32 - Discorso chiuso

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Elettra alzò il mento, sforzandosi di essere calma

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Elettra alzò il mento, sforzandosi di essere calma. "Viviana, ti prego. Ti chiamo per..."

"Viviana, ti prego un cazzo! Tu hai rovinato Oscar e di conseguenza la mia vita, non voglio avere niente a che fa... a che fare con te!" 

La madre di Perla si drizzò, notando il suo tono alticcio. "Non è stato facile chiamarti, ma devo chiederti una cosa."

"Chi ti ha dato il mio numero?"

Elettra storse le labbra tonde. "Non è importante, abbiamo questioni più urgenti da affrontare. Oscar è..."

"Oscar, Oscar!" ripeté lei storpiando le lettere. "Da quando ti frega di tuo fratello? L'hai buttato in mezzo alla strada, l'hai pugnalato nel momento del bisogno e adesso vuoi ricucire con lui? Continua pure con la tua schifosa esistenza pie... piena di illusioni, a lui non serve una serpe come te."

Elettra si spostò vicino al comodino e mise una mano sul fianco, alterata. "Ascolta, Viviana, lasciamo tutte queste cose da parte, okay? Nella vita ci sono situazioni in cui si deve andare oltre e riallacciare i rapporti."

"L'unica cosa che ti allaccerei è un cappio attorno al collo" sibilò Viviana con tono baritonale. Altri fruscii in sottofondo. "Per ciò che hai combinato a quell'angioletto di tuo fratello..."

"Piantala!" la interruppe Elettra alzando la voce. Non le importava che gli altri potessero sentirla. "Non ho alcuna intenzione di farmi insultare da una manipolatrice come te. È chiaro che sei ubriaca, ti richiamerò domani. Magari ti sarà passata la sbornia!"

"Adesso mi lasci finire di parlare!" urlò la sua interlocutrice. "Per tutto quello che hai combinato a quell'angioletto di tuo fratello, meriteresti di stare dov'è lui ora!"

Elettra si sentì mancare il terreno sotto ai piedi, la nausea che si aggrappava alla bocca dello stomaco. "Ma che cosa dici?" Gli occhi lucidi, la bocca storta. "Dov'è mio fratello? Dove cazzo è mio fratello?"

I rumori dall'altra parte della linea continuarono, così come le risate isteriche di Viviana.

"Tu non sei normale..." pensò a voce alta Elettra. "Oscar si è cacciato in un bel guaio quando si è innamorato di te... Ora mi dirai dove si trova, prima che perda la pazienza!"

"E cosa vorresti farmi?" la provocò Viviana. "Sarò pure una manipolatrice, ma gli ho dato tutto l'amore che gli hai negato per correre dietro ai tuoi... ai tuoi sani principi. Co-Come se nella vita contassero solo quelli!"

"Dove si trova mio fratello?" ripeté Elettra a bassa voce. Ormai era stanca dei suoi insulti, era come parlare a un muro. "Mi hai detto che dovrei essere dov'è lui ora e te lo chiedo un'ultima volta" spiegò con tutto il fiato che aveva in gola. "Dov'è Oscar?" Si era sforzata di urlare quella domanda, ma più che un interrogativo uscì una nenia che la fece piangere per la rabbia. Voleva finire quella conversazione, ma il desiderio di trovare il fratello era troppo forte.

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