27.

979 59 52
                                    

3/5

Abbraccio il cuscino più morbido del mondo, mentre inspiro il profumo di bucato pulito e la mia mente è in equilibrio precario in uno stato di dormiveglia. Non credo di essermi mai riposata tanto durante le vacanze scolastiche, forse non sono mai stata tanto rilassata in vita mia. Sapere di non dovermi svegliare la mattina alle sette per andare a messa, non essere costretta a passare buona parte della notte sul tetto, insieme a mio padre, mentre fuori si gela e le stelle brillano più che mai, non dover stare attenta in continuazione agli attacchi da parte di mia madre nei confronti di mia sorella Mary, poter finalmente spegnere la testa per qualche ora, è un lusso che non penso darò mai per scontato. Così come il fatto di avere tante energie senza dover fare affidamento sulla caffeina. Non lo ammetterò mai davanti ad Eric, ma fare tre pasti completi al giorno ha portato ad un cambiamento notevole nel mio corpo, e in queste settantadue ore penso di aver davvero preso in considerazione di aprire un pacchetto di Doritos o un barattolo di gelato solo un paio di volte, ed era decisamente più per gola che per fame.

Nel mio stato di semi incoscienza sento la porta della camera degli ospiti aprirsi leggermente, dei passi silenziosi avvicinarsi al mio letto, Eric sedersi sul materasso, accanto a me. Devono essere le sei del mattino, è la stessa storia ogni giorno: si sveglia all'alba per andarsi ad allenare nel campo della Reading High, nonostante il freddo, nonostante il ghiaccio e la neve. Prima di uscire, però, si infila in camera mia e si siede sul letto. Le prime due volte ero talmente stanca da non reagire, oggi sono certa che il mio corpo mi abbia svegliata perchè lo stava aspettando.

Sento il suo profumo non appena i sporge su di me, e faccio fatica a reprimere un sorriso quando un bacio si posa sulla mia guancia. «Continua a dormire, Morland, esco fra un secondo.» sussurra, facendomi capire che si è accorto che sono più o meno sveglia ormai.

Viene preso alla sprovvista, però, dalle mie braccia che gli circondano il collo, che lo attirano più vicino al mio corpo. Sento le sue passare intorno alla mia vita, al di sotto delle coperte, quasi all'istante. Mi stringe contro di sé, mentre il suo viso affonda contro il mio collo, le sue labbra mi sfiorano ancora la pelle. Non me lo immagino: sta inspirando a fondo, quasi stesse cercando di immagazzinare il ricordo del mio profumo. Dato che non abbiamo fatto altro che baciarci per tre giorni, mentre guardavamo un film di Natale dopo l'altro sul divano in sala ogni pomeriggio dopo i suoi allenamenti, Eric sta mostrando un autocontrollo notevole. Un autocontrollo che, personalmente, non mi appartiene.

«Rimani qui.» sussurro stringendo la presa.

Lo sento sorridere contro la mia pelle. «Devo andare, sono già in ritardo.»

«No.» mi lamento nervosa.

Eric sorride ancora di più, mi dà un bacio sul collo e mi lascia andare, mentre il mio stomaco ed il mio cuore cadono sottoterra non appena il suo corpo si allontana dal mio. Rimane seduto sul letto, ma si limita a guardarmi nell'oscurità della stanza, non riesco a decifrare la sua espressione. «Torno per le cinque.»

«Le cinque?» chiedo quasi senza voce. Di solito è qui all'una, pranziamo insieme, passiamo il resto della giornata insieme.

«Domani non mi alleno, oggi devo recuperare.»

«No.» mi lamento ancora, mettendomi seduta troppo in fretta e sentendo la testa girare all'impazzata, il mio corpo mi sta pregando di rimettermi a dormire.

«Tornerò in tempo per andare alla festa, ok?»promette, prima di stringermi la mano al di sopra del copriletto. Non è "ok", il pensiero di non vederlo per così tante ore mi fa sentire fisicamente male, e questa consapevolezza è ancora più terrificante: dopo tre giorni, sono certa di avere una sorta di dipendenza da Eric. Sono convinta però, più che sicura, che sia solo perchè non dormiamo insieme da più di due settimane ormai. Eric si sporge di nuovo, mi lascia un altro bacio sulla guancia e si alza liberando la mia mano dalla sua presa. «Torna a dormire, Luce.» mormora, prima di allontanarsi dal letto ed uscire dalla stanza chiudendo la porta dietro di sè.

Fallen from the sky with Grace Where stories live. Discover now