35 - Un anno verde, un anno rosa

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A Torino non pioveva così da tempo

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A Torino non pioveva così da tempo. Le gocce di pioggia creavano pozzanghere che bagnavano i piedi dei malcapitati che ci finivano dentro. Le auto sembravano sfrecciare a una velocità ancora maggiore e rischiavano di inzuppare i pedoni sulle strisce pedonali.

Dovunque Corrado guardasse, vedeva solo ombrelli lottare contro il vento e persone inseguite da ambulanti a caccia di un affare. Sono gli unici a guadagnarci pensò strofinandosi le mani. A breve avrebbe lasciato l'università per andare in macchina e sentiva il toast mangiato a pranzo ribellarsi nello stomaco. Speriamo che il piano salti.

"Sembra che non piova più" sentì dietro di lui.

Si voltò e vide Perla e Fiammetta avvicinarsi scrutando preoccupate le porte d'ingresso vetrate. La prima ogni tanto si reggeva all'amica, perché col pavimento scivoloso aveva già rischiato di cadere.

Corrado incrociò le braccia al petto. "Forse nella tua testa. Mi verrà un bel raffreddore, ne sono certo."

Perla gli fece una linguaccia e dalla borsa a tracolla estrasse un ombrello.

Fiammetta strabuzzò gli occhi di un azzurro cangiante. "È fantastico! Adoro la pioggia!" e iniziò a impugnare il suo per ripararsi.

Corrado, che quella mattina aveva dimenticato il parapioggia in macchina, si avvicinò a Perla e disse all'altra ragazza: "Non è piccolo? Il vento te lo porterà via."

I tre fissarono per un attimo la stoffa nera, sottile e in alcuni punti un po' lisa e Fiammetta scosse la testa. "Non succederà. Lo usavo persino nelle bufere di neve a Pont Canavese."

"E non volavi via come Mary Poppins?" commentò Corrado prendendo sottobraccio Perla, che spezzò il silenzio con una risatina. Fu la prima a uscire e ad aprire l'ombrello. "Non farmi scivolare, eh" gli disse, riferendosi al fatto che volesse stare accanto a lei.

"Non farmi scivolare tu. Quando cammini, sembra che sotto i piedi hai i carboni ardenti."

Lei socchiuse le palpebre e indicò il ventre senza essere vista da Fiammetta, che a fatica aprì il suo ombrello. Fu lei a partire per prima e scese le scale davanti all'università come se non avesse paura di cadere. Il suo ombrello non mostrava altrettanta sicurezza, sferzato dal vento.

Perla e Corrado fecero lentamente i primi gradini. "Pont Canavese l'ha visto col binocolo, non credo che usi quell'affare nelle bufere di neve."

"Citu, ci sentirà" lo rimproverò Perla stringendosi nel trench beige che le arrivava al ginocchio.

I due continuarono a commentare, sforzandosi di non ridere, la lotta che Fiammetta, più avanti rispetto a loro, intratteneva con il suo ombrello che non voleva saperne di ripararla. Il vento non pareva darle tregua e la pioggia si accaniva bagnandole il caschetto blu elettrico e l'abito maglione azzurro a collo alto.

"Chissà quante tempeste avrà affrontato quell'ombrello, dopo anni di onorato servizio merita la pensio..." ironizzò Perla, che stava per scivolare. "Attento!"

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