Capitolo 70 - Caro Brycen

48 12 195
                                    

«Se ha scritto qualcosa anche a te, non leggere» lo aveva ammonito Mindy il giorno successivo. «Strappa la busta senza neanche aprirla, non si merita altro.»

Categorica. Se avesse controllato insieme a lei la cassetta della posta, Brycen era certo che gli avrebbe strappato dalle mani sia la busta che i taccuini con cui era arrivata, gettando ogni cosa tra le fiamme del camino.

Proprio come lui aveva fatto con le lettere di Bethelie, anni prima; erano bastati pochi minuti per ridurle in cenere, con il sigillo in ceralacca ancora integro, ma tre anni non erano riusciti a cancellare via il rimorso.

Brycen chiuse gli occhi, accasciandosi sul tavolo. Abbandonò la fronte sul legno in un sospiro, nascondendo la testa tra le braccia per proteggerla dalla luce che filtrava dalle finestre.

"Mindy ha ragione" si ripeteva. "Non devo lasciarmi suggestionare dalle sue bugie. Qualunque cosa ci sia scritto, probabilmente è solo un trucco per farmi cedere."

Lo stomaco si contorse, spezzandogli il fiato. Suonava così meschino; possibile che la sua Chloe fosse capace di qualcosa di tanto subdolo?

"Non è la mia Chloe" si corresse. "Non è neppure Chloe, è soltanto Kiyoko."

Kiyoko, Kiyoko, Kiyoko. Suonava così male. Sembrava sbagliato, come quando si ripete un termine così tante volte da fargli perdere significato, mutandolo in un suono confuso.

E poi, poteva davvero dirsi stupito? Chloe non aveva esitato a ricattare Drumainn, e quello era solo il caso più plateale. Brycen aveva lasciato correre così spesso sulle sue insistenze, sui sotterfugi, sul modo che aveva di rigirare le situazioni a suo vantaggio - e chissà in quante occasioni non si era accorto di essere caduto vittima delle sue manipolazioni.

Eppure non riusciva a disfarsi di quella lettera. L'aveva lasciata sul tavolo per un giorno intero, ma più si imponeva di non pensarci e più continuava a fissarla, sfiorandola con lo sguardo ogni volta che attraversava la stanza.

Brycen sollevò il capo in uno stanco sospiro, allungando una mano verso la busta. Poteva sentire lo sguardo di Mindy bruciargli la schiena mentre si rigirava la carta tra le dita, persino se l'amica non era con lui. Poteva sentirla ripetere "Non farlo, è solo un modo per abbindolarti" mentre accarezzava con il pollice le lettere che componevano il suo nome, vergate con una calligrafia che avrebbe riconosciuto tra mille.

La curiosità lo stava divorando. Se anche ogni singola parola fosse stata una menzogna, Brycen sentiva il bisogno di sapere cosa ci fosse scritto e quale fosse la natura dei libriccini che Chloe gli aveva mandato, legati insieme da uno spesso spago rosso.

Aprì la busta, gonfia per i troppi fogli ripiegati che custodiva. Brycen faticò ad estrarli e dubitava che sarebbe mai riuscito a inserirli di nuovo al suo interno, ma la mole di parole che macchiavano la carta sottile non fece che aumentare la sua smania di leggere.



Caro Brycen,

forse una lettera non è quello che ti aspettavi, ma ho pensato che fosse il modo migliore per rispettare il tempo che mi hai chiesto. Mi conosco, e se ti vedessi adesso temo che ricadrei nei miei soliti errori e farei qualsiasi cosa per cercare di riconquistarti e ottenere il tuo perdono, ma tu meriti più di questo. Meriti la sincerità che non ho mai potuto né saputo offrirti, prima di qualunque altra cosa. Lascio tutto nelle tue mani: puoi leggere queste parole o bruciarle, una scelta che comprenderei: non so dire se merito di avere l'occasione di spiegarmi, ma scrivo nella speranza che vorrai concedermela.

BluebirdWhere stories live. Discover now