INFILTRATO.

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Mi lasciai andare quando sentii il corpo caldo di Klaus, avevo freddo, i miei vestiti erano ancora umidi e avevo perso sangue.
Volevo mangiare, ma l'unica cosa che mi davano, erano delle scatolette di fagioli.
Iniziai a bussare al vetro per attirare l'attenzione.
Avevo ancora la felpa grigia di Klaus addosso, avevo chiuso la cerniera per non vedere il sangue sulla canotta.
Mi ero accorta fosse sera, perché vedevo ben poco, chiusa lì.
"Cosa vuoi?"
Chiede Clay.
"Devo andare in bagno..."
Dissi.
Lui fece passare una piccola chiave, attraverso la fessura del vetro.
"Dentro quella porta, c'è un cesso, non c'è la carta, mi dispiace principessa."
Non dissi niente, non volevo farlo arrabbiare.
Suppongo che non va nemmeno lo scarico...
Non mi ero mai accorta di quella porta.
Aprii lentamente, e sentii un'odore pungente di fogna.
Dovevo arrangiarmi come potevo.
Levai le scarpe e presi i calzini.
Mi pulii con quelli che poi gettai a terra...
Provai a tirare l'acqua ma, invece di andare giù, si riempiva sempre più di acqua sporca, così, mi arresi e chiudendo la porta alle spalle, mi misi seduta sul materasso.
Mi toccai i capelli, era strano sentirli così corti, mi toccavano a mala pena le spalle.
"Voglio andarmene da qui."
Dissi a me stessa.

"Perché le hai dato la felpa? Capisco la fascia, insomma, ci serve viva, ma la felpa non era necessaria."
Dice Clay a Klaus.
Non vedevo bene dalla mia posizione, ma potevo sentire.
"Perché potrebbe ammalarsi; e se non viene curata, può morire. A noi serve cosciente."
Rispose Klaus.
"Hai ragione, portagliela!"
Gli ordinò.
"Si signore."
Sentii i passi avvicinarsi.
Klaus si fermò davanti al vetro e mi sorrise.
Poi aprì la porta con la chiave per poi appoggiare la coperta a terra.
"Chi sei tu?"
Chiesi.
Lui mi fece segno di fare silenzio.
"Buonanotte."
Sussurrò lui.
Io lo salutai con la mano a mezz'aria.

Mi sdraiai e cercai di rannicchiarmi il più possibile nella coperta.
Avevo una possibilità per andarmene, dovevo restare viva.
Feci fatica ad addormentarmi per via del male che sentivo allo zigomo, al naso e al braccio. La cosa più difficile da scacciare era il pensiero di Marco.
Decisi di escogitare un piano, avevo bisogno di parlare con Klaus senza nessuno intorno.

[...]

Non so a che ora mi svegliarono, ma la voce di Clay era stata abbastanza forte da infastidirmi come la sveglia del telefono.
"In piedi!"
Esclamò.
Era il momento di agire.
Ero debole, ma mi finsi ormai stremata.
Mi alzai e poi mi accasciai subito a terra mentre mi avvicinavo all'uomo.
"Cazzo."
Disse Clay prima di chiamare i gemelli, che corsero subito li.
"Andate a prendere degli antibiotici, e del disinfettante."
Ordinò.
"Klaus!"
Urlò.
Io continuavo a restare lì, stesa a terra con gli occhi chiusi.
Era difficile mantenere la calma.
"Sorvegliala."
Sentii la porta chiudersi, e due braccia raccogliermi da terra.
Per fortuna aveva mandato i gemelli a prendermi le medicine, e per fortuna Klaus era stato incaricato di 'curarmi', questo era solo il piano A.
Forse le cose iniziavano a girare a mio favore.
Aprii gli occhi lentamente quando sentii silenzio.
"Sei sveglia."
Disse a voce bassa.
Io rimasi immobile sul materassino, coperta fino al mento.
"Dimmi chi sei."
Dissi.
Lui guardò attraverso il vetro, per assicurarsi che Clay non fosse nelle vicinanze.
"Sono dell'Order."
Volevo sorridere, ma mi faceva male tutta la faccia.
"Ti ha mandato Marco?"
Chiesi.
"Summer... Marco è qui, da ieri."
Sgranai gli occhi.
"È nell'ultima stanza. In fondo al corridoio."
Sono sempre stata così vicina a lui?
"Perché è qui?"
Lui abbassò il capo.
"Perché era venuto a prenderti."
"No, ho sentito la telefonata, mi ha venduta a Charlie."
Lui fece spallucce.
"Era tutto un piano di Charlie, è stato costretto a parlare in quel modo."
Lo sapevo; sapevo che sarebbe venuto a prendermi. Devo smetterla di dubitare di lui.
Mi odio.
Lui mi odia.
"Gli hanno fatto del male?"
Chiesi.
"Non fisicamente.
Ogni stanza ha una videocamera, e lui vede tutto quello che ti fanno. Questa è provvisoria; per cui non è installato niente."
Dice guardando il soffitto.
Ma come ho fatto a non accorgermene?! Sono una pessima detective.
"Sono infiltrato da anni, è solo un caso che io sia qui... Il mio compito è passare informazioni, ma quando ti hanno portata qui, mi avevo avvisato che eri la ragazza di Marco."
"Non sono la sua ragazza."
Precisai.
Come se fosse importante.
"Mi occupo io del benessere di Marco. Lui sta bene."
"Perché mi chiedono di lui, se è qua."
Lui fa spallucce.
"Non è ovvio? Vogliono che cedi per dimostrare qualcosa a Marco. Lui sa che vogliono farlo fuori, sa che succederà su un palco..."
"Non lo permetterei mai, non li aiuterei mai a fare una cosa simile."
Lui sorrise.
"Lo sa..."

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora