68 - Non giudicarmi

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Elettra si voltò verso l'uomo seduto e si rivolse a Olga: "Non ha alcun diritto di parlarmi così

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Elettra si voltò verso l'uomo seduto e si rivolse a Olga: "Non ha alcun diritto di parlarmi così... sono sua sorella!"

"Si può chiamare sorella una persona che non senti per anni, nemmeno per scambiarsi gli auguri di Natale? Oscar ce l'ha sempre dipinta come un fantasma, perché questo è per lui: uno spettro da dimenticare."

Elettra indietreggiò e si batté una mano sulla fronte. Si portò la borsa sull'altra spalla e le si avvicinò. "Sarà pure la compagna di mio fratello, ma per me lei è una sconosciuta e non starò qui a raccontarle perché ho eretto questo muro tra noi. Anzi, io non ho alzato niente: è stato lui ad andarsene, a voltare pagina lontano... io ho rispettato la sua volontà."

Olga fece una smorfia. "L'ha fatto perché si è sentito abbandonato da lei, che l'ha trattato come un traditore."

Elettra spalancò gli occhi, attonita. Come si permetteva quella sconosciuta di giudicare le sue scelte? Si umettò le labbra secche. "Mio fratello avrebbe dovuto pensare alla sua famiglia, ai sacrifici che aveva fatto per rendere Lavanda la migliore pasticceria del quartiere, se non di Torino. E invece no... è corso dietro alla gonnella di quella giocatrice d'azzardo e per colpa sua stavamo addirittura per perdere la casa! E poi il mostro sarei io che mi sono permessa di arrabbiarmi con lui? Come faccio a dimenticare certe cose?"

"Esatto, brava" commentò Olga con un sorrisetto furbo. "Oscar desiderava tanto dimenticarsi di lei."

"Siete impazzite?" intervenne l'uomo che fino a quel momento era rimasto seduto. "Questo è un ospedale, non un porto di mare. Abbiate almeno rispetto per i pazienti."

Elettra si massaggiò una tempia, guardandosi intorno. Forse la sua unica speranza per vedere il fratello era far accorrere un infermiere e dunque doveva continuare a dare spettacolo, per quanto fosse una soluzione estrema.

L'uomo mise una mano sulla spalla della figlia. "Elettra ha ragione... e poi dovresti ringraziarla: se non l'avesse soccorso in tempo, adesso affronteremmo questa discussione all'obitorio."

Olga incrociò per un secondo gli occhi piccoli e castani del padre, nascosti dietro a un paio di occhiali cobalto dalle lenti quadrate. Abbassò lo sguardo e con una mano strinse la sua, ancora appoggiata sulla spalla.

Il padre si rivolse a Elettra con un sorriso cordiale. "Mi spiace per la reazione di mia figlia, è molto scossa. È così legata a Oscar che ha paura che glielo portino via."

Elettra distese i muscoli. Quella voce era entrata nelle sue orecchie come una dolce cantilena e aveva avuto la forza di rilassarle i nervi. "Signore, io voglio il meglio per mio fratello. Non voglio strapparlo a questa vita, solo accertarmi che stia bene." Provò a guardarlo negli occhi, ma distolse lo sguardo e il cuore saltò nel petto. Tossicchiò, come se avesse percepito la stessa vibrazione provata quando l'aveva visto tra le fotografie nel ristorante. "Allora... cosa ha avuto mio fratello? Mi ha detto che soffre di emicrania."

I Segreti dell'AlbaWhere stories live. Discover now