UNA STRANA MUSICA

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Strinsi la mano di Evan per farmi forza.
Sentii le prime note perdersi nell'aria.
Non avevo mai sentito quella melodia.
"Non tutti conosceranno questa canzone..."
Inizia Marco.
Appena sentii la sua voce, la mia ansia si palcò.
Lui era lì, qualsiasi cosa sarebbe successa, è pronto a proteggermi.
Ad un tratto mi sentivo al sicuro...
"Si chiama 'Calci e pugni.' Vorrei dire una cosa prima di iniziare."
Continuò, mentre la melodia si ripeteva.
"Ringrazio tutti, le persone che sono venute qui, e quelle che non sono riuscite ad assistere. Ringrazio le persone che mi seguono da un giorno, e quelle che mi seguono da anni, mi avete accompagnato in questo viaggio, che nemmeno io credevo possibile all'inizio...."
Sentivo le lacrime rigarmi il viso.
Sembrava più un addio, che un ringraziamento a qualcuno.

"...Sono cambiato molto, e anche voi, sono cresciuto e voi con me, ma, questa canzone l'ho scritta in un momento particolare della mia vita, doveva essere una sorpresa ma purtroppo non vi si può nascondere niente. Vorrei cantarla per una persona speciale. Grazie."
Sentii il cuore esplodermi, e ad un tratto gli occhi della gente vicina, si puntarono su di me.
"Summer..."
Mi sussurra Evan.
Ma io non tolsi lo sguardo da Marco nemmeno per un istante.
Stava per succedere qualcosa di brutto, lo sapevo, lo sentivo.
La canzone finalmente iniziò.
Era tutto buio, si vedeva solo una luce dietro Marco, non vedevo i suoi occhi, ma potevo immaginarmeli.
Di lui vedevo solo i contorni, per via del bagliore dietro di lui.

"E guarda com'è là
La luce tra gli indù
Il tuo volto è a metà
Sai, non mi ricordo più
Quant'è che siamo qui
A guardare la TV
Io che ormai non parlo quasi mai
E tu che fumi ancora
Anche se non tira più
E ho ribaltato casa
Per cercare di ritrovarti
E ho buttato giù l'armadio
A calci e pugni
Solo per impressionarti
E spero arrivi qualcun altro
Che possa aiutarti
Ad abbandonarmi
E spero arrivi qualcun altro
Che possa aiutarmi
Ad abbandonarti."

Iniziai a piangere, liberai quell'angoscia, non cercavo più di trattenermi.
Le lasciai uscire.
Ho sempre cercato di nascondere qualsiasi emozione potesse essere vista come debolezza, invece mi sento così forte adesso.
Ascoltai attentamente le parole di quella canzone ma, la cosa che mi rimaneva nel cuore appena cambiava strofa, non era ciò che cantava, ma come lo faceva, quella voce dannatamente perfetta.
Al ritornello le luci si accesero tutte.
Rimasi folgorata dalla sua bellezza.
I riflettori erano puntati anche verso il pubblico, ed è lì che Marco mi vide.
I suoi occhi bui incontrarono la luce dei miei.
Non smise di fissarmi, cantava e mi guardava, e io guardavo lui, come se non ci fosse nulla di più divino.
Indossava una camicia bianca, con la giacca e i pantaloni neri eleganti.

"Ti ho visto partire lontano lontano e poi tornare di botto
Con gli occhi diversi, la faccia diversa ed un nuovo cappotto
Le mani, le mani, le mani, le mani e poi un sacco di pioggia
Il cielo che cambia colore ogni volta che scegli di fare l'amore
E ho ribaltato tutta casa
Per cercare di ritrovarti
E ho buttato giù l'armadio
Un'altra volta
Solo per impressionarti
E spero arrivi qualcun altro
Che possa aiutarti
Ad abbandonarmi
E spero arrivi qualcun altro
Che possa aiutarmi
Ad abbandonarti."

E mentre la melodia ancora continuava, lui scese dal palco. A differenza di come succede di solito ai concerti, le persone non si accanirono per riuscire a toccarlo, rimasero incantati dalla sua voce e da quella canzone.
Lui, veniva verso di me.
Non aveva più l'orgoglio a fermarlo, solo la voglia di toccarmi.
Per me in quel momento non esisteva nessun altro, nessuno oltre a lui.
Mi accarezzò il viso, asciugando qualche lacrima.
Fece un sorriso timido.
Non era da lui, spogliarsi così delle sue emozioni.
Mi morsi il labbro.
Lasciò il microfono in mano alla guardia che c'era accanto a noi, e con la transenna a dividerci, si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò, un lento e dolce "ti amo."
Poi mi guardò e, senza riprendere il microfono, mentre le note ancora suonavano, si dirige verso il palco.
Ero incantata da quel momento.
Forse sono in realtà nel mio letto a dormire?
"SUMMER!"
Mi urlò Evan stringendomi il braccio.
Io sbattei le palpebre un paio di volte prima di riuscire a concentrarmi sul mio migliore amico.
"Questa non è una dichiarazione."
Dice indicandomi l'uomo che suonava la chitarra sul palco di Marco.
Charlie.
Ero determinata più che mai a portare Marco via da lì.
Samanta era solo una copertura per mandarmi via stasera.
Non avrei permesso a nessuno di fargli del male.
E come già avevo detto, sono disposta anche ad uccidere per lui.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Onde as histórias ganham vida. Descobre agora