25 - Mi sono sentito potente

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"M-mamma

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"M-mamma..." bisbigliò Perla, mentre la madre correva verso di lei.

Elettra, giunta a pochi metri, si toccò il petto per regolarizzare il respiro. Era rossa in viso, gli occhi fuori dalle orbite. "Penso... di aver perso dieci anni di vita."

Il ginecologo le si avvicinò. "Si sente bene? Si accomodi, vuole un bicchiere d'acqua?"

"No." Col viso indicò la figlia. "Voglio... parlare con lei."

Il medico aggrottò la fronte, una cartella in una mano, e si voltò incerto verso Perla.

La ragazza aprì la bocca, ancora stupita, e la richiuse facendo un sospiro. Il sangue bruciava nelle vene.

Elettra guardò lo studio del medico e la figlia. "Allora è vero... sei incinta!" La voce denunciava, oltre alla fatica della corsa, anche irritazione. Come poteva sua figlia non averle detto nulla? Non si fidava di lei?

Perla si massaggiò il braccio sinistro con la mano. "Mi dispiace, mamma, io..."

"No, adesso parlo io" la zittì perentoria. Cercò gli occhi della figlia, ma il suo sguardo era puntato sul pavimento bianco gommato. Non poteva vedere le sue iridi, non poteva capire se era sincera. "Come hai potuto nascondermi una cosa simile? Ma ti rendi conto della vergogna che ho provato quando l'ho sentito dalla bocca di qualcun altro?" La ragazza alzò la testa, le lacrime che sbucavano alla base degli occhi. Elettra avvicinò due dita della mano. "Mi sono sentita piccola così. Come se non conoscessi mia figlia, come se..."

"E tu ti rendi conto della paura che ho provato quando l'ho scoperto?" urlò Perla. 

La madre annuì. "Certo, anch'io ho scoperto di essere incinta da giovane..." Si bloccò, ricordandosi del momento in cui gliel'aveva rivelato sette giorni prima. Ecco a cosa era dovuta quella barriera che la figlia aveva eretto nelle settimane precedenti. Le sue risposte a monosillabi, i sorrisi e le pacche sulle spalle che trasudavano falsità.

La figlia continuò a massaggiarsi il braccio, confusa. "Beh, io l'ho voluto tenere per me. Non tutti reagiscono allo stesso modo."

Elettra si umettò le labbra tonde. "Capisco, ma ti sarei stata vicino." Le sorrise e si asciugò con una mano la fronte sudata. "È una notizia bellissima, avrei voluto vivere questi primi giorni con te. Da quando lo sai? Hai fatto il test da sola?"

"Scusate" s'intromise il ginecologo. "Perla dovrebbe entrare, ho altre pazienti che mi attendono."

Elettra prese una mano della figlia e le sorrise. "Possiamo entrare, c'è la mamma con te." La ragazza si liberò dalla stretta e negò con la testa. "Tesoro, hai sentito il medico, non possiamo farlo aspettare."

"No, non posso entrare con te, io... no." Perla guardò lo studio e sentì l'irrefrenabile desiderio di scappare. Avrebbe voluto essere altrove.

"Perché fai così?" le domandò con occhi dolci. La figlia tremava come un gattino impaurito. "Ci sono io con te, prometto che sto brava."

I Segreti dell'AlbaWhere stories live. Discover now