Capitolo 2 - Nessuno sospetta mai di una ragazza graziosa [Revisionato]

356 72 636
                                    

«Che stronzata!» L'uomo schiantò il giornale sul tavolo, facendo tintinnare la tazza di caffè che aveva di fronte. «Non avrebbe neanche dovuto candidarsi, e ora mi venite a dire che ha persino vinto

Chloe lo scrutò di sottecchi, versando lentamente del latte caldo in una tazza bassa e ampia. Sorrise alla ragazza che stava servendo, una graziosa studentessa dai corti ricci scuri: sarebbe volentieri rimasta a chiacchierare con lei, ma non poteva concedersi di trascurare nessuna conversazione che riguardasse i risultati delle elezioni.

Aveva persino portato al Nerea due giornali in più – per errore dell'edicolante, aveva detto – così da far girare tra i tavoli del bar quattro differenti testate, tutte con la foto del nuovo Rappresentante della regione di Hedea in prima pagina e tutte con opinioni differenti in merito alla sua vittoria. Quella che era stata sbattuta sul tavolo era una copia di Lunaria, ancora fedele all'ideologia imperiale, che non aveva timore di sfruttare la libertà di stampa offerta dalla repubblica per parlare contro la repubblica stessa: una voce così estremista scuoteva gli animi in un modo o nell'altro, e fino a quel momento non aveva deluso le aspettative di Chloe.

«Quello di cui Sayfa ha bisogno un corno» proseguì l'uomo, picchiettando l'indice contro il tavolo. La donna al suo fianco allungò il collo per leggere il frontespizio, mentre l'altro uomo insieme a loro si accarezzava il mento, pensieroso. Doveva essere parente del primo, forse il fratello: era più giovane e del tutto glabro, a differenza dell'altro che sfoggiava una voluminosa barba e corti ricci rossi, ma la forma del naso e la linea della mascella erano identiche. «Io non lo voglio questo ragazzetto in Concilio.»

«Vacci piano, Verio. Quel ragazzetto è pur sempre il tuo principe.»

«Era il mio principe. Ora non è più un cazzo e dovrebbe starsene fuori dalla politica.» L'uomo rifilò alla donna un'occhiata severa, ma l'altra si limitò a schioccare le labbra.

«Pare che siate in minoranza a pensarlo.» Chloe afferrò un vassoio e si avvicinò con passo leggero, rivolgendo a Verio un sorriso fugace prima di cominciare a raccogliere i bicchieri vuoti dal tavolo adiacente. «Ho sentito dire che vogliono organizzare una festa a suo nome, qui a Mehtap. Ci saranno persino i fuochi d'artificio!»

«Puha!» Il viso dell'uomo pelato si contorse in una smorfia di disgusto, disegnando rughe marcate sulla fronte. «Non li sparano per l'Angelo Michael, ma per questa robaccia sì? Che il Signore della Luce li accechi. Non abbiamo scelto la repubblica per avere di nuovo un Lunae al comando.»

«Non abbiamo scelto un bel niente, è stato quel codardo dell'imperatore Augustus ad abdicare» si lamentò l'altro uomo, aggrottando le sopracciglia sottili. «Era suo fratello, il problema. Prima di lui, Hedea stava benissimo: Augustus avrebbe solo dovuto riportare le cose come stavano, invece ha ben pensato di lavarsene le mani e sbolognare tutto al popolo. E il popolo adesso ha parlato.»

Sollevò il giornale, battendo la mano sull'articolo in prima pagina. L'espressione del fratello si contorse di disgusto, mentre la donna li osservava dubbiosa.

Chloe appoggiò il vassoio sul tavolino vuoto, tirando fuori una pezza dalla tasca del grembiule per pulire la superficie da macchie inesistenti. «Non ti piace la repubblica?» domandò leggera, fissandolo in tralice. Lo sguardo era rivolto alla mano che muoveva la pezza, gesti ritmici e lenti su cui fingeva di essere concentrata. «A sentirti parlare, sembri sperare nel ritorno dell'Impero...»

«E che c'è di male?» sbottò lui, scrollando le spalle. «Andiamo, la repubblica è una pagliacciata: possono chiamarla "Sayfa" e farsi belli quanto vogliono, ma la realtà delle cose è che questo è l'Impero di Hedea e sono stati i Lunae a renderlo così grande. L'Imperatore Folle è stata solo una parentesi.»

BluebirdWhere stories live. Discover now