8 - Sono qui

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"Sentite, stiamo superando il limite" intervenne Ingrid alzandosi

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"Sentite, stiamo superando il limite" intervenne Ingrid alzandosi.

"Concordo" replicò Corrado osservando il cellulare.

Ingrid gli si avvicinò. "Tu non farai nulla. Non hai alcun diritto d'intrometterti nella sua vita!"

"E lei invece ha il diritto di giocare con il destino degli altri?" domandò lui drizzandosi e mettendo una mano su un fianco.

"Qui nessuno gioca" s'intromise Perla accomodandosi di nuovo in poltrona. "Pensavo di essere stata chiara. Vorrei essere sincera, ma ci sono cose che..." Sentì un groppo in gola che non le permise di finire.

Ingrid toccò una spalla di Corrado. "Pensaci. Secondo te raccontare una cosa così alla segreteria telefonica di un pet shop è la soluzione migliore? Non dovrebbe essere Perla a parlarne a sua mamma? Non è meglio confrontarsi a quattr'occhi?" Il ragazzo continuava a tenere la testa bassa. "E guardami quando ti parlo" proseguì lei girandogli il mento nella sua direzione.

Corrado si allontanò e si sistemò gli occhiali. "Ma lei non vuole dire nulla, è questo il problema. A mali estremi, estremi rimedi."

"Prima o poi capirà che sta facendo il più grande sbaglio della sua vita" obiettò lei indicando l'amica.

"E quando?" chiese lui con un sorriso beffardo. "Quando nascerà il bambino e non saprà il suo cognome?"

"Magari quando smetterai di assillarla con le tue domande" rimbeccò lei, costringendolo a sedersi.

Lui si accomodò sbuffando e Ingrid ritornò al suo posto, scocciata per l'atteggiamento angosciante dell'amico. Perla aveva bisogno di calma e lui la stava mettendo troppo sotto pressione.

Nel frattempo nell'open space si fece buio e Ingrid si alzò di nuovo per accendere la luce. Dalla finestra riuscì a vedere il cielo plumbeo che aveva coperto il sole. Forse anche lui si era stufato di sentire quella cantilena secondo cui la verità fosse la panacea di tutti i mali.

"E quindi?" domandò Corrado dopo qualche secondo. "Cosa propongono le vostre menti?"

La studentessa appoggiò il gomito sul bracciolo. "Devo prenotare una visita dal mio ginecologo di fiducia, che tra l'altro lavora in ospedale. Gli spiegherò tutto nel dettaglio, perché voglio capire quando potrò fare il test per stabilire il padre."

"E prima di allora?" la incalzò Corrado stendendo le gambe, che arrivarono sotto il tavolino. "Come ti comporterai nei prossimi giorni non sapendo di chi è il bambino?"

"Aspetta un attimo" lo bloccò Ingrid. Si rivolse all'amica e continuò: "Se è il tuo ginecologo di fiducia significa che... è anche quello di tua mamma?" Si ricordava che Perla le aveva accennato qualcosa, in passato.

La ragazza si morse l'interno della guancia. "Esatto, ma c'è il segreto professionale."

Corrado assottigliò gli occhi piccoli. "Non sarebbe meglio andare altrove? Lo metteresti in difficoltà... e lo saresti tu stessa."

I Segreti dell'AlbaWhere stories live. Discover now