17.

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Il primo rumore che sento non appena riprendo coscienza, è il getto della doccia proveniente dal bagno collegato alla camera. Lentamente apro gli occhi, mi ci vuole almeno un minuto per realizzare dove mi trovo, per ricordare quello che è successo ieri sera e il fatto che abbia accettato di dormire qui, con Eric.

Sono da sola a letto, mentre mi giro su un fianco e sento i muscoli farmi male, la pelle ancora bollente al pensiero di ieri. Fuori è buio, persino la luce della camera è spenta. Mi metto seduta sentendo le mie gambe protestare, qualsiasi parte del mio corpo fare altrettanto; strigo le lenzuola al seno con una mano, mentre passo l'altra tra i capelli estremamente in disordine. Sospiro e poso la fronte sulle ginocchia, il cuore che accelera leggermente. Non mi sono mai fermata a dormire da un ragazzo, a malapena resto dalle ragazze e di solito solo perchè costretta. Eppure Eric ieri non mi ha costretta a fare niente, ho accettato di buon grado perchè non volevo davvero andarmene. È terrificante.

L'acqua si ferma, il silenzio torna a farla da padrone; non appena la porta che collega la camera al bagno viene aperta, però, mi ritrovo a posare la guancia sulle ginocchia, gli occhi ora fissi su Eric. Indossa solo un asciugamano bianco intorno alla vita, i capelli bagnati, la luce alle sue spalle fa in modo che le gocce d'acqua che posano sulla sua pelle sembrino quasi luminose. «Ehi.» mormora, mentre avanza verso di me e si siede sul bordo del letto. Si sporge leggermente per accendere l'abat-jour sul comodino, mentre non posso fare a meno di notare i muscoli delle sue braccia, delle sue spalle, sul suo petto, i suoi addominali, l'asciugamano che nasconde una parte di lui che penso di conoscere bene, ma non abbastanza.

Deglutisco, rendendomi conto, ben presto, che non sono l'unica a fissare deliberatamente: gli occhi di Eric sono concentrati sulla mia pelle lasciata scoperta dal lenzuolo. «Hai detto che la sveglia era puntata alle sei.»

«Sì.»

«Non l'ho sentita.»

«Perchè sono le cinque e mezza, Luna.» spiega tranquillo, mentre io lo fisso sconvolta. Non ricordo nemmeno l'ultima volta che mi sono svegliata a quest'ora, di solito è l'orario in cui vado a dormire. Adesso capisco perchè mi sento tanto stanca. «Mi sono svegliato e non sono più riuscito ad addormentarmi, averti così vicina senza...» si schiarisce la voce, per un attimo distoglie lo sguardo da me. «Avevo bisogno di allontanarmi un attimo.»

«Era un doccia fredda quella?»

«Ghiacciata.» risponde, accennando un sorriso.

Vorrei fare lo stesso, ma il pensiero che abbia dormito appena cinque ore mi fa sentire estremamente in colpa, soprattutto perchè io potrò recuperare un paio d'ore di sonno prima delle lezioni, mentre lui comincerà gli allenamenti e non si fermerà fino a stasera. Non è stata una buona idea, da un milione di punti di vista. «Mi dispiace.»

«No.» risponde, trattenendo una risata. «Ehi, non è un problema, credimi.» la sua mano afferra la mia, all'istante sento il mio corpo dare di matto. «Sono completamente riposato.»

«È una bugia.»

«No.» ripete deciso, l'ombra di un sorriso in volto. «Credo di non aver mai dormito così bene in vita mia.» continua poi. So perfettamente che sta mentendo perchè non vuole che mi senta in colpa, o per evitare che la prossima volta decida di tornare al dormitorio, cosa che a quanto pare lo manda fuori di testa. Dopo un irragionevole lasso di tempo, Eric lascia andare la mia mano e si alza in piedi, probabilmente pronto a vestirsi.

Il mio corpo e la mia mente sembrano accordarsi nel prendere una decisione improvvisa e probabilmente stupida: anche io mi alzo, abbandonando il lenzuolo sul letto e ritrovandomi, completamente nuda, di fronte a lui. I suoi occhi esaminano il mio corpo in maniera palese, attenta, intensa, talmente tanto da farmi venire i brividi. Copro il misero passo che ci separa e sento subito le sue mani posarsi sui miei fianchi, le mie gli circondando il collo. Eric mi stringe a sé mentre lo guardo negli occhi, mentre il mio seno preme contro il suo petto e non sono sicura che sia ancora la mia testa a prendere decisioni. Poso le mie labbra sulle sue, sentendo il mio ed il suo corpo accendersi all'istante, Eric farsi più vicino, sollevarmi da terra per eliminare qualunque distanza, le sue braccia che mi avvolgono il busto impedendomi di allontanarmi. Finché non spingo il mio bacino contro il suo, sfiorando la sua erezione oltre il materiale dell'asciugamano, e lui sembra irrigidirsi tutto d'un colpo, rallentare il ritmo del bacio fino a fermarlo completamente.

Fallen from the sky with Grace Where stories live. Discover now