TUTTO COME PRIMA.

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Saremmo tornati a vivere le nostre vite, fuori saremmo sempre stati gli stessi, ma dentro di noi, qualcosa era cambiato.
"Mi dispiace ..."
Era quello che più mi premeva sapesse.
"Mi dispiace se ti ho detto quelle cose, fuori dalla centrale, mi dispiace per quelle stupide manette che continuavano a metterti nonostante io te le togliessi, mi dispiace se ti ho rovinato la cattura di Charlie, mi dispiace per non averti ascoltato o per non esserti stata moralmente vicina quando ne avevi bisogno."
Era uscito tutto d'un fiato, non ero abituata a chiedere scusa, non ho mai avuto persone intorno da poter ferire.
Lui mi guardava con stupore.
"Summer, stai tranquilla, non devi dispiacerti di nulla, anzi, io ti sono grato per quello che hai fatto."
Disse sorridendo.
Ma per cosa?!
"Lasciami pure qui."
Dice indicandomi il parcheggio.
"Quella è la mia auto."
Mi fermai vicino ad essa e spensi il motore.
"Grazie per il passaggio Summer."
Sorrisi.
Non scendere, non scendere, non scendere.
"Allora..."
Disse tirando fuori il telefono.
Certo, come potremmo tenerci in contatto per vederci, se non sappiamo come.
Ci scambiammo il numero.
"Cerca di passare una buona giornata."
Sarebbe tornato a casa, pieno di amici, pieno di lavoro con cui soffocare i pensieri.
Io sarei tornata a casa, sola, con un silenzio troppo rumoroso.
"Anche tu!"
Sorrise e aprii la portiera.
Lo guardia salire in macchina e poi andarsene.
Che brutta sensazione.
Come quando sei abituato a stare sempre con una persona e poi quella ti lascia solo per una giornata, e ti senti svuotata, nonostante sai che lo rivedrai...
Mi guardai in torno.
Avevo sempre quella sensazione che qualcuno mi stesse guardando, ma, suppongo sia solo paura.

[...]

"Rey, scusa se ti disturbo, ma vorrei parlarti."
Gli dissi al telefono.
"Signore! Non importa, solo perché sei tu."
Non mi sarei mai abituata a chiamarlo così.
"Di cosa vuoi parlare?"
Chiese.
Inizialmente il mio intento era quello di prendermi una pausa, ma a casa non riuscivo a starci.
"C'è qualche caso a cui potrei lavorare? Non riesco proprio a stare con le mani in mano."
Ero determinata a fare qualcosa.
"Sì, certo, domani ti chiamo e ci incontriamo."
Sorrisi.
"Grazie, a domani, SIGNORE."
Dissi, marcando con la voce l'ultima parola.
Attaccai e tornai nel silenzio.
Inizialmente la mia paura era quella di perdere il lavoro, di essere rinchiusa per omicidio ma, in realtà la paura più grande è Charlie.
Lui non si sarebbe limitato ad un arresto.
Forse aspettava di vederci felici, per poi strapparci via tutto, lasciandoci nudi difronte alle nostre paure.

Cercai di occupare la giornata leggendo, al telefono con mia mamma, ma capii che il tempo così, era solo sprecato, allora decisi di reagire.
Tutti abbiamo un punto di forza e un punto debole, avrei arrestato Charlie, dovevo solo capire come.
Ho accesso alla prigione di Milano, ad entrambe, conosco una guardia, potrei incontrare Thomas, potrei incastrare Charlie, anche se probabilmente poi, si sarebbe venuto a sapere di Ruby.
Presi un foglio e iniziai a scrivere tutte le cose che conoscevo di lui, e quello che dovevo scoprire di importante.
Non posso ancora buttarmi giù.

[...]

Era ora ormai.
Presi una bibita dal frigo e mi misi sul divano, in attesa che il programma iniziasse.
Appena terminò la pubblicità, vidi Fazio, pronto a presentare l'ospite a sorpresa.
"Vorrei presentare lui per primo, perché per me è un amico, un figlio. L'ho visto crescere nel suo percorso, e ad oggi sono fiero di lui. Signori... Marco, Mengoni!"
Partì un applauso generale, e io sentii una sensazione bellissima partire dalla pancia.
Iniziai a battere le mani, come se potesse sentirmi.
"Lincon c'è il nostro amico, vedi!"
Dissi al mio gatto seduto accanto a me.
"Allora Marco, tutti pensavano non saresti tornato."
Inizió Fazio.
"Lo pensavo anche io, ma eccomi qua."
Disse sorridendo.
Io continuavo a rimanere concentrata, come se non volessi nemmeno perdermi un battito di ciglia di quello che faceva.
"Sappiamo che sei stato dichiarato innocente, anche se nessuno ha mai creduto il contrario."
È solo un cantante, stará pensando.
Ma lui è molto più di quello.
Marco non disse nulla.
Indossava una camicia bianca e una giacca nera che continuava a toccarsi, era agitato?
"Parliamo dell'esercito, abbiamo trovato molti post positivi, ma alcuni fan, non erano proprio d'accordo con la tua sparizione. Ne hai letto qualcuno?"
Chiese.
"Sai che non vago molto per i social."
Fazio rise.
"Vorrei fartene leggere qualcuno, ma non vorrei fossero troppo."
Marco abbassò lo sguardo.
"Leggiamoli."
Dietro di loro, sugli schermi si vedevano delle scritte, dei post.
Iniziavano con quelli più belli, comprensivi, ma più andava avanti, più si facevano tristi.
"Mengoni è innocente, ma sparisce, non è il mio idolo questo."
"Mi aspettavo una dichiarazione per noi fan."
"Devo aver paura ad andare ad un suo concerto ora?"
"È solo una persona qualunque."
"Non penso porterò mai più mia figlia a vederlo, ho troppa paura."
"Ho pagato per vedere Mengoni a Milano, e lui non finisce le date?!"
Fazio fece togliere le foto, appena si accorse che Marco, si era pietrificato a leggerli tutti.
"Idioti!"
Esclamai contro la TV.
"Concluderai il Tour? So che mancavano due date."
Marco non rispondeva, ma il bello della diretta, è che non possono tagliare la scena.
"Marco..."
Lui alzó lo sguardo su Fazio.
"Si, certo che le farò."
La voce gli tremava, probabilmente avrebbe voluto piangere.
Come si fa ad essere così cattivi?
È un'essere umano dannazione.
Il conduttore sentii il magone nella sua voce, così coprendosi il microfono, fece mandare la pubblicità.
Merda.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Where stories live. Discover now