51 - Dovresti ringraziarmi

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Fiammetta rimase immobile, la bocca spalancata e gli occhi strabuzzati

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Fiammetta rimase immobile, la bocca spalancata e gli occhi strabuzzati. Mai nella vita si sarebbe aspettata di trovarsi in una situazione simile. Fece un passo indietro, come se allontanarsi l'aiutasse a riprendere il controllo. "A-Aspetta..." Si passò le mani nel caschetto blu elettrico e si voltò verso lo specchio del lavabo, pensierosa. Batté un veloce pugno sulla superficie di ceramica e si girò verso la ragazza. "Da quanto lo sai?"

"Fine settembre."

Fiammetta camminò avanti e indietro, il cervello incapace di elaborare quelle informazioni. "Quindi... quando ci siamo incontrate la prima volta lo sapevi già?" Alzò la voce: "Quando mi hai parlato in quell'aula sapevi della mia relazione con Guglielmo e di aspettare un figlio da lui? Rispondi, cazzo!"

Perla indietreggiò e finì contro il dispenser. Mostrò i palmi delle mani e si umettò le labbra secche. "Non doveva finire così..."

"Ti ho detto di rispondere!" gridò, la voce acuta che rimbombava nel bagno.

Perla iniziò a tremare e abbassò lo sguardo sul pavimento scuro. Aveva appena detto a Corrado che era solo questione di stare zitti e aveva parlato di quell'argomento con nonchalance con lei, incurante delle conseguenze. Annuì piano. "Sì, sa-sapevo tutto. È per questo che mi sono avvicinata a te..." Si schiarì la voce. "Volevo capire se la sua era solo una sbandata o qualcosa di più serio."

Gli occhi di Fiammetta si gonfiarono di lacrime, la vena del collo in evidenza. "Credevo ti fossi avvicinata per conoscermi..." Si sfregò gli occhi. "Come... come hai saputo di noi due?"

Perla mantenne lo sguardo sul pavimento. "Vi ho visto baciarvi davanti al suo locale. Avevo appena saputo di essere incinta e sono corsa a dirglielo."

Fiammetta strinse il lembo della borsa a tracolla. Forse doveva darsi dei pizzicotti per capire se stava sognando. Tese un braccio verso Perla e scosse la testa. "Perché non ci hai detto nulla? Perché non me ne hai parlato il giorno dopo? Dovevo saperlo" e si toccò il petto. "Dovevo sapere che mi stavo innamorando di qualcuno che aspettava un figlio da un'altra."

Perla rinsaldò la presa sulla borsa a tracolla. "Veramente sono due gemelli... maschi, l'ho scoperto venerdì scorso."

"Due gemelli" ripeté Fiammetta, monocorde. "Due gemelli..." Quelle parole sembravano appartenere a una lingua sconosciuta.

"Perdonami. Mi sembrava la soluzione migliore, ma... mi sbagliavo."

Lei fece una risata isterica. "La soluzione migliore? Cazzo, mi hai mentito per mesi! Mi hai fatto la morale criticando le mie bugie... Che razza di donna sei?" Si avvicinò. "Un'ipocrita che rigira le situazioni a suo piacimento. Ti credi il centro del mondo, ma non meriteresti nemmeno di stare alla sua periferia."

Perla incurvò le spalle e chiuse gli occhi. Voleva tapparsi le orecchie per non sentire quelle parole dette con una lucidità disarmante. Le stava sbattendo in faccia la realtà con una tranquillità che le faceva ancora più paura di cento grida.

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