55 - Un rispetto sospetto

71 16 37
                                    

Perla incrociò le braccia sotto al seno

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Perla incrociò le braccia sotto al seno. "I-Io non sono una pecora..."

"E questo non è un ovile. Era solo un modo di dire, ero ironica."

La ragazza piegò le labbra in un sorriso di disprezzo. "Se avessi voluto ridere, sarei andata altrove."

Germana le indicò la sedia in stile impero davanti alla scrivania. "Siediti, oggi sei di cattivo umore."

Perla si limitò a posare una mano sullo schienale imbottito. "Preferisco stare in piedi, non mi fermerò molto."

"Menomale, tra poco avrò ospiti e non voglio che ti vedano" commentò spostando dei documenti su un lato della scrivania. "Potrebbero scambiarti per mia figlia."

Perla si mordicchiò la lingua. "Sarebbe un disonore per te?"

Germana sistemò alcuni fogli nel cassetto. "Per essere di fretta, hai molto tempo da perdere" e chiuse lo scomparto con un colpo secco. "Sarebbe imbarazzante per te incontrare persone con un così alto senso del buongusto."

Il tono canzonatorio non sfuggì alle orecchie di Perla. La ragazza appoggiò anche l'altra mano sullo schienale: le avrebbe volentieri lanciato la sedia addosso, ma stava solo cercando di provocarla come sempre. Ogni loro conversazione era un eterno duello di parole. Si schiarì la voce. "Ho... bisogno di te." Quella frase le provocò una vampata di calore che le fece togliere il piumino rosa e appenderlo sulla sedia. "Conosci Guglielmo, vero?"

Germana raddrizzò la schiena, interessata. "Certo, sembra una scopa di saggina nelle mani dei genitori."

Perla spostò lo sguardo verso la libreria che occupava tutta la parete: era certa che di quei volumi antichi non ne avesse letto nemmeno uno. In un angolo la statua alta un metro di un leone in marmo bianco sembrava invitarla ad andarsene, pronto ad attaccarla. "Ci siamo lasciati, adesso sta con..."

"Fiammetta" completò la frase Germana, un sorriso malizioso circondava gli zigomi rifatti.

Perla assottigliò gli occhi. "Te l'ha detto mamma?"

La donna girò lo sguardo verso la finestra con la serranda semiabbassata, dalla quale s'intravedeva la neve. "Sì, mi ha raccontato tutto, anche della reazione della ragazza quando ha visto il vostro bacio. Cristo, quanto avrei voluto essere presente" e rise isterica. Perla chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Le stava per uscire il fumo dalle orecchie dalla rabbia, quell'arpia metteva a repentaglio la sua già fragile stabilità mentale. "In fondo me l'aspettavo" continuò, controllando il bracciale in acciaio al quale erano legate tre pietre bianche di diversa forma. "Sembravano complici quella sera."

Perla corrugò le sopracciglia folte. "Quella sera?" Si passò una mano tra i capelli castani. "C'eri anche tu al galà organizzato dai genitori di Guglielmo?"

Germana allargò le braccia. "Sono la moglie del defunto avvocato Antonio Panfi, non potevano non invitarmi. Mio marito non si perdeva nessuna serata di beneficenza. E si dà il caso" continuò risistemandosi le spalline dell'abito blu elettrico, "che la famiglia Santospirto abbia inoltrato l'invito ai cittadini più stimabili, inclusa me."

I Segreti dell'AlbaWhere stories live. Discover now