Capitolo 73 - C'è sempre tempo per risanare la propria anima

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«Hai fatto cosa?!»

La voce di Mindy divenne così acuta da risultare più simile a un fischio. Lo stupore sul suo viso ebbe vita breve: un rosso irato colorò le guance piene, e gli occhi color miele si strinsero per lanciare a Brycen lampi di indignazione. Subito si alzò dalla sedia su cui lui l'aveva invitata a sedere, agitandogli un dito contro.

«Sei un coglione! Il più grande coglione nella storia dei coglioni!» gridò, battendo un piede al suolo. «Dopo tutto quello che ha fatto non solo la perdoni, ma la sposi? Ma che ti dice il cervello?»

«Si tratta solo della Promessa, in realtà» la corresse Brycen. Si schiarì la gola, ma non riuscì a cancellare del tutto il tremore di imbarazzo dalla sua voce. «Non siamo ancora sposati legalmente, né si tratta di qualcosa di imminente. È il giuramento verso le nostre divinità che...»

«Me ne sbatto il cazzo dei tuoi spiegoni» protestò lei, battendo una mano sul tavolo. «Ma io esattamente con chi ho parlato, col muro? Quale parte di "non possiamo fidarci di lei" non hai capito? Non ci posso credere, ti sei fatto abbindolare come un fesso dai suoi occhioni dolci

«Ho le mie buone ragioni per concederle una seconda occasione.»

«E una di queste per caso si trova in mezzo alle sue gambe?»

Brycen strabuzzò gli occhi, balbettando una risposta inconcludente mentre un diffuso rossore gli colorava le guance. Chloe chiuse invece i suoi, concedendosi un lento respiro prima di riaprirli.

«Mindy, ascolta...»

«No!» la fermò subito lei, e lo sguardo che le rivolse era infiammato di una tale rabbia da atrofizzarle il cuore. «Chiudi quella cazzo di bocca! Non dire una parola, non voglio ascoltarti.»

Mai, neppure durante i loro peggiori litigi, le aveva parlato con un tale odio. Mai la sua voce era stata tanto carica di risentimento da raschiare la gola ad ogni parola, quasi fosse il ringhio di un animale feroce. Mai l'aveva guardata come se non desiderasse altro che cancellarla dalla sua vita.

Aveva ragione ad essere furiosa con lei. Aveva ragione, ma questo non lo rendeva meno doloroso.

«Potresti ascoltare almeno me, per cortesia?» tentò Brycen, supplicandola con lo sguardo. «So che sei sconvolta e ferita, hai tutte le ragioni per esserlo. Lo ero anche io, so cosa si prova, ma non possiamo darci le risposte da soli. L'unica che può spiegare le motivazioni dietro al suo comportamento è proprio Chloe.»

Mindy schioccò la lingua contro il palato, incrociando le braccia al petto. «Così può imbottirmi di altre bugie? No, grazie, non ci tengo affatto.»

«Non puoi esserne certa, lo stai dando per scontato senza neanche permetterle di spiegare le sue ragioni» ribattè Brycen. «So che ci ha mentito e non intendo giustificarla per questo, ma-»

«Però l'hai sposata» Mindy arricciò il naso, piccata. «Perché giustamente una si comporta da stronza manipolatrice per anni e noi le diamo pure un premio, mi sembra ovvio! Oh no, dimenticavo: si sente davvero in colpa, povera cara. E ha chiesto scusa, quindi adesso è tutto a posto, una bella botta di spugna e passa tutto!»

Chloe prese fiato, ma un'occhiataccia di Mindy la zittì prima ancora che cominciasse a parlare. Non le piaceva l'idea di lasciare che fosse Brycen a intercedere per lei, né di continuare ad ascoltare quei commenti fatti come se non fosse neppure presente, ma non aveva molta scelta. Così liberò l'aria in un sospiro, le labbra ridotte a una linea sottile.

«Non è un premio, Mindy: è un voto sacro, un impegno a mettere in gioco noi stessi e lavorare insieme in un nuovo inizio» Brycen scandì con cura ogni parola, senza il minimo cenno di alterazione nella voce. «Mi rendo conto che possa sembrare un'assurdità, ma funziona per me; funziona per noi. Chloe ha giurato su Edoi e Hun e io le credo, perciò ho giurato a mia volta che le avrei concesso l'opportunità di provarmi che non ho mal riposto la mia fiducia.»

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