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LeBron è il mio migliore amico da quasi quattro anni. È la persona che sa tutto di me, che riesce a capire a cosa stia pensando con un semplice sguardo, quella con cui non ho assolutamente segreti, la prima a cui racconto qualsiasi cosa accada nella mia vita. Ci siamo conosciuti durante l'orientamento il primo giorno alla Sterling, è stato letteralmente amore a prima vista e da lì non ci siamo mai più separati. A volte penso che se LeBron fosse etero a quest'ora saremmo sposati, perché è ovvio che, anche se in modo platonico, sono innamorata di lui da sempre. Sono sicura, convinta al cento per cento, che non troverò mai nessuno con cui sia così in sintonia.

In questo momento, però, non posso fare a meno di pensare che una parte di me lo odia, perché se c'è qualcosa in cui LeBron eccelle è convincere le persone a fare quello che vuole. Non mi ritroverei sugli spalti del campo da football della Sterling di venerdì sera, se non fosse per lui.

Lancio un'occhiata nella sua direzione, seduto accanto a Charlie mentre lo guarda come se al mondo ci fosse solo lui e nel frattempo entrambi sono convinti che nessuno sappia quello che sta succedendo tra di loro. Charlie non è ancora uscito dall'armadio*, e LeBron è determinato a rispettare la sua decisione. Questo non significa che riesca ad essere discreto sui sentimenti che evidentemente prova, nè che la sua idea di usarmi come buffer tra di loro serva davvero a qualcosa. La mia presenza qui è del tutto inutile, e mentre la gente occupa gli ultimi posti disponibili, il sole tramonta e la temperatura cala, mi chiedo se si accorgerebbero se improvvisamente sparissi.

Sbuffo ed infilo le mani nelle tasche della giacca in pelle, lo spettacolo delle cheerleaders prima della partita dei Big Red contro i Lions della Columbia, va avanti da qualche minuto. Osservo i passi della coreografia, convinta del fatto che questa sarà la parte più interessante della mia serata. Dopo qualche secondo, il posto accanto al mio viene occupato e non appena mi volto trovo il sorriso gentile di Kyle pronto ad aspettarmi. « Credo di non averti mai visto ad una partita di football della scuola.» commenta, leggermente confuso.

Rispondo con un'alzata di spalle ed un cenno della testa in direzione del mio migliore amico, ancora distratto da Charlie. « Mi ha costretta.»

« Non sapevo che qualcuno potesse costringerti a fare qualcosa.»

« Non conosci LeBron, sono quattro anni che corrompe la mia anima pura ed innocente.».

Kyle sorride ancora di più, distoglie lo sguardo dal mio è lo concentra sul campo, dove le cheerleaders ora stanno battendo in ritirata e le due squadre si preparano ad iniziare la partita. Giocando in casa, i Big Red sono accolti con un boato non indifferente, persino Charlie e LeBron si distraggono l'uno dall'altro. Riconosco Eric solo per il nome "Haynes" sulla maglia; il suo numero è il 19, esattamente come per la squadra della Reading High. Grazie a tutte le protezioni che indossa sembra ancora più mastodontico del solito, persino a questa distanza.

« Alcuni di noi vanno da Michael dopo la partita.» Kyle attira di nuovo la mia attenzione, non mi ero nemmeno accorta di essermi distratta tanto. « Pensi che LeBron riuscirà a convincerti a venire?»

« Penso che LeBron mi abbandonerà ancora prima della fine.» rispondo sincera. Entrambi gli lanciamo uno sguardo, Kyle annuisce ma non commenta, o si mostra sorpreso del fatto che Charlie stia palesemente flirtando con il mio migliore amico. Solo per questo, penso che in un altro universo siamo Kyle ed io ad essere sposati.

Quando la partita comincia sembra che chiunque non sia concentrato su altro, persino la sottoscritta. Non sono una grande fan del football, penso che essere costretta ad assistere a tante partite come cheerleader mi abbia traumatizzata a vita, ma non posso fare a meno di pensare che Eric Haynes si merita tutta la fama acquisita durante questi anni. So che il coach Adams è lì solo per fare presenza: è il suo quarterback a prendere tutte le decisioni, è lui a chiamare le azioni, lui a correre più veloce di chiunque altro, a scansare gli avversari come se non gli costasse alcuno sforzo, a segnare la maggior parte dei punti. È ovvio sin da subito che i Lions abbiano pochissime speranze.

Fallen from the sky with Grace Where stories live. Discover now