19 - Ordini dall'alto

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Riccardo spalancò le palpebre, sorpreso

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Riccardo spalancò le palpebre, sorpreso. "E-ehi, Elettra. Non mi aspettavo di vederti..."

"Ho preso qualcosa per il mio ometto" rispose lei alzando la borsa di K-Way. "Mirko aveva bisogno di una giacca, le giornate cominciano a diventare fredde."

L'uomo indicò il negozio a due piani. "Lo capisco, ma dovevi proprio prenderlo qui? Costa tutto un occhio della testa... Non potevi andare in un outlet?" Si guardò intorno, febbricitante. S'impose di mantenere la calma e sostenere una conversazione il più naturale possibile. Ogni gesto poteva tradirlo, doveva prestare attenzione.

"Cercavo qualcosa di comodo che potesse indossare anche nei prossimi mesi. Mirko veste bene questa marca e cresce in fretta, meglio spendere di più. Conosco una delle commesse, è mia cliente. Ricordi? È quella che ha il maialino in casa..."

"Ah, sì" tagliò corto lui stringendo la valigetta con una mano. La pelle sudava. Per un attimo incrociò l'auto di Corrado e pregò che Elettra non la riconoscesse. Non sapeva nemmeno se lei fosse a conoscenza del modello dell'auto del ragazzo.

"Tu, invece?" gli disse dopo un bacio a fior di labbra. "Aspetti qualcuno?"

"Cosa?" domandò lui, alle strette. Le labbra vibrarono e con la mano libera si massaggiò la nuca. "Certo." Guardò a destra e a sinistra, fingendo di essere alla ricerca di qualcuno. "Mi ha chiamato un ragazzo chiedendomi di dargli ripetizioni. Gli ho detto di sì e mi ha proposto di incontrarci qui. Penso che andremo a casa sua o in un'aula studio, boh."

"Ah, strano che non ti abbia dato direttamente appuntamento lì."

"La... lavora qui vicino, mi sa che faremo un pezzo di strada insieme" replicò lui con tono neutro. Terminò la frase con un sorriso forzato, il sigillo dell'ennesima bugia.

Lei spostò la borsa sull'altra mano e indicò la valigetta di Riccardo. "Se non ti conoscessi, direi che mi nascondi qualcosa" e gli accarezzò una guancia.

"Qui ho il manuale di Latino e il libro con tutte le versioni. Si è rotto il mio solito zaino e..." Lasciò cadere la frase e fece un rapido sorriso. In fondo, era vero: la cinghia dello zainetto si era rotta e, anche se avesse dovuto dare ripetizioni, avrebbe comunque usato quella valigetta. L'unica verità in una catena di menzogne, anche se era troppo poco per impedirgli di colpevolizzarsi. Continuò a guardarsi intorno e diede un'occhiata al cellulare. "Mi sa che è in ritardo..."

"Prova a chiamarlo."

Una mamma passò accanto a loro, due bambini per mano e le spalle ingobbite da zaini.

"Ottima idea" commentò lui con lo sguardo basso.

"Poi fammi sapere, ti aspetto per cena" gli disse lei dopo un bacio a stampo.

Riccardo rimase imbambolato. Quindi Elettra se ne andava? Non doveva fingere di telefonare a qualcuno mentre lo osservava?

"O-okay..." fu ciò che uscì dalla sua bocca. Fissò Elettra mentre svoltava verso via Roma e, quando se ne fu andata, fece un grande sospiro. Lanciò un'occhiata alla macchina di Corrado e si massaggiò la fronte calda.

I Segreti dell'AlbaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin