44.

1K 62 70
                                    

Prendo una bella boccata d'aria, sento il profumo della Primavera, dei fiori sbocciati sulla maggior parte degli alberi, dell'erba appena tagliata. Le temperature sono decisamente più alte di una settimana fa, nonostante una nuvola scura sia decisa a coprire quasi interamente il sole e un vento leggero sposti in continuazione i miei appunti. Mi concentro sulla mia calligrafia, sul libro posato sulle mie gambe; una parte di me è decisa a dare forfait e ritirarsi alla Lynn Hall, dormire per un paio d'ore prima di vedermi con LeBron per andare a lezione di danza. Un'altra, quella razionale che da qualche mese ha deciso di prendere il controllo, mi urla che se smetterò di studiare verrò bocciata e se verrò bocciata sarà finita.

Respiro a fondo. All'istante, però, un'ombra copre i raggi del sole che mi colpiscono il viso e sono costretta, a malincuore davvero, a spostare gli occhi dal libro a chi si è fermato di fronte a me. Eric accenna un sorriso confuso. «Quando mi hai detto che saresti stata nel cortile del West Campus, non mi aspettavo questo.»

«È Primavera.» rispondo ovvia.

Il mio ragazzo scuote la testa, prima di lasciar andare sul prato il suo zaino e sedersi accanto a me. In pochi secondi, e senza che nemmeno me ne renda conto, mi ritrovo stretta contro il suo corpo, le sue gambe ai lati delle mie, la mia spalla che preme sul suo petto, le sue braccia che mi circondano tenendomi vicina. Mi lascia un bacio sulla tempia mentre cerco di concentrarmi sullo studio.

Due secondi.

Nel giro di due secondi la mia testa ha preso il via, mi ha catapultata lontana dal West Campus, dalla Sterling e dallo stato di New York. Sono in Pennsylvania insieme ad Eric, i suoi genitori che non riescono a smettere di sorridere dopo la chiamata della NFL, il coach Adams che si commuove, Adrian che stappa una bottiglia di spumante ed io che non so davvero cosa dire, perchè sebbene sia a conoscenza del fatto che il mio ragazzo è una leggenda vivente, non sono in grado di fare i conti con la prima scelta assoluta della selezione della NFL, la prima scelta assoluta dei New England Patriots. Non so esattamente come reagire, rimango bloccata al mio posto mentre Eric sorride più che mai, mi solleva dal divano e mi stringe in un abbraccio che mi toglie il fiato, che sembra molto simile a quello che mi ha dato dopo la vittoria dei Big Red. Incapace di rispondergli, passo tutta la notte a dimostrargli quanto sono orgogliosa di lui. E sono molto, molto, orgogliosa di lui.

«Luce?» mi chiama, lasciando un altro bacio sulla mia tempia. Alzo il viso verso il suo, un'espressione confusa ad attendermi. «Dove sei andata?»

«Stavo pensando a questo weekend.» rispondo sincera.

Eric accenna un altro sorriso, i suoi ricordi che prendono la stessa direzione dei miei. Deglutisco e chiudo il libro, prima di abbandonarlo sopra i miei appunti e posare la mano libera al lato del suo collo. I suoi occhi verdi esaminano il mio viso in maniera attenta, pensierosa, finché quattro parole, le quattro parole che ogni volta sembrano cambiare l'atmosfera in una stanza, escono dalla sua bocca. «Ho parlato con Adrian.» comincia a bassa voce. Mi mordo il labbro inferiore, aspettando che continui. «Pensiamo... be', in realtà lui e mio padre pensano, che non sarebbe una brutta idea andare a Boston durante lo Spring Break per cercare un appartamento in Massachusetts in cui trasferirmi a fine maggio.»

«Oh.» rispondo, per un attimo a corto di parole. «È tra tre giorni...»

«Lo so.» mi interrompe nervoso, stringendo la presa intorno al mio corpo. «Lo so, non erano i piani.».

Abbasso la mano sul suo petto, gli occhi sulle mie dita. LeBron ha organizzato una settimana a Cancún per lo Spring Break, ne parla da almeno un mese. Decido di rimanere in silenzio per qualche secondo, chiamando a raccolta tutta la mia razionalità perchè, per quanto sia delusa, so che non è una richiesta irragionevole da parte di Adrian. Eric non avrà tempo di cercare un appartamento una volta finita l'università. «Ok.» mi costringo a dire, anche se non è ok. «Ha senso.»

Fallen from the sky with Grace Where stories live. Discover now