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Ho perso il conto delle volte in cui avrei dovuto farmi gli affari miei. Chiudere gli occhi, voltarmi dall'altra parte, camminare verso l'uscita più vicina e dimenticarmi quello che ho visto, raggiungere il mio dormitorio, struccarmi, infilarmi il pigiama, rifugiarmi sotto le coperte e abbandonare la testa sul cuscino per godermi delle meritatissime otto ore di sonno. Ho perso il conto di tutte le volte in cui, nella mia testa, mi sono ripetuta di seguire esattamente, passo per passo, i punti che mi avrebbero condotta ad una notte tranquilla, silenziosa e priva di drammi. Se non avessi una coscienza, forse, a quest'ora sarei già a dormire.

«Tranquilla.» mormoro, mentre tengo fermi i capelli biondi di Jess e al contempo le accarezzo la schiena. Arriccio il naso quando l'ennesimo conato scuote il suo corpo, mentre svuota il contenuto del suo stomaco nel gabinetto. Tiro l'acqua, per un attimo la musica che rimbomba dal piano di sotto viene sconfitta dal rumore dello sciacquone, poi torna alla carica, il volume talmente alto che le pareti tremano intorno a noi. Qualcuno bussa alla porta, in maniera tanto insistente da farmi alzare gli occhi al cielo. «È occupato!» urlo furiosa. Jess si allontana dal gabinetto e posa la schiena contro il bordo della vasca, le dita che vanno ad asciugare le lacrime agli angoli degli occhi. Non ha una bella cera, non ho idea di quanto abbia bevuto. Bussano di nuovo, mentre io mi alzo dal pavimento e, ancora nervosa, raggiungo la porta muovendo un paio di falcate nei miei tacchi neri, alti, troppo alti per essere considerati comodi. Faccio scattare la serratura ed apro la porta. «HO DETTO CHE È... occupato.» abbasso la voce sull'ultima parola, davanti a me Bea mi fissa con occhi blu preoccupati, i capelli ramati legati in una coda alta e le labbra coperte da un rossetto rosso scuro impegnate in un broncio.

«Mi hai promesso che avremmo parlato, Luna, sei sparita da ore.» mi rimprovera, in preda al panico. Come a risponderle, mi sposto dalla porta permettendole di vedere Jess ancora seduta per terra, gli occhi ora chiusi. «Cos'è successo?»

«Non lo so, sono salita al piano di sopra e stava uscendo da una delle stanze.» Bea mi supera chiudendo la porta dietro di sé, lancia solo un breve sguardo a Jess prima di tornare a concentrarsi su di me, sulle mie gambe lasciate scoperte dal vestito, sul seno in bella mostra. Non mi perdo l'accenno di gelosia nei suoi occhi, non mi piace, ma decido che per stasera è meglio affrontare un dramma alla volta. «Frequentiamo un paio di corsi insieme.» spiego con un'alzata di spalle. Lei sospira e scuote la testa, prima di raggiungere Jess e posarle una mano sulla spalla chiedendole se sta bene. La seguo e questa volta, non appena mi accomodo accanto a Bea, la sua mano si posa sulla mia coscia scoperta e stringe leggermente in maniera possessiva. I miei campanelli d'allarme cominciano a suonare tutti insieme, ma decido di ignorarli e di concentrarmi su Jess. «Stai meglio?» chiedo preoccupata.

Lei si schiarisce la voce, vedo subito che fatica a mantenere gli occhi aperti. «Non lo so.»

«Quanto hai bevuto?»

Scuote la testa. «Un drink.»

«Un drink?!» domando sorpresa, mentre Bea mi lancia un'occhiataccia ed io tento di tornare impassibile. «Era la prima volta che bevevi alcol?»

«No.» risponde Jess. «No, è strano, non l'ho nemmeno finito.»

«Oh.»

«Penso che qualcuno mi abbia portata di sopra, in una delle stanze. Non lo so... è un ricordo confuso.»

«Un ragazzo?» chiedo, sentendo le mie funzioni vitali fermarsi tutto d'un colpo. Il sangue che mi scorre nelle vene sembra dieci volte più freddo, il mio respiro accelera leggermente. Jess si limita ad annuire, la presa di Bea sulla mia gamba si fa più salda. «Un membro della Kappa Sigma?»

«Non lo so, Luna, non mi ricordo. Non credo che mi abbia fatto niente, lo saprei, non è vero?» me lo chiede come se avessi tutte le risposte del mondo, gli occhi pieni di speranze e paura, tanta, tantissima paura. Sta tremando e all'improvviso il sangue comincia a scorrermi nelle vene ad una velocità impossibile, il mio cuore a battere forte.

Fallen from the sky with Grace Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora