Capitolo 55 - Ciò che hai sempre desiderato

111 13 535
                                    

Chloe gli gettò le braccia al collo non appena entrò in casa, rubandogli un bacio appassionato. Gli lasciò a malapena il tempo di sfilarsi la tracolla e lo afferrò per le mani, trascinandolo allegramente verso il divano.

«Com'è andata? Vieni, devi raccontarmi tutto!»

Doveva essere tornata a casa molto prima di lui, dato che si era già cambiata: aveva ancora i capelli raccolti, ma adesso indossava un corto vestito rosa senza spalline. Quel Kallum non l'aveva trattenuta a lungo, quantomeno.

Brycen si lasciò guidare senza opporre resistenza, ma si liberò del gilet a quadri mentre Chloe si abbandonava tra i cuscini, l'aria vispa e curiosa che mal celava la sua impazienza. Sorrise a vederla così elettrizzata da riuscire a malapena a stare ferma, ondeggiando il busto come se fosse sul punto di spiccare un salto da un momento all'altro.

«È andata molto bene» rivelò Brycen, ma era certo che bastasse la sua espressione a farlo comprendere: le sue labbra erano piegate in un sorriso allegro di cui non sarebbe riuscito a disfarsi neanche se avesse voluto.

Per la prima volta dopo settimane si sentiva davvero felice, persino ottimista. Non un ritaglio di serenità tra i drammi dei suoi parenti, ma la gioia che si provava ad essere finalmente in pace con se stessi, dopo aver superato un ostacolo che sembrava insormontabile.

Si sedette accanto a Chloe e sollevò un braccio in sua direzione, facendole cenno di avvicinarsi: lei si accoccolò al suo fianco, la testa posata contro il suo petto, e lui le baciò la fronte mentre la stringeva a sé per le spalle.

«Innanzitutto ne ho approfittato per scusarmi con Drumainn, riguardo quanto successo l'altro giorno.» Le scoccò un'occhiata eloquente, a cui Chloe rispose arricciando le labbra in un mugolio di comprensione. «Mi preoccupava l'idea che l'accaduto potesse aver influito sul suo parere. Non volevo essere troppo esplicito di fronte a Soleni, ma ho cercato di fargli capire che non era mia intenzione convincerlo utilizzando certi mezzi.»

«E lui?»

«Ha risposto in maniera molto sbrigativa, ma il suo coinvolgimento verso il saggio mi è parso sincero. Si è persino detto interessato ad ascoltare le mie teorie sui Naru, nonostante avessi già specificato che si tratta di concetti ancora da concretizzare.» Uno sbuffo incredulo gli sfuggì dalle labbra. «A tal proposito, volevo parlarti di una questione legata proprio a questo.»

Brycen prese fiato, ma la continuazione di quella frase morì prima di raggiungere le sue labbra. Le aveva promesso di rispettare la sua volontà e non parlare di Maelstrom, ma mettere a tacere la sua mente non era altrettanto facile: da quando era venuto a conoscenza delle sue problematiche, un vortice di pensieri l'aveva travolto, infiammando la sua ispirazione.

Non aveva ancora trovato il momento adatto per dirle che aveva ripreso in mano i suoi appunti sui Naru, né che stava definendo le sue ipotesi sulla base delle nuove informazioni ottenute. L'intuito di Chloe era troppo affinato: se anche fosse rimasto sul vago, avrebbe compreso da sola cosa l'avesse spinto a rimettersi al lavoro.

«Però non c'è fretta, possiamo discuterne dopo» si corresse, allungando un sorriso sghembo. Poteva attendere ancora un po': le probabilità di contenere quel discorso ad una breve parentesi erano pressoché nulle, dopotutto.

Chloe aggrottò le sopracciglia in uno sguardo perplesso, ma annuì. Si puntellò sulle sue spalle usandolo come appoggio per sollevarsi dal divano, modificando la sua postura in modo da sedersi lateralmente, abbandonando le gambe sulle sue.

«Di che avete parlato, di preciso?»

«Abbiamo discusso per lo più sulle prove a supporto del fatto che la Santa Velaj fosse sia una kautiana che una Dotai, e sulla possibile mutazione del Gene 570. Su questo punto sarebbe più corretto dire che loro hanno parlato e io ho ascoltato, in effetti» ammise Brycen, lasciando scorrere distrattamente le mani sui capelli di Chloe. Accarezzarli lo rilassava; a volte si ritrovava a rigirare le sue ciocche sottili tra le dita senza rendersene conto. «Non è ancora chiaro perché il Gene si manifesti rendendo la pupilla grigia, ad esempio, ed è possibile che la mutazione abbia interessato anche altre parti del corpo. Perciò la pelle candida e i capelli bianchi della Santa Velaj potrebbero essere causati dalla sua particolare condizione, ma ovviamente sono solo speculazioni: per dirla in modo semplice, Drumainn era focalizzato sul capire se il Gene 570 abbia lasciato segni tangibili su cui poter studiare.»

BluebirdWhere stories live. Discover now