47 - Noi abbiamo bisogno di te

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Fiammetta drizzò la schiena, gli occhi azzurri sulle file di banchi doppi intorno a loro

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Fiammetta drizzò la schiena, gli occhi azzurri sulle file di banchi doppi intorno a loro. "Così mi preoccupi..."

Perla si umettò le sottili labbra secche, la salivazione a zero. "È un peso che porto dietro da tempo e... è giusto che tu lo sappia, visto che tieni a Guglielmo." Si schiarì la voce, si guardò intorno e bisbigliò: "Non so se è il posto giusto per raccontarti una cosa come questa, ma devi sapere."

Fiammetta annuì e, per dominare la preoccupazione che le avvolgeva le dita, sfogliò il quaderno.

Perla si tirò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Quella sera, al Cuspide, io e Guglielmo abbiamo parlato e ho capito che..." Lo sguardo si concentrò su un foglio che spuntava dal quaderno dell'amica, sul quale s'intravedeva un mento disegnato. Corrugò la fronte e lo indicò. "Cos'è?"

"Cosa?" chiese distratta l'altra, guardando poi la direzione del dito. "Ah, quello." Scorse le pagine, finché estrasse un foglio che lasciò Perla senza fiato.

Fiammetta aveva disegnato il viso di Guglielmo e la sua bocca si schiuse dalla sorpresa per quanto fosse ricco di dettagli: il viso oblungo incorniciato dai capelli corti mossi, le sopracciglia scure e folte che sostenevano il naso aquilino e il pizzetto nero a due punte che quella sera aveva accarezzato quando erano stati vicini in bagno. Più che un ritratto, sembrava una fotografia. Gli occhi scuri sprizzavano la stessa intensità di cui si era innamorata la prima volta che l'aveva visto. Rimase per secondi imbambolata, come se non riuscisse a distogliere lo sguardo.

"Sei..." iniziò a fatica, estasiata, "bravissima. Complimenti." Si accorse di avere il foglio in mano.

Fiammetta schioccò le labbra sottili in una smorfia. "È solo uno schizzo pieno di imperfezioni, devo ancora definire il mento."

Tentò di riprendersi il foglio, ma Perla trattenne la presa: non smetteva di guardarlo, come se in esso riuscisse a trovare il motivo per cui si era innamorata di lui. Quel sorriso gentile che rivolgeva soltanto alle persone care le mancava come l'aria. Guglielmo era sempre stato avaro di baci e carezze. Non che fosse anaffettivo, ma dava loro un grande significato e il suo sorriso sincero compensava ogni mancanza.

Fiammetta iniziò a tirare il foglio e rise. "Ehi, puoi lasciarlo?"

Perla si riscosse e annuì, intrecciando le mani. "Scusami, ero sovrappensiero." Mise le braccia conserte. "Hai un grande dono, non capisco perché in Accademia non ti abbiano ammessa. Era a numero chiuso?"

L'amica sistemò il foglio nel quaderno. "Sì, ma a parte questo... quello non era un bel periodo." Sospirò e accese la plafoniera sopra il loro viso per leggere meglio. "Stavo vivendo una crisi creativa, un blocco... Per essere ammessa avevo un compito da svolgere e ho fatto fatica: quando tracciavo una linea, andavo in paranoia." Aprì il manuale di Storia del cinema e iniziò a sfogliarlo. "Non ero ispirata e alla fine ho creato qualcosa che non mi soddisfaceva, quindi chissà cos'ha pensato la commissione." Si fermò davanti a due pagine e si rivolse a Perla: "A fine settembre ho incontrato Guglielmo e tutto è cambiato. Lui è la mia fonte d'ispirazione più grande e quel ritratto... è un regalo per lui."

I Segreti dell'AlbaWhere stories live. Discover now