01. Regola numero uno: in territorio nemico non baciare il nemico.

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Il vialetto dei Garcia è pieno di gente. Anche se è appena l'inizio di settembre tira una brezza gelida che mi fa rimpiangere la mia scelta di vestiti; per lo meno, chiunque altro sembra apprezzare. Annuisco in direzione di chi mi saluta, mentre mi affretto verso l'ingresso e combatto l'istinto di fare retromarcia e tornare indietro, verso l'auto che ho rubato a mia mamma. Sono un'amante del rischio.

Sono anche un'idiota che non sa dire di no. Non ho idea del perché abbia accettato di venire qui, del perché non mi sia inventata una scusa per rimanere rintanata nella mia camera. Non voglio stare in mezzo a tanta gente, soprattutto non dopo il mio rientro a scuola, non dopo tutte le domande a cui ho dovuto rispondere con un sorriso falso ed il cuore stretto in una morsa. Da sola, perché Emily non era al mio fianco ad affrontare il casino che si è lasciata alle spalle. Per lo meno, alla Reading High non sanno niente di quello che è successo, niente della mia estate passata ad uno dei ritiri cristiani proposti dalla mamma, assolutamente niente. Sono in territorio nemico e non sono mai stata più al sicuro.

«Luna!» la voce di Delia risuona per tutta la casa mentre, subito dopo, mi ritrovo stretta in un abbraccio dalla padrona di casa. «Sei in ritardo di tre ore!»

«Dovevo aspettare che mia madre si addormentasse.» rispondo sincera, con un'alzata di spalle. Delia si mette a ridere, sono sicura stia pensando che io sia ironica, non sa che ho passato tutto l'anno scorso affinando la mia tecnica per uscire di casa senza fare il minimo rumore.

La mia amica mi esamina da capo a piedi, una luce di approvazione nei suoi occhi che, per l'ennesima volta, mi confonde. Non ho mai capito se ci stia davvero provando con me, o il suo sia solo un gioco. A dirla tutta, in questo momento non mi importa. Mentre un'altra ragazza attira la sua attenzione, mi guardo intorno cominciando ad avvertire una lieve sensazione di disagio in ogni parte del corpo. Sono in territorio nemico, non conosco quasi nessuno qui.

Cody, il fratello di Delia, fa di tutto per incrociare il mio sguardo. Quando non posso più evitarlo, gli sorrido dall'altra parte della casa e lui mi saluta con un cenno della testa, gli occhi che brillano più di quelli di sua sorella poco fa. Quante volte mi chiederà di uscire quest'anno? Supererà le quattro dell'anno scorso? E soprattutto, gli dirò di sì per disperazione? Per cercare di capire se Emily mi ha danneggiata per sempre, o se c'è ancora speranza per me?

Sento un vuoto allo stomaco al solo pensiero, velocemente distolgo lo sguardo da Cody e lo riconcentro su Delia. «Dov'è l'alcol?» chiedo senza tanti convenevoli.

Ancora una volta ride, mentre mi prende a braccetto e mi conduce verso la lavanderia, una stanza isolata vicino al garage. Noto subito le bottiglie di vetro sparse in giro ed un paio di barili di birra. Le sono grata quando la spilla in un bicchiere per me, ne prendo un sorso senza preoccuparmi del fatto che dovrò guidare per tornare a casa, e la seguo di nuovo verso la sala principale. Sebbene la maggior parte dei ragazzi, e buona parte delle ragazze, siano palesemente contenti della mia presenza, è innegabile che tutti si chiedano cosa ci faccia qui ed è altrettanto innegabile che, in realtà, non lo sappia nemmeno io. Non voglio pensare; per una sera voglio fare finta di non sentirmi tanto sola, come mi sono sentita negli ultimi mesi. È più o meno facile dimenticarsene quando sono a scuola, quando recito una parte davanti a tutti, è più difficile, invece, quando non c'è nessuno accanto a me.

Non appena finisco il contenuto del mio bicchiere, mi dileguo dalla folla e torno verso la lavanderia; i miei occhi si concentrano immediatamente sul barile di birra, il mio corpo si muove in quella direzione senza che nemmeno me ne renda conto. Per quanto Delia l'abbia fatto sembrare facile, però, spillare il liquido ora sembra quasi impossibile: la leva deve essere bloccata.

«No, no, no.» sussurro, mentre continuo a provarci, più testarda che mai.

«È meglio così.» risponde una voce profonda, poco lontano da me. All'istante sussulto e sposto l'attenzione sul resto della stanza, ancora vuota eccetto per una presenza che, sicuramente, non dovrebbe passare inosservata. «Quella roba fa schifo.» continua Eric Haynes, con una lieve alzata di spalle.

Fallen from the sky with Grace Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα