59 - Nemmeno io

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Perla si avvicinò alla panchina

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Perla si avvicinò alla panchina. "Cosa ti ha detto Germana di così importante da cambiare il vostro rapporto?"

Elettra continuò a contemplare la scritta sull'architrave del santuario e nascose il viso tra le mani, stanca.

"Allora? Che cosa..."

"Tua mamma ha bisogno di tempo" la interruppe Riccardo, che si sedette vicino alla compagna.

"Non può lasciarci così!"

"Perla, ti prego" ebbe la forza di dire Elettra dopo secondi di silenzio. Si portò un dito tremante alle labbra, nelle orecchie gli avvenimenti di quella notte. Abbassò lo sguardo e le sembrò di affondare i piedi nel fango, il corpo fradicio e un peso tra le braccia. Si toccò una gamba per assicurarsi che i pantaloni fossero asciutti. "Non chiedermi altro." La voce le si spezzò prima di pronunciare l'ultima parola e sentì un braccio di Riccardo accoglierla verso di sé. Si strinse al suo petto, ancorandosi alla spalla come l'unico rifugio di cui disponeva.

Lui le accarezzò i capelli ricci, incurante che qualche ciocca potesse sfiorargli un occhio.

Perla, accortasi della propria indelicatezza, s'inginocchiò ai suoi piedi. "Mamma, perdonami. Non posso capire cosa hai provato..." Le massaggiò le ginocchia, per dimostrarle stupidamente affetto, e notò che la madre tremava: non doveva essere stato facile reggere il peso del ricordo. Non poteva immaginare la vergogna provata dalla mamma nel rivivere quell'orribile periodo.

Perla ripensò ai momenti belli vissuti fino a quel momento, ai sorrisi che le aveva rivolto nelle difficoltà, e non poteva credere che una persona con un inferno simile alle spalle riuscisse ancora a sorridere. Ammirava la sua pazienza ultraterrena nell'aver sopportato quello che comportava la vita da prostituta. Prostituta... La stessa parola usata da suo zio per definirla e mai nella vita l'avrebbe associata a sua mamma.

Elettra si staccò dall'abbraccio di Riccardo e gli accarezzò una guancia, grata, per poi rivolgersi alla figlia. "Alzati, così ti sporchi!" Si sforzò di ridere per scacciare la tensione e allargò le braccia per stringere Perla a sé.

La figlia le diede un affettuoso bacio sulla fronte e distolse lo sguardo da Riccardo. Non sopportava che incrociare le sue iridi, corrispondenti al ricordo di un peccato mai svelato, potesse rovinare quel momento.

"Ora basta smancerie" commentò Elettra asciugandosi gli occhi lucidi. Si alzò e respirò a pieni polmoni l'aria di Garessio. Un profondo sospiro con cui allontanava le ombre di quel racconto. "Parliamo d'altro? Siamo in un posto così bello..." Indicò l'imponente santuario con la cupola in cemento armato alla loro sinistra e la fontana al centro della piazzola.

Perla mise le mani nella tasca del giubbotto. "Magari della crudeltà di Oscar nel trattarti così. Dopo quello che hai passato..."

Riccardo sollevò gli occhi verso l'alto. "Perla..."

I Segreti dell'AlbaWhere stories live. Discover now