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Porter's è una macchina del tempo, lo è sempre stata. La tavola calda più famosa e più vecchia di Reading; il vero nome è sconosciuto a chiunque: Porter è semplicemente il cognome del primo cuoco ad aver lavorato in cucina, l'inventore della maggior parte dei piatti presenti sul menu. Aperta nel 1952, nessuno ha mai pensato di cambiare l'arredamento e, la realtà, è che si tratta di un punto di riferimento talmente importante per gli abitanti di Reading e di New Morgan, che qualsiasi tipo di modifica dovrebbe essere messa al voto.

Sono abbastanza sicura che la maggior parte dei nostri ex compagni di scuola sia tornata a casa per le vacanze, perchè ora sono tutti qui, probabilmente intenti a chiedersi cosa ci facciamo Eric Haynes ed io insieme. La star del football della Reading High non ha fatto altro che salutare i suoi amici da quando siamo entrati, io ho sorriso a tutti senza accennare a fare uno sforzo ulteriore: per me sono sempre stati il nemico. Per quanto riguarda i miei ex compagni di scuola... be', non ho mantenuto i rapporti con nessuno. Conoscevano tutti Emily, sanno perfettamente perchè ha lasciato New Morgan prima dell'inizio dell'ultimo anno di scuola e non si sono risparmiati domande invadenti in merito alla nostra relazione che, per quanto fosse segreta, non lo era davvero. È stato facile, ed un sollievo, tagliarli fuori dalla mia vita non appena sono partita per la Sterling.

Nonostante mi fossi aspettata di venir trascinata da Eric ad un tavolo affollato dai suoi amici, lui mi ha presa per mano senza curarsi degli sguardi curiosi di chiunque altro e, senza tante cerimonie, ha deciso di occupare uno dei posti più isolati dal resto dei presenti. Abbiamo ordinato da mangiare, Eric mi ha guardata male quando ha scoperto che il mio pranzo sarebbe stato cioccolata calda con panna, una fetta di torta al limone e delle patatine fritte, ma prima che potesse dire qualcosa ha ricevuto una chiamata da suo padre e, evidentemente nervoso ed irritato, è stato costretto a rimanere al telefono per almeno un quarto d'ora.

Si è scusato a profusione, dicendomi che avrebbe dovuto leggere delle mail a quanto pare urgenti per poter dare una risposta a suo padre e al Coach Adams in merito a qualcosa che, sorpresa, ha a che vedere col football. Dopo avergli assicurato di non preoccuparsi, siamo rimasti entrambi in silenzio: lui concentrato sullo schermo del suo cellulare, io su quello che mi circonda. Vedere lo staff di Porter's intento a rimuovere la maggior parte delle decorazioni natalizie mi rende malinconica, il pensiero che il mio periodo preferito dell'anno sia già finito è un colpo al cuore. E ho sonno, ho incredibilmente sonno, credo di aver dormito due ore questa notte. Sospiro e poso il gomito sul tavolo, la guancia sul palmo della mia mano, mentre mi concentro sul paesaggio esterno, il cielo limpido ed azzurro in contrasto con la neve che copre le strade, gli alberi, i tetti delle case.

«Morland?» sussulto prima di voltarmi verso Eric, il cellulare ora abbandonato sul tavolo e gli occhi verdi fissi su di me, lo sguardo leggermente preoccupato. «Tutto bene?»

«Sì.» rispondo in fretta, con un'alzata di spalle. «Natale è finito.»

«Lo so.»

«Non mi piace quando la gente comincia a togliere le luci, quando non suonano più canzoni di Natale per strada.» spiego, guardandolo in faccia. Per quanto mi aspetti un'espressione annoiata, o confusa, Eric sembra semplicemente concentrato. «Puoi tranquillamente dire che ne sei felice, Haynes.»

«Come?»

«Non ti piace il Natale, non è un segreto. Deve essere un sollievo per te il fatto che sia passato.».

Incrocia le braccia sul tavolo, mi convinco del fatto che non si sporga davvero verso di me, che sia solo una mia impressione. «Mi è indifferente.»

«L'hai sempre odiato così tanto? Anche da piccolo?»

Fallen from the sky with Grace Where stories live. Discover now