sguardo era vuoto.
"Uccidere Charlie? Si, lo avrei fatto se fosse stata l'unica scelta."
Lui scuote la testa lentamente.
"No, parlo di quando ti sei puntata la pistola in faccia, Summer."
Abbassai lo sguardo.
Il suo tono era dispiaciuto ma aveva una nota aspra, quasi come se fosse rabbia.
"Io, credo, di sì."
Lui strinse i pugni, poi mi guardò dritto negli occhi.
"Questo è proprio il genere di cose che non devi fare, ne pensare. La tua morte non è un opzione o una soluzione."
Disse rimproverandomi.
"Non l'ho fatto solo per te, l'ho fatto perché speravo ci sarebbe stata una fine."
Lui si alza in piedi.
"Una fine? A che cosa? Pensi che tu sia l'unico obbiettivo di Thomas?"
Che stupida...
"Anche io allo sono, e tante altre persone."
Disse Marco alzando la voce.
"La tua morte sarebbe stata inutile, lo avresti fatto solo incazzare di più, e probabilmente sarei già morto anche io."
Sentii gli occhi riempirsi di lacrime e la vista divenne tutta sfocata. Stringevo i pugni e trattenevo il respiro per non lasciar cadere nemmeno una goccia. Fa quasi più male trattenere le lacrime, che lasciarle andare.
Il suo tono era brusco, e più parlava, più sentivo di scoppiare.
Avrei voluto dire 'mi dispiace hai ragione, non ho riflettuto ero terrorizzata', ma come potevo? Appena avrei aperto bocca sarei esplosa in lacrime.
Speravo solo capisse che avevo capito, di aver sbagliato.
"Te ne stai lì, come se niente fosse, come se la nostra vita non fosse perduta. Come posso tornare a cantare?"
Fece una pausa e si mise le mani nei capelli.
Io vedevo solo dalla vita in giù, non osavo alzare lo sguardo.
"Ho il terrore che possano spararmi, davanti a tutte quelle persone, davanti a dei bambini! Tutto perché hai sparato a ..."
Sentii qualcosa attraversarmi il petto, infettare il cuore, trasformandolo in qualcosa di freddo, in quell'istante capii la sua rabbia, lui mi odia, se non avessi ucciso Ruby, magari adesso io non sarei qui, lui non sarebbe qui, se non mi fossi intromessa... Cazzo, gli ho salvato la vita due volte, perché dovrei rimproverarmi qualcosa? Sono io che sono finita in questo guaio per colpa sua.
Quelle sue parole furono troppo, e così iniziai a vedere delle piccole gocce cadermi dal viso.
Mi alzai e uscii per prendere aria.
In realtà non volevo mi vedesse piangere.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Où les histoires vivent. Découvrez maintenant