Capitolo 26 - Chloe [Revisionato]

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«La struttura è alta due piani e larga all'incirca quattrocento juni.»

Chloe strinse gli occhi, rievocando l'immagine dell'edificio nella sua mente. Era un ricordo fresco nella sua memoria: la sua formazione nelle arti della seduzione era ancora in corso, perciò si recava più spesso al Meigui-wu che sulla spiaggia con Yu-Zhay.

Non gli aveva chiesto perché le avesse domandato di quel luogo; non lo faceva mai. Chen-Yi le aveva dato il permesso di discutere con lui di ogni aspetto del suo addestramento, perciò si limitava a rispondere.

«Il ruscello artificiale di Acqua di Sihir che lo circonda è oltrepassabile in quattro punti per mezzo di altrettanti ponticelli, e fornisce energia sia alla casa di piacere che agli alloggi dei dipendenti dislocati lungo il perimetro esterno. La facciata frontale è di legno rosso, ricoperta da rampicanti di rose shijen. Le tegole dei tetti sono scure e dagli angoli sporgenti pendono lanterne al Sihir che emettono luce rossa. Le finestre sono chiuse, ma l'ingresso principale è sempre aperto. Esiste un ingresso sul retro, riservato ai dipendenti, chiuso e sorvegliato.»

Il Monaco dell'Anima annuì. Sembrava pensieroso; quella descrizione non andava bene?

Quando il suo mentore le chiedeva di analizzare un edificio, esigeva che ricordasse dettagli come dimensioni, numero e posizione di porte e finestre, struttura dei corridoi e delle sale interne. Yu-Zhay, d'altro canto, insisteva perché si focalizzasse su colori, odori e suoni. Chloe aveva ridotto all'osso le caratteristiche tecniche, eppure l'espressione del Monaco non sembrava soddisfatta.

«All'interno si trovano altre rose shijen, peonie e ginken. Non si sente il loro odore, è coperto da incensi e profumi. A volte sono fruttati, a volte sono miscele di fragranze che non riesco a riconoscere con precisione» proseguì Chloe, arricciando il naso. Chen-Yi l'avrebbe rimproverata per quell'incertezza, ma Yu-Zhay non disse nulla. «Le luci al Sihir sono rosse, il legno è scuro e i tendaggi hanno tonalità calde. Non ho esplorato l'edificio oltre le stanze assegnate alle mia istruzione, perciò non sono entrata nelle sale al piano terra. I suoni suggeriscono che siano affollate: ho sentito risate, gemiti e chiacchiere di molte persone differenti. Le voci sono troppe e si confondono tra loro, è difficile comprendere i commenti. C'è anche della musica, un sottofondo strumentale a cui talvolta si accompagnano i canti dei lavoratori e dei clienti. Anche nei corridoi c'è un continuo via vai di gente, ma l'affluenza si riduce quando si sale al primo piano.»

Yu-Zhay annuì di nuovo. «Cos'hai pensato la prima volta che ci sei andata?»

«Ho cercato un Aggancio da sfruttare con Maelstrom per raggiungere il Megui-wu in futuro. La scelta è ricaduta sull'insegna. Devo descriverla?»

«Non è necessario, no.» Yu-Zhay portò alle labbra la tazza di tè che stringeva tra le mani, bevendone un sorso. «Vorrei concentrarmi su di te, sull'impressione che l'approccio al Meigui-wu ha suscitato nella tua anima. Se non potessi descriverlo per ciò che appare ai sensi, come lo definiresti?»

«Un luogo difficile da controllare» disse Chloe, serrando le dita che teneva intrecciate sul grembo. La sua tazza giaceva sul tavolino, vuota da più di mezz'ora. L'estate era ancora agli albori e il caldo sopportabile, non c'era motivo per lasciare che il tè si freddasse. «Troppe persone, troppi rumori. Gli ambienti sono troppo simili tra loro ed è complicato trovare un Aggancio all'interno.»

«E questo come ti ha fatto sentire?»

«Era solo una constatazione. Non ho sentito niente di particolare.»

Yu-Zhay si accarezzò la barba intrecciata, liberando un lungo mugugno che si mescolò al suono docile delle onde. «Asseconda la mia richiesta e ripensa a quel momento: visualizzati mentre entri al Meigui-wu per la prima volta, hai attraversato l'ingresso e stai camminando per i corridoi fino al piano superiore. Cos'è che provi?»

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