22 - Resisti ancora un po'

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Dopo quell'urlo che le aveva quasi strappato le orecchie, Ingrid si precipitò nella stanza in fondo al corridoio

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Dopo quell'urlo che le aveva quasi strappato le orecchie, Ingrid si precipitò nella stanza in fondo al corridoio. Corrado aveva una mano sul petto e le palpebre sbarrate. Al centro della camera vi era un letto, sopra al quale si trovava il corpo di un uomo a pancia in su.

"Respira?" chiese Ingrid. Il sospetto che fosse morto s'insinuò come l'acqua nell'anfratto di una cascata.

"Non so... Ho acceso la luce e l'ho visto così. Mi sono spaventato, nelle altre... nelle altre stanze non c'è nessuno."

"È il padre di Viola?" domandò Ingrid dopo aver fatto un passo in avanti sul parquet a rombi asimmetrici.

"No, è mio nonno che finge di prendere il sole. Certo che è il padre di Viola!"

Ingrid gli lanciò un'occhiataccia: non riusciva a mantenere un tono serio neanche in una situazione come quella. Si era ripreso in fretta dallo spavento.

"Non c'è nessun altro?" indagò lei.

Lui scosse la testa e si avvicinò all'uomo: le braccia erano disposte lungo i fianchi, il viso sembrava sereno. Sul corpo non c'erano segni che corrispondevano a un'aggressione o qualcosa di simile.

"Guarda se respira, io chiamo un'ambulanza" propose lei prendendo il cellulare dalla borsa.

"Sì" replicò lui e incurvò la schiena. "Non sento nulla." Appoggiò un dito tremante alla base del naso, per verificare l'eventuale flusso d'aria. "Non... non so se respira, non sento nulla."

Dopo qualche secondo, percepì un lieve solletico a contatto con la pelle e si allontanò. "Aspetta, respira. Debole, ma respira."

Ingrid tirò un sospiro di sollievo e compose il numero.

"Devo scuoterlo?" domandò Corrado, riflessivo. "Ho visto un film in cui un tizio si riprendeva a suon di ceffoni."

"Non mi sembra una buona idea" rispose lei reprimendo l'istinto di ridere. "E poi non lo faresti mai."

"Giusto... Potrei gridargli all'orecchio!"

Ingrid alzò un sopracciglio. "Se non si è svegliato con l'urlo di prima, dubito che possa funzionare." Camminò, in attesa che rispondessero al telefono. Si fermò davanti a una foto, sul mobile davanti al letto, ritraente Gustavo e la moglie il giorno del matrimonio. Sorrise vedendo le loro occhiate complici.

In quel momento sentì un colpo di tosse e si voltò: l'uomo disteso nel letto stava aprendo gli occhi, schermandoseli con un braccio per la forte luce, e poi si distese su un lato, coprendosi il viso con le mani.

Corrado spense l'interruttore, per aiutarlo a riconnettersi con la realtà. Il corridoio e la stanza adiacente, quella della figlia, erano abbastanza illuminati da garantire una buona visibilità.

"Corrado?" domandò l'uomo con la voce impastata.

"Sono io, ti... ti senti bene?"

L'uomo si spostò a pancia in su. "Ho... male alla testa, sembra che mi prendano a martellate..." Guardò davanti a sé e distinse una figura femminile. "Viola?"

I Segreti dell'AlbaWhere stories live. Discover now