NUOVA PERSONALITÀ

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Lui aveva la mano sulla sua, e sorridevano cercando un dolce da condividere.
C'erano 3 tavoli a dividerci, distanti fra loro, ed erano occupati dai clienti, non mi avrebbe mai vista in quella folla.
"Summer, non andare in escandescenza."
Non riuscivo nemmeno a sentirlo, era come se una cupola di vetro bloccasse il suono e non potesse raggiungermi.
Avrei voluto andarmene ma, sembrava che fossi paralizzata.
Perché lei ? Perché mi ha lasciata andare per proteggermi, se poi...
Forse quella ragazza faceva già parte della sua vita, già prima di me.
'Spero arrivi qualcun altro, che possa aiutarmi ad abbandonarti.'
Le sue parole erano come lame in quel momento.
Tutto tornò normale, quando un ragazzino fece cadere la coppa in vetro del gelato, e il suono finalmente riuscì a raggiungermi.
Lo sentii anche Marco, che incrociò i miei occhi nel momento in cui si girò per capire cosa aveva provocato quel rumore.
Appena sentii il suo sguardo pesante addosso, mi voltai, non riuscendo a sostenerlo.
Mi aveva vista, in mezzo a tutta quella gente...
"Andiamo."
Dissi.
I due ragazzi si alzarono, e dopo aver pagato il conto, mi seguirono fino a casa, ma io rimasi in silenzio per tutto il tragitto.
Solo prima di salire, Evan mi rivolse la parola.
"Forse è solo una copertura per tutta quella storia che mi hai raccontato."
Disse.
"Sembrava felice, non credo fosse solo una copertura."
Confessai.
"Mi hai raccontato di quel ragazzo, Archie, perché non lo contatti?"
Chiede Evan.
"Forse, ora voglio solo chiudermi in camera."
Tony si avvicina a me e mi appoggia la mano sulla guancia.
"A volte il tempo sembra essere dalla nostra parte, e poi all'improvviso capiamo che non ce ne resta più, fai tutto ciò che ti senti di fare, anche se hai paura di renderti ridicola, il tempo non è denaro, perché quest'ultimo tornerà sempre in qualche modo, ma il primo citato no."
Rimasi spiazzata da quelle parole profonde.
'Cosa diavolo..?'
"Wow, da dove hai tirato fuori questo lato poetico."
Dice stupito Evan.
"Mia nonna, le piaceva scrivere e quello che ti ho appena detto Summer, mi ha aiutato molto, in tante occasioni, è così che ho preso coraggio per avvicinarmi a Evan, ero convinto fosse etero."
Disse sorridendo.
"Lo ero anche io!"
Ribatte Evan che scoppio a ridere.
Lo ringrazio, e do un forte abbraccio ad entrambi, prima di risalire.

[...]

Era da qualche giorno che non vedevo il mio gatto, ormai si era affezionato alla vicina, mi aveva lasciata anche lui.
Stupida Summer, non avresti dovuto uscire di casa.
Non poteva essersi dimenticato di me, questo lo sapevo, ma mi sentivo, sostituita.
Forse ha scelto lei perché è più in gamba, o perché non ha una situazione disastrata come la mia.
Oppure devo stare tranquilla ed è solo una copertura, come dice Evan.

Passai qualche ora nel letto, e penso anche di essermi addormentata ad un certo punto, ormai non capisco più nulla.
Guardò il telefono.
'Summer, Marco ha annunciato una data, dove farà il concerto.'
È Evan.
'E allora?'
Appena visualizza la mia risposta, mi squilla il telefono.
"Sei stupida?"
Mi chiede appena rispondo.
"No Evan, sei tu che sei strano."
"Hai detto che volevano farlo fuori, ad un concerto, e guarda caso, la data è solo una, e i biglietti stanno già finendo."
Mi prendo qualche secondo per riflettere.
"Non andrò a quel concerto, se è questo che stai suggerendo."
Dico mettendo le mani avanti.
"Sono certo che la ragazza che abbiamo visto con lui, non sia la sua nuova fiamma, pensaci, Charlie non si è più fatto vivo con te."
Rispondo con uno sbuffo.
"Sono passate solo due settimane."
"Esatto, SOLO due settimane, e dopo averti allontanata per non farti rischiare la vita, va da un altra ?"
Chiede in modo retorico.
"Mi ha allontanata perché diceva che ero io a mettere la sua vita in pericolo."
Ribatto.
"Sei accecata dalla rabbia e dalla delusione Summer, non ragioni! Io ho comprato i biglietti, io e te, andremo a quel concerto."
Spalancò gli occhi.
"Sei impazzito?"
"Non sei nemmeno tornata al lavoro, quindi hai tutto il tempo del mondo per andarci, c'è tra una settimana."
Mi prendo qualche secondo per riflettere.
Solo una settimana? Perché Tanta fretta?!
"D'accordo, tanto in mezzo a tutta quella gente non ci vedrà nessuno, ma sappi che se Charlie è lì, la vita non la rischia solo lui, ma anche noi!"
Esclamo.
"Lo so."
Dice, già consapevole del rischio.
"Mandami tutto per messaggio, ci sentiamo domani."
Ci salutammo e subito dopo mi aveva mandato data, luogo e ora del concerto.
'Stadio di San siro?'
Impossibile, Marco diceva che non era pronto per uno stadio, perché farlo in un posto con così tanto spazio?
'Più persone lo vedono cadere, più Thomas sarà soddisfatto, insieme a quello psicopatico di Charlie.'
No. Mi sto solo facendo troppe paranoie.
Forse si sta semplicemente rifacendo una vita, in breve tempo, però ci sta provando, e io gli sto mettendo i bastoni fra le ruote, di nuovo.

[...]

Mentre bevo dalla mia tazza il latte, sento il campanello suonare.
Subito balzo in piedi.
Già immaginavo le cose peggiori, come: sarà Charlie, o addirittura Thomas, sono venuti per rapirmi, uccidermi?
"Si? Chi è?"
Chiedo alzando la cornetta del citofono.
"Sono, sono una nuova coinquilina, non sapevo a chi suonare, non ho ancora le chiavi del portone principale."
Certo, mi ha preso per scema?
"In che piano alloggia?"
"Il secondo."
Risponde.
"Aspetti."
Premo il pulsante per aprire il portone.
Aspetto qualche secondo davanti alla porta, con i pugni stretti a colpire. Qualcuno mi sentirà urlare.
La vedo salire dalle scale.
'Non ci credo, è lei.'
La ragazza dai capelli neri stava venendo verso di me.
La ragazza di Marco...
"Oh, tu devi essere Summer."
Dice senza nemmeno presentarsi.
"Come mi conosci?"
Chiedo.
"Avevo visto delle foto tue e di Marco, e lui mi ha parlato di te."
Confessa.
"Tu invece sei la sua ragazza giusto?"
Chiedo senza alcuna vergogna.
"Si, ecco, diciamo di sì. Mi chiamo Samanta."
Dice allungando la mano verso di me.
Ma io non ricambio la stretta.
"Comunque, se hai bisogno di qualcosa per il trasloco, non ti disturbare a cercarmi."
Le dico prima di rientrare e sbattere la porta alle mie spalle.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Où les histoires vivent. Découvrez maintenant