Capitolo 12 - Se solo ti lasciassi andare [Revisionato]

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Brycen spinse il suo cavallo al galoppo fino in cima alla collina, tenendo gli occhi fissi sull'albero che Chloe aveva designato come traguardo. Non cavalcava da mesi, ma era bastato montare in sella per far tornare indietro il tempo: infilare i piedi nelle staffe e afferrare le redini erano gesti che avevano ancora un sapore familiare, così come l'odore del fieno e del bestiame.

Il cavallo che aveva scelto era più piccolo e magro del suo Karsel, ma anche meno capriccioso: si era mostrato mansueto in sua presenza, lasciandosi sellare senza lamentele, e Brycen aveva familiarizzato in fretta con lui conducendolo in un allegro trotto. Quando Chloe aveva deciso di trasformare quella passeggiata in una gara, però, Brycen aveva lo lanciato al galoppo con un colpo di redini, sfrecciando verso la meta. La competizione non lo attraeva, ma nel momento in cui aveva ascoltato quella proposta se n'era reso conto: aveva davvero voglia di correre.

Sin da quando era bambino non c'era luogo che preferisse alla sua stanza, ma quand'era sopraffatto dalle emozioni negative quelle mura diventavano soffocanti; allora Brycen prendeva un cavallo – la fjord Lorelei, quando era ancora troppo piccolo per uno shire, poi il suo fidato Karsel – e correva via, il più lontano possibile da casa. Cavalcava per i monti innevati di Kholod senza una meta, lasciandosi trasportare dal suono degli zoccoli e dal ritmico movimento del galoppo. Leggere sobillava la sua mente, ma cavalcare allentava la tensione del suo corpo: quando montava in sella non c'erano limiti, regole o giudizi che potessero trattenerlo. Sentiva il vento sferzargli il viso, la neve incastrarsi tra i capelli, ed era la sensazione che più gli ricordava la libertà.

C'era stato un tempo in cui aveva sognato di continuare a cavalcare fin oltre i confini di Zima, fuggendo senza mai voltarsi indietro. Una volta, quando aveva quindici anni, si era addirittura spinto fino alla città di Brethstard; dopo aver smontato da cavallo per riposare, però, non ebbe il coraggio di andare oltre. Gli parve un'idea così folle e stupida che si vergognò persino di averlo pensato e non osò replicarla neanche nelle sue fantasie. Aveva quasi rimosso quel ricordo dalla sua memoria: era così lontano che sembrava non appartenergli.

Non se n'era mai reso conto fino ad ora, ma dopo quel giorno aveva spinto Karsel in corsa sempre più di rado. Non l'aveva portato con sé a Sayfa, non aveva mai pensato di cercare una stalla o un maneggio. Si concedeva qualche passeggiata con Edvokin e Mari quando tornava a Zima in visita, ma da molto tempo non si lasciava andare ad un galoppo sfrenato per il semplice piacere di provare ancora una volta quella sensazione di leggerezza.

"Perché ho smesso di farlo?" si domandò, ma non seppe rispondere.

Era solo un'altra delle tante cose che aveva lasciato indietro, quasi fosse convinto che potesse trovare spazio solo nel suo passato. Per assurdo che fosse, c'era voluta Chloe per spronarlo a fare di nuovo qualcosa che amava così tanto.

Brycen diede uno strattone alle redini quando raggiunse la cima, passando a un cadenzato passo mentre aggirava l'albero. Era minuscolo, se messo a confronto con i grandi pioppi e le querce che popolavano il suo giardino a Zima; persino il più piccolo dei sorbi sembrava più imponente, con il suo fogliame ampio e vaporoso. Il sottile tronco scuro che aveva di fronte sembrava spingere a fatica i rami ritorti verso l'alto, eppure gli splendidi petali rosati che popolavano le sue fronde ancora prive di foglie lo rendevano tanto meraviglioso che Brycen si ritrovò a distendere le labbra.

Donò alcune pacche di ringraziamento sul collo dell'animale e volse lo sguardo a valle, osservando Chloe che si affannava per raggiungerlo. Non aveva indossato dei pantaloni neanche per andare a cavallo: le gambe erano coperte da una calzamaglia, ma dai fianchi scivolava una gonna a balze che ondeggiava quando il vento ne gonfiava le pieghe.

«Non è possibile!» Chloe rallentò l'andatura nel raggiungere il suo fianco. «Non è giusto. Devono averti dato un cavallo più veloce.»

«Possiamo fare cambio, se lo desideri» le propose Brycen, fermando il passo per smontare. «Dubito tuttavia che l'esito cambierebbe, sarei comunque io a vincere.»

BluebirdWhere stories live. Discover now