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Stringo il braccio di LeBron mentre, fianco a fianco, sorpassiamo l'arco che conduce alla Risley Dining Hall, una delle caffetterie del North Campus. Cerco di mantenere un'espressione impassibile, anche se so perfettamente che il mio migliore amico non sta nella pelle: non ho dovuto nemmeno chiedergli di accompagnarmi oggi, è stato lui ad offrirsi quasi all'istante. Scorgere Eric Haynes è sin troppo facile: seduto ad uno dei tavoli più isolati, con la sua stazza sembra occuparne tutto un lato, mentre i suoi occhi sono rivolti all'ingresso e non mi sfugge la sua espressione sorpresa e, poco dopo, irritata. Ho vinto io.

Qualcun altro, però, procede nella nostra direzione: Clarissa Stephens stringe una pila di libri mentre mi dedica un sorriso decisamente non benevolo e poco dopo, quando è abbastanza vicina, fa scontrare la sua spalla con la mia in maniera volutamente brusca. All'istante sono costretta ad afferrare il braccio di LeBron con più decisione: fa un passo avanti senza nemmeno pensarci, pronto a raggiungere Clarissa Stephens e ad afferrarla per i capelli.

«Lasciala perdere.»

«Mi sta dando sui nervi, Luna.»

«Lo sai perchè lo fa.» gli ricordo tranquilla, aggiungerei un'alzata di spalle ma la destra mi fa leggermente male: Clarissa non ci è andata piano. «Non ho niente da dimostrarle, l'unico problema che ha è con se stessa.»

«Odio quando sei ragionevole.» si lamenta LeBron, prima di scuotere la testa e distogliere lo sguardo da Clarissa solo quando oltrepassa l'uscita.

Entrambi ci concentriamo di nuovo su Eric, che ci accoglie al tavolo con un sopracciglio alzato, curioso. «Che diavolo era quello?» inquisisce, un cenno della testa in direzione dell'uscita.

«Ogni cosa a suo tempo, Eric Haynes.» risponde LeBron, mentre io gli stringo brevemente il braccio e mi accomodo ad una delle due sedie. Lui mi raggiunge poco dopo. «Oggi abbiamo altro di cui discutere.»

«Che?» chiede Eric, sempre più confuso. Mi lancia uno sguardo, ma prima che lui possa parlare è il mio migliore amico ad intervenire.

«Sarò il vostro mediatore per la prossima ora, dopodiché Luna ed io ce ne andremo.»

«Questo è ridicolo.» si lamenta Eric, rivolgendosi direttamente alla sottoscritta. Ce la metto tutta per rimanere seria ed impassibile, ma devo ammettere che vederlo perdere la calma è sempre divertente.

«Puoi parlare con me, non con la mia cliente.» lo ammonisce LeBron. Subito dopo posa il suo zaino sul tavolo, apre la cerniera e ne tira fuori un raccoglitore, da cui estrae un foglio su cui troneggia la mia calligrafia. «Ecco alcune idee per il progetto.» spiega, porgendolo ad Eric che lo afferra sempre più confuso ed irritato. «Ti consiglio di attenerti alla lista, ma se hai altre idee mandale pure alla mia mail, la troverai girando il foglio dall'altro lato. La mia cliente ed io ti faremo sapere cosa ne pensiamo tra...» si blocca e mi fissa. «Tre giorni lavorativi?» annuisco, mentre lui sorride divertito.

«Morland, non sei seria.» sbotta Eric furioso, un tentativo disperato di mantenere la calma visto che siamo in pubblico. Sia LeBron che io rivolgiamo la nostra attenzione a lui: il foglio rischia di venir stracciato da delle mani tanto grandi.

«Ora, parliamo di dove e quando potrete incontrarvi per lavorarci.» continua il mio migliore amico, prima di tirare fuori dallo zaino un'agenda, aprirla e cliccare in cima ad una penna con sopra il disegno dello skyline di New York.

«Non ho la minima intenzione di discuterne con te...»

«Durante la settimana Luna lavora fino alle sei o sette di sera. Lunedì e giovedì abbiamo lezione di danza fino alle nove, il mercoledì di solito è taco night, ma possiamo spostarla a nostro piacimento. Certo, devi capire che Luna è costretta ad apparire a cene e feste...»

Fallen from the sky with Grace Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang