VICINI.

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Salimmo nella jeep di Samanta.
"Metti la cintura."
Mi disse mentre faceva retromarcia.
Lei prende il telefono con una specie di gps acceso, e lo appoggia sul sostenitore installato in macchina.
Si parte.
"Quel pallino blu è Marco."
Dice lei indicandomi il display.
"Si stanno ancora muovendo."
'Merda, Evan.'
Prendo il mio cellulare e subito digito il numero.
"Dove cazzo sei! È passata un'ora, ti ho chiamata mille volte."
Mi urla lui, appena risponde.
"Scusami Evan, ma sto andando con Samanta in un posto. Torna a casa, ti scrivo domani okay?"
"Stai andando da Charlie?"
Feci qualche secondo di pausa.
"Si..."
Risposi.
"Stai attenta, ti voglio bene."
"Anche io Evan..."
ci salutammo e riattaccai.

Dopo circa mezz'ora di auto, decisi di chiamare Marco, non costa nulla provare, giusto?!
"Che fai?"
Chiede Samanta.
"Secondo te?"
"No, così sospetteranno che li stiamo seguendo."
Corrugai la fronte.
"Seguendo? Direi più, rincorrendo."
Dissi.
"Summer, metti giù il telefono."
Mi ordinò lei.
"C'è qualcosa che devi dirmi, Samanta?"
Chiesi.
"D'accordo senti, io, seguo il caso da anni, non ho mai scoperto dove tenevano il 'covo'."
Confessò.
"Quindi invece di aiutare Marco adesso, vuoi prima vedere se lo porteranno alla sede della loro organizzazione?"
Lei annuì lentamente.
"Dove ci saranno persone armate, giusto?"
Chiedi lentamente.
"Si, ma. Io ho il localizzatole, oltre che Marco, quindi..."
Spalancai gli occhi.
"Quindi anche se dovessimo morire tutti, la tua organizzazione del cazzo, potrà trovare la sede!"
Misi le mani tra i capelli.
È completamente fuori di testa.
"Perché mi hai portata con te? Cazzo."
"Perché è te che vogliono Summer."
Feci spallucce.
"E questo cosa dovrebbe significare? Che potrai barattare la tua libertà con la mia vita?"
Lei non rispose.
"Oh dio, è così vero?"
Cazzo, brutta stronza.
"È possibile che Marco non voglia venire via con me, senza di te."
Disse.
"Perché ?"
"Perché ho avuto la possibilità di aiutarlo, prima che lo portassero via, e non l'ho fatto. Dovevo scoprire..."
"... Dovevi scoprire la loro posizione del cazzo."
Conclusi io ad alta voce.
"Vorrei tirarti un pugno in faccia, lo vorrei davvero tanto."
Le dissi.
"Potremmo essere a casa, al sicuro, proprio in questo momento, se non fosse stato per te."
Le sbottai contro.
"Senti ragazzina. Io ti ho salvata a quest'ora ti avrebbero già rapita. Dovresti ringraziarmi per essermi finta la ragazza di Marco."
Scoppiai a ridere istericamente.
"Ringraziarti per esserti finta la fidanzata del ragazzo che amo? Perché invece di blaterare non muovi questo cazzo di affare a motore, raggiungiamo Marco e ce ne andiamo"
Dissi tirando un pugno al cruscotto.
"Te l'ho detto, voglio scoprire la sede. Calmati santo cielo!"
Risponde lei
"Ecco cosa farò se le cose dovessero mettersi male. Prendo una pistola e ti uccido. Giuro che ti sparo in quella stupida faccia."
Lei fece spallucce.
"Non hai mai ucciso nessuno."
Ribatte.
"Sai perché Ruby è morta? Perché Marco stava per morire, allora sai il mio istinto cosa continuava a dirmi? 'Uccidila Summer, è solo un corpo già morto.' Le sparai, la uccisi, vidi la sua vita scivolarle via, il suo ultimo respiro mentre mi guardava. Tu stai mettendo Marco in pericolo, se potessi garantirti una morte più dolorosa di una  pallottola in fronte, giuro, che lo farei."
Lei non rispose, la sentii solo deglutire.
"Tu sei psicopatica e sociopatica."
Sorrisi.
"Ed è proprio per questo che devi avere paura, Samanta."
Insomma, non ero davvero così psicopatica, ma tutta quella rabbia la covavo da giorni.
Però è un sollievo sapere che non è perfetta come mi era sembrato la prima volta.
Anzi. È davvero insopportabile e stupida.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Where stories live. Discover now