80 - Fermati prima che cambi idea

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Viola indietreggiò

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Viola indietreggiò. "S-Si chiamava Pearl?" Alzò un braccio per togliersi una ciocca di capelli ramati dalla fronte, ma la mano rimase a mezz'aria. La sua mente era arrivata a conclusioni a cui aveva paura di dare voce, la gola stretta dallo sgomento.

"Esatto" continuò Germana sistemandosi per l'ennesima volta sulle spalle la stola in chiffon. "Era l'unico raggio di sole in quell'inferno. La mia felicità è cominciata quando è nata e si è spenta quando mi ha lasciato." Un altro largo sorriso le incorniciò gli zigomi rifatti. "Guardarla ti trasmetteva una gioia immensa e non potevi fare altro che contemplarla, a volte scordandoti del passare del tempo." Si voltò di nuovo verso la balaustra. "Forse... dentro di me sapevo che quella felicità non sarebbe durata e volevo che i miei occhi ne catturassero ogni istante... in modo che potessero darmi la forza di affrontare la vita dopo di lei."

Viola sentì l'ennesimo brivido sulla schiena. Era tentata di chiederle maggiori informazioni sulla sua fine. "Sono certa... che sua figlia sarebbe fiera della donna che è diventata."

Germana irrigidì la schiena e si girò di tre quarti, una mano che accarezzava la balaustra in ferro. "A te non frega niente di lei." Viola perse un battito a sentire quel solito tono tagliente. "Te lo leggo in faccia." Viola cercò di elaborare una frase sensata, ma Germana l'anticipò. "Da quando ho pronunciato il suo nome ti chiedi una cosa sola e non hai il coraggio di dirmelo. Sbaglio?" Germana si versò da bere e sorseggiò in attesa di una sua reazione.

Viola si schiarì la voce. "Beh, deve ammettere che è un po' strano..." Incrociò le braccia al seno, in segno di difesa. "La figlia di Elettra si chiama Perla e..."

"E allora?" la incalzò alzando di poco il bicchiere. "Cosa insinui?"

Viola strinse le labbra in una linea sottile. "Nulla. Le auguro una buona serata."

Si girò, ma la voce di Germana la portò a rivoltarsi. "Io ed Elettra siamo grandi amiche e sì, il pensiero di cui non hai il coraggio di assumerti la responsabilità ha un piccolo fondamento... ma le età non coincidono. Se la mia Pearl fosse ancora viva avrebbe qualche anno in più di Perla... e sarebbe molto più intelligente di lei."

Viola inclinò il capo. Germana non perdeva mai occasione di denigrare la figlia di Elettra: da espressioni di disprezzo a veri e propri commenti di disgusto. Perché la odiava tanto?

Viola si avvicinò alla balaustra. "Quella ragazza non le piace proprio, eh? Chissà cosa penserebbe Elettra se la sentisse..."

"Le direi volentieri in faccia che sua figlia è una troietta da quattro soldi."

Viola smise di contemplare le morbide forme della collina torinese per voltarsi verso di lei. "E cosa la frena dal dirglielo?" La conversazione si stava rivelando sempre più interessante. Stava per avere ulteriore conferma dei suoi sospetti.

Germana si coprì con lo stelo l'ampia scollatura del vestito nero che evidenziava la sua femminilità. "Scommetto che neanche a te sta tanto simpatica... Eppure quando è venuta qui la Vigilia di Natale eravate complici."

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