21.

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Credo di essere rimasta a fissare fuori dal mio parabrezza per ore: la neve che è caduta per tutta la notte ha deciso di darci un attimo di tregua, le strade sono abbastanza pulite da aver permesso alla grande migrazione di cominciare, buona parte degli studenti della Sterling ha già abbandonato l'università. Buona parte tranne me, visto che la mia auto ha deciso di non voler partire.

Sospiro e poso la fronte contro il volante, pentendomi di essermi svegliata tanto presto per niente, pensando al messaggio da scrivere a mia madre per farle sapere che sono in ritardo, o che non riuscirò a raggiungere New Morgan oggi, a chi chiedere il numero di un meccanico che sia disposto a dare un'occhiata al motore senza troppo preavviso. Devo fare qualcosa, questo è certo, rimanere chiusa qua dentro al freddo non risolverà la situazione. Prendo un bel respiro, mi metto seduta composta ed apro la portiera prima di uscire dall'auto. I miei piedi posano sulla neve fresca che mi arriva alle caviglie, l'aria è ghiacciata, la sento pizzicarmi le orecchie, il viso, il collo.

Il mio cellulare vibra nella tasca del cappotto, lo tiro fuori notando quanto le mie dita siano già arrossate per il freddo e, all'istante, sento il mio cuore cominciare a dare di matto quando vedo il nome sullo schermo. Devo darmi una calmata, davvero.

10.05 am - Eric: Connor mi ha detto che c'è una lastra di ghiaccio all'imbocco dell'81.
10.05 am - Eric: Attenta, ok?

10.06 am - Luna: Ok, grazie.

10.06 am - Eric: E non scrivermi mentre stai guidando.

10.07 am - Luna: Non sto guidando.

Scatto una foto del parcheggio esterno della Lynn Hall e gliela invio, prima di fronteggiare la mia auto che non dà segni di vita e aprire il cofano, davanti a me l'ammasso di parti di motore e cavi non mi dice assolutamente niente. Piego leggermente la testa, confusa, mentre il cellulare comincia a vibrare insistentemente nella mia tasca e, senza distogliere lo sguardo dall'interno della macchina, rispondo sapendo perfettamente di chi si tratta.

«Hai detto che saresti partita alle otto.» esordisce Eric, confuso. In sottofondo sento i rumori di quella che deve essere la palestra dei Big Red, non mi sorprende tanto il fatto che si stia allenando, quanto che ci sia altra gente con lui.

«La mia auto aveva altri piani.» rispondo tranquilla. «Se ti mando la foto del motore, riesci a dirmi cosa c'è che non va?»

«Credo sia abbastanza improbabile.»

«Ok.» sussurro, prima di toccare uno dei cavi e scoprire che è facilissimo sporcarsi di nero. Arriccio il naso e mi affretto a recuperare un fazzoletto dalla borsa per pulirmi. «Sapevo che avrei dovuto scegliere Donny Lang, errore mio.»

«Morland...»

«Non ho tempo di parlare ora, devo trovare un modo per risolvere la situazione e visto che tu non sai riparare auto, un po' deludente visto che sai fare qualunque cosa, chiuderò questa chiamata tra meno di un secondo.»

« Torna dentro al dormitorio e aspettami lì.» è un ordine in piena regola, niente giri di parole, nessun tentativo di essere gentile. Alzo gli occhi al cielo e decido di non rispondergli, sto morendo di freddo e la mia macchina ancora non parte; litigare con Eric Haynes sarebbe uno spreco di energie. «Riesco a liberarmi per le due, aspettami in un posto dove la temperatura supera i meno tre gradi, per favore.»

«Posso usare quelle quattro ore per risolvere la situazione e partire.»

«Con il rischio che la tua auto si fermi nel bel mezzo dell'autostrada?»

Fallen from the sky with Grace Where stories live. Discover now