UN PIANO.

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Corsi dietro al palco, dove prima c'era Charlie che teneva la chitarra.
Gli strumenti erano ancora tutti lì.
Non sono mai stata una grande fan ma. Sono certa che i musicisti, erano gli amici di Marco, la sua band, escluso Charlie, questo significa che c'è ancora speranza che lui se ne sia andato con loro.
Mi accorsi presto che non c'era nessuno.
Mi appoggiai su una cassa nera, e riflettendo capii che, non avrei avuto speranze.
Anche se non tutti erano venuti con Charlie, quella era la sua organizzazione, sarei morta non appena avrei provato ad aiutare Marco ad andarsene.
"Summer!"
Mi alzai di scatto appena sentii quella voce.
"Samanta. Dov'è lui?"
Chiesi immediatamente.
"Pensavo fosse con te."
Non sapevo ancora da che parte stava.
"Stai con loro? Con Charlie?"
Chiesi, facendo un passo indietro.
"Cosa?! No Summer, io sono venuta per Marco, non voleva tu fossi qui, speravo di riuscire a mandarti via ma, quando ho visto quelle sue ragazze..."
"Volevi drogarmi!"
Dissi interrompendo le sue stupide spiegazioni.
"Perché non mi hai detto la verità subito? Almeno sei la sua ragazza?"
Chiesi.
"No, certo che no Summer, voleva solo..."
"...Allontanarmi."
Conclusi io.
"Cosa facciamo adesso? Dobbiamo trovarlo."
Lei si avvicina a me e mi appoggia una mano sulla spalla.
"Ei, calmati, non serve a niente agitarsi, devi rimanere concentrata."
Così iniziai a fare respiri profondi.
"Quindi se non è con te, con voi, significa che è con quell'idiota di Charlie?"
Lei abbassa lo sguardo e annuisce.
"Perché non mi hanno sparato?"
Chiesi.
"Perché Marco non è più il loro flagello. Sei tu. Dopo Ruby, dopo averlo fatto uscire di prigione, hanno iniziato a capire che eri tu il loro obbiettivo, far soffrire te e far fuori Marco per far sì che non si fosse più intromesso nei loro affari."
Tornai a sedermi. Le gambe sembravano non riuscire più a sopportare il peso della situazione.
"D'accordo, ma come ne esco in una situazione così?"
Chiesi.
"Quando hanno visto Marco insieme a me, hanno iniziato a pedinarci... Mi avevano presa di mira, iniziavano a pensare che tu non fossi poi così importante. Ma poi ti hanno vista alla gelateria, te ne sei andata non appena mi hai vista. Poi qui, al concerto..."
Sbatto un pugno sopra la cassa.
"Dannazione, dovevo starne fuori, Marco mi aveva chiesto di non intromettermi e io l'ho fatto ancora!"
Rimproverai a me stessa.
"Adesso è inutile piangersi addosso; dobbiamo trovarlo."
Feci spallucce mentre asciugavo quelle poche lacrime che erano uscite.
"Certo, e come? Non c'è più nessuno!"
Urlai. Li mi accorsi, che non si sentiva più niente. La gente che urlava, i loro passi pesanti sul terreno.
C'era solo silenzio.
"Non c'è nessuno..."
Dissi crollando in un pianto isterico.
"Lui mi ha detto di proteggerti, osservarti, aiutarti. Per questo sono qui, sono venuta a cercarti, per questo ho preso l'appartamento accanto al tuo, per questo sono stata così gentile e disponibile. Ma adesso è diverso, perché lui potrebbe essere in pericolo e io, ho giurato fedeltà all'ordine, non posso abbandonare un compagno, quindi, o resti qui da sola, o mi segui."
Disse lei, con un tono duro e freddo.
Sembrava quasi un robot.
Però ha ragione.
"Come facciamo a trovarlo?"
Lei sorrise.
"Localizzatole, non sono una sprovveduta."
Sentii una piccola speranza farsi viva dentro di me.
Potevamo ancora farcela.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin