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Sono stata nella cucina della Kappa Sigma un'infinità di volte dal mio primo anno qui alla Sterling, la maggior parte delle quali durante le feste organizzate dalla confraternita. Solo oggi però, nel silenzio assordante di un martedì sera, mi rendo conto del fatto che non ci sia un orologio appeso al muro. Sposto il peso sullo sgabello, lanciando uno sguardo allo schermo del mio computer in piena fase di aggiornamento da almeno mezz'ora, al quaderno aperto accanto alla tastiera, Eric Haynes dall'altra parte dell'isola, intento a leggere qualcosa sul suo laptop. Sospiro sconsolata, forse in maniera sin troppo rumorosa, visto che il ragazzo di fronte a me sposta lo sguardo sulla sottoscritta.

«Che ore sono?» chiedo, tentando di mascherare la mia agitazione.

«Le undici, esattamente come quando me l'hai chiesto due secondi fa.» ribatte impassibile, prima di tornare a concentrarsi. Ancora una volta mi guardo intorno: la cucina della Kappa Sigma è incredibilmente ordinata nonostante il numero di ragazzi che vivono nella casa; immagino che papà Eric li tenga tutti in riga, sull'attenti, forse li ha persino convinti a girare alla larga dalla casa, oggi, visto che non ho incontrato assolutamente nessuno da quando ho varcato la soglia d'ingresso. Pensavo che saremmo andati direttamente in camera sua, come la settimana scorsa e quella prima ancora, ma Eric mi ha sorpresa facendo strada verso la cucina. Per qualche motivo deve essere certo che oggi non ci disturberà nessuno. Premo un tasto del computer nel tentativo di accelerare il processo, nervosa ed impaziente di andarmene. «Morland, riesci a stare calma per due minuti?!»

«Che ore sono?» ripeto disperata.

Eric mi fissa in silenzio, la linea della mandibola marcata ed i muscoli evidentemente in tensione. Fantastico, ora l'ho fatto arrabbiare. «Che diavolo ti prende?»

«Ho un impegno.» spiego, agitandomi sulla sedia. «Un impegno importante, e non so nemmeno che ore sono perchè tu mi hai sequestrato il cellulare.»

«Me l'hai dato di tua spontanea volontà appena sei entrata in casa.»

«Non volevo cominciare con una discussione e perdere tempo.»

«Perchè hai un impegno.»

«Sì.»

«Di martedì sera.»

«Sì.»

«Pensavo fosse chiaro che i martedì sono miei.» afferma, incrociando le braccia sul piano e sporgendosi leggermente nella mia direzione.

«L'impegno è a mezzanotte. Mezzanotte non è più martedì.».

Eric mi fissa, un accenno di sorpresa negli occhi nonostante la sua espressione rimanga impassibile. Ho vinto io, Haynes. Ho vinto io. «Hai un appuntamento.».

Ok, siamo pari. Come diavolo ha fatto a capirlo? «Devo vedere qualcuno, sì.»

«Chi?».

Trattengo una risata. «Sogni in grande se pensi che venga a dirlo a te.»

«Parker Dawson?» inquisisce senza lasciarsi scoraggiare. Mantengo un'espressione neutrale, non sono affari suoi. «Pensavo che anche tu avessi dei limiti, Morland.»

«Come?»

«Parker Dawson è un idiota.»

«Oh, lo so.»

«Quindi ti sta bene perdere tempo con un idiota?»

«La Sterling non offre molte alternative.» rispondo guardandolo dritto in faccia, e facendogli capire che non considero Parker Dawson l'unico idiota del campus. Eric scuote la testa, prima di tornare a lavorare al computer e far ricadere entrambi in un silenzio carico di tensione. Il mio laptop termina finalmente l'aggiornamento, la schermata della home mi comunica che sono le undici e dieci. Apro uno dei documenti che condividiamo su drive, noto subito che Eric ha letto la parte su cui stavo lavorando poco fa ed ha aggiunto un paio di note. È sempre uno shock vedere quanto prende sul serio lo studio, quando per anni l'ho considerato solo un atleta incapace di fare altro che non fosse lanciare una palla. «Non è Parker Dawson.» mi ritrovo a mormorare prima di rendermene conto. Le sue dita smettono di premere sui tasti, aspettando che continui. «Siamo solo usciti un paio di volte la settimana scorsa, e non è successo niente perchè, come abbiamo già appurato, è un idiota.» poso il gomito sul piano e la guancia sul palmo della mano, mentre Eric ricambia il mio sguardo. «Senza contare che fa parte di una confraternita.»

Fallen from the sky with Grace Where stories live. Discover now