Capitolo 30 - Non preoccuparti [Revisionato]

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Brycen disattivò la sveglia in un mugugno, stropicciando gli occhi. Si concesse un ampio sbadiglio prima di aprirli, poi allungò un braccio verso Chloe.

«Buongiorno, amore» mormorò, ma la sua mano trovò solo le lenzuola. «Tesoro?»

Brycen ruotò la piccola Pietra di Sihir nel castone del suo comodino, finché ogni punta metallica non si allineò alle incisioni nella gemma. La tecnologia zimea non era avanzata come quella di Sayfa, ma era più rapida: la Pietra brillò subito di luce intensa, rischiarando ogni angolo della stanza – vuota, così come l'altra metà del letto. La camicia da notte di Chloe giaceva sullo scrittoio, al posto dei suoi abiti. Mancavano anche la borsa e le scarpe; era già andata via?

Un sospiro sfuggì dalle labbra di Brycen mentre si alzava. Si avvicinò allo scrittoio e trovò quello che cercava, un foglietto ripiegato con un cuore disegnato sopra.


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Brycen arricciò il naso. Torna pure a dormire... Perciò era uscita con l'intenzione di rientrare prima della sveglia; doveva aver perso la cognizione del tempo, di nuovo. Ritardi e posticipazioni erano una costante nella vita di Chloe: talvolta dimenticava persino di mangiare o dormire, quando non si tratteneva a casa di Brycen per la notte. Quante altre volte avrebbe dovuto rimproverarla per la sua disorganizzazione? Energia e salute non le mancavano, ma a lungo andare quello stile di vita l'avrebbe prosciugata.

Brycen sospirò. Lavò il viso e legò i capelli in una treccia morbida, indossando la vestaglia prima di scendere al piano terra. Le avrebbe fatto una ramanzina a riguardo, ma al momento sperava solo che tornasse in tempo per fare colazione insieme prima di andare al Nerea. Nell'attesa avrebbe preparato il caffè e...

Il fruscio del vento gli accarezzò le orecchie, smuovendogli i ciuffi rimasti sciolti ai lati del viso. Chloe aveva aperto le finestre per far circolare l'aria? Brycen aprì le pesanti tende scure, rischiarando il salone con la pallida luce del sole autunnale che filtrava dal fitto grigiore di nubi. Pozze d'acqua bagnavano il giardino e nuova pioggia era imminente, appestando l'aria di un'umidità opprimente.

Chloe era uscita a passeggiare con un clima simile? Quantomeno era stata abbastanza furba da non aprire le finestre, che avevano tutte le imposte sigillate. Eppure, quel vento...

Un nuovo refolo gli solleticò il collo, ululando in un fischio sottile. Brycen si voltò verso la porta d'ingresso e un sussulto lo scosse, attorcigliando lo stomaco. Uno dei pannelli di vetro che ne decorava l'anta, quello più vicino alla maniglia, era rotto: sull'intelaiatura di legno restava solo qualche punta a delineare il vuoto con bordi irregolari. Brycen osservò quei dettagli farsi sfocati mentre il cuore martellava tra le tempie, poi strinse gli occhi e si precipitò a dare un'occhiata. C'erano meno frammenti di quanto avrebbe pensato – no, ce n'erano pochi all'interno; oltre la soglia, disseminate sul tappeto d'ingresso, le schegge rivestivano i gradini. Se qualcuno avesse rotto il vetro per entrare in casa, come temeva, non sarebbe dovuto essere il contrario?

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