UNO STRANO RAPPORTO

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Dopo aver messo pantaloncini comodi con una canottiera e aver legato i capelli, scendo per raggiungere Marco che mi aspettava in auto sotto casa.
Ma prima di spegnere la TV, sento il suo nome.
"Marco Mengoni, ha salutato così i suoi fan, sarà davvero un addio?"
Disse la ragazza, prima di salutare.
'Ho perso tutto il discorso.'
Di fretta prendo il telefono e guardo la foto pubblicata da Marco su Instagram.
Avevo il profilo di mia madre, non aveva un social tutto mio, perché non me ne era mai importato.
'Nonostante il mio annuncio, sapete quanto siete importanti per me, sarete parte del mio cuore, per sempre. Saremo sempre un esercito di amore, sogni e pace. Vi voglio bene.'
Iniziai a leggere i commenti.
La maggior parte diceva che Marco aveva rilasciato un intervista scritta, in cui dichiarava di aver chiuso con il mondo della musica, di aver già firmato.
'Impossibile.'
Non può essere vero.
Lui, non rinuncerebbe mai, ADESSO, che le cose stanno andando bene.
"Impossibile, non ci credo."
Dico a bassa voce.
"Cosa è impossibile?"
Spaventata faccio saltare il telefono dalle mani.
Quando è arrivato, è così silenzioso?!
"N-niente."
Balbettai.
Bloccai immediatamente la schermata del telefono.
"Quindi ora dici cose a caso?"
Chiede lui.
"No, solo che sono cose personali."
Lui fa spallucce.
"Speravo almeno di essere tuo amico."
Dice ironico.
Alzo gli occhi al cielo.
"D'accordo, vuoi essere mio amico? Allora parliamo. Perché ho appena sentito tv che hai lasciato la musica. Hai addirittura firmato."
Dissi dispiaciuta.
Insomma, quella era la sua vita!
"Che t'importa? Nemmeno mi seguivi."
Risponde.
"Mi piace la tua voce..."
Dissi, ma mi resi conto di quella frase troppo dolce, quindi completai con "...Quando canti. Mi piacciono anche i testi e la base, quindi mi dispiacerebbe sapere che non farai più musica."
Finii.
"Si ma, allora? Cioè, sembri più dispiaciuta di me."
Ribatte.
"Allora dimmi solo il perché."
Lo pregai.
"Perché devo proteggere le persone, e fare musica è soltanto una distrazione."
Sentii una nota amara nella sua voce. Lui amava il suo lavoro, il suo lavoro con i fan.
"Non devi rinunciarci."
Dissi facendo un passo verso di lui per appoggiargli la mano sulla spalla, che levai subito appena mi guardò negli occhi.
"Invece si, devo. Ora andiamo, o non faremo in tempo a fare la lezione"
Dice per cambiare discorso.
"Perché hai impegni?"
Chiesi.
"Si, devo andare alla sede, ho uno specie di compito da fare."
Incuriosita risposi:"Posso venire?"
"Devo stare sotto copertura quindi, se ti senti in grado, va bene."
Sorrisi.
Era la prima volta che non mi respingeva dal suo 'lavoro'.
"Cosa dobbiamo fare esattamente?"
Chiesi.
"Ascoltare una conversazione privata ad un ristorante, tra un mio collega e un collega di Charlie."
Rimasi confusa.
"Non possiamo semplicemente attaccargli un microfono addosso?"
Lui scosse la testa lentamente.
"Il mio collega ci ha traditi, quindi lui non deve sapere che lo ascoltiamo."
Quel piano mi sembrava troppo assurdo, insomma non lo avrebbe riconosciuto?
Lasciai perdere.
"D'accordo andiamo."
Dissi stringendo la borsa nera tra le mani.

SARÒ IL TUO GUERRIERO. || MARCO MENGONI. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora