GUERRIERA.

101 6 0
                                    

Facemmo le scale nel modo più silenzioso possibile.
Facemmo circa 6 rampe prima di trovarci un'altra porta davanti.
"Merda, odio queste porte."
Dico a voce bassa.
"Vado io."
Disse appoggiando la mano alla maniglia.
"3...2...1..."
Spalancò la porta, con la mira della pistola puntata dritta davanti a sè.
"Marco!"
Esclamai.
Era una stanza completante bianca, con un grosso specchio sulla parete, non si vedevano altre porte. Eravamo soli.
Corsi verso di lui, che era legato ad una sedia a testa bassa.
"Marco, Ei!"
Lui aprii gli occhi lentamente. E subito si guardò intorno.
"Non preoccuparti, ti portiamo via."
Samanta era rimasta alla porta.
"È chiaramente una trappola Summer."
Ma io non le davo retta.
"Marco parla di qualcosa!"
Ma lui nemmeno mi guardava.
Non aveva segni da nessuna parte.
"Penso lo abbiano drogato."
Dico mentre cerco di slegare la corda dalle caviglie.
"Samanta hai capito?"
Quando non sentii nessuna risposta, mi voltai di scatto.
"Ora ti mostrerò cosa vuol dire perdere chi ami, Summer."
Charlie.
Samanta aveva una mano stretta alla bocca, con una pistola alla testa.
"Non fatele del male."
Dissi inutilmente.
"Certo che no, lei sa dove si trova l'organizzazione, e mi serve il suo stupido localizzatole."
Disse.
"Come fai a sapere..."
"Perché conosco i miei nemici."
Disse concludendo la frase.
"Non ti lascerò far del male a Marco, questo dovresti saperlo."
Un altro uomo vestito tutto di nero, arriva alle spalle di Charlie e trascina via Samanta, mentre lei cerca di divincolarsi.
"Lasciami brutto stronzo!"
Nulla, schiaffi, pugni, quell'uomo non sentiva nulla.
"Non preoccuparti, questa volta è da lui che ti devi proteggere."
Un altro uomo entrò nella stanza, e si avvicinò a me.
"Che vuoi far-"
Dissi prima che mi arrivasse un pugno in faccia.
Caddi a terra, un po' intontita.
Dal pavimento, notai che la sedia era sigillata a terra.
L'uomo si avvicinò a me, mettendomi delle manette, una al polso e l'altra alla gamba della sedia, dove Marco era ancora seduto.
"Marco per favore, guardami!"
Gli dissi.
E lui lo fece.
Sorrisi pensando di essere riuscita a fargli capire che dovevamo andarcene insieme.
"Hai sicuramente effetto su di lui, nonostante la droga, ma sto facendo degli esperimenti, prima di metterla sul mercato nero."
Disse Charlie.
"E io sono il tuo esperimento?!"
Charlie sorrise.
"Certo che si. Pensi davvero che tu sia riuscita a fregarmi entrando nella mia SEDE? Che stupida, ti abbiamo fatto passare noi. Ti osservavamo, e lo faremo anche adesso, da dietro quello specchio."
Ecco perché è lì... L'unica cosa fuori posto in questa stanza.
"Posso almeno sapere di cosa si tratta? Morirò vero?"
Non era il momento di fare la dura. Sono terrorizzata.
Questa volta sono senza un piano.
Ma c'è ancora Marco.
"Certo, devi saperlo, così che tu possa sentirti delusa anche nella morte Summer."
"Tu sei uno psicopatico Charlie."
Lui si mise a ridere.
"Mi hai portato via tutto! Anni di segretezza, di vittorie, avevamo in pugno Marco, e tu, hai voluto intrometterti, una sola persona ha distrutto tutto. Ma adesso le cose sono diverse. Marco ha una droga in circolo, ma penso che la tua compagna ti abbia già spiegato tutto."
Annuii lentamente.
"Quando iniziai a venderla, i clienti si lamentavano, 'avevi promesso che avrei dimenticato, ma io ci penso ancora', i loro desideri più grandi e forti, i loro cari, figli o amanti, e questo non andava bene per gli affari, insomma, la sostanza viene venduta proprio per non provare più nulla, per morire senza lasciare questo mondo, per ciò, ho dovuto ritirarla e perfezionarla."
Iniziai ad urlare.
Volevano uccidermi.
Marco lo avrebbe fatto?
"Ti prego Charlie, posso aiutarti, non..."
"Zitta!"
Si passò una mano fra i capelli per tornare composto. Con quella sua voce pacata e fastidiosa.
"Lascerò la porta chiusa ma, basta abbassare la maniglia per uscire."
Fece un cenno con la testa. L'uomo accanto a me iniziò a slegare Marco che subito si alzò in piedi.
"Ti guarderemo da lì."
Disse indicando lo specchio.
"Questo muro è composto da più strati, ma quello che tu vedi è altamente infiammabile, pavimento compreso."
Sentii il cuore gelarsi.
Voleva bruciarmi viva.
Iniziai a tiare con tutte le mie forze
"Charlie aspetta ti prego!"
Urlai disperata.
"Procedete."
Disse mentre due uomini entrarono a rovesciare benzina. Pareti, pavimento, era tutto impregnato.
"Addio. Summer."
Il cuore iniziò ad accelerare, tremavo, non posso morire, non voglio morire.
I due uomini fecero cadere due fiammiferi, e in un secondo le fiamme iniziarono a divampare.
La benzina era lontana da me, però avrebbe preso fuoco tutto in pochi minuti. Marco non si mosse, era ancora in piedi accanto a me. Uno dei due lasció le chiavi delle mie manette a Marco.
Uscirono e chiusero la porta.
Mi voltai verso lo specchio.
"Charlie per favore! Mi dispiace! Lasciami andare."
Iniziai a piangere disperatamente, urlavo.
Guardavo il fuoco rubarmi sempre più ossigeno, iniziai a tossire.
"Marco, ascoltami, Marco! Dobbiamo andarcene da qui. Dammi le chiavi."
Lui non disse niente, fece passi avanti avvicinandosi all'uscita.
"No, no no no, Marco aspetta, ascoltami per un secondo!"
Si fermò.
"Mi dispiace, mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare. So che ci tieni a me, non puoi andartene. Sono venuta qui solo per te! Perché ti amo, per favore, non lasciarmi qui!"
Dissi in lacrime.
Lui si voltò, e mi guardò negli occhi.
Erano spenti, vuoti, come se non avessero un'anima.
"Mi dispiace ma voglio solo tornare a casa."
Disse.
Abbassò la maniglia e si chiuse la porta alle spalle.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Where stories live. Discover now