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Una volta Eric ha detto che noi due ci conosciamo da quasi dieci anni. Non ho mai dato peso alle sue parole, al fatto che fossero vere, non mi sono mai voluta concentrare sul fatto che, volente o meno, sono cresciuta accanto ad Eric Haynes. Certo, non siamo mai stati amici, non facevamo parte della stessa compagnia e non frequentavamo nemmeno la stessa scuola, ma in qualche modo è come se fosse stato una presenza costante durante gli anni. Non c'era giorno in cui qualcuno al liceo di New Morgan non lo nominasse, che fosse una ragazza o uno degli altri atleti, Eric Haynes è sempre stato sulla bocca di tutti. Senza rendermene conto ho immagazzinato informazioni su di lui, una dopo l'altra.

Ogni volta che la sua squadra di football vinceva un altro trofeo, quando ha portato Nicole Dell all'homecoming all'inizio del terzo anno, quando suo fratello, il leggendario Matthew Haynes, si è arruolato nell'esercito abbandonando la carriera sportiva e lasciando tutti di stucco, quando Eric ed Isabel si sono messi insieme durante l'ultimo anno, quando era chiaro che presto Eric avrebbe lasciato Reading per scrivere la storia del football.
Ho custodito ogni informazione nella mia mente senza nemmeno farci caso, troppo presa da quello che stava succedendo nella mia vita perché mi importasse davvero qualcosa di quella di Eric Haynes, il quarterback della Reading High che, in totale spirito sportivo e lealtà per la mia scuola, ho sempre considerato il nemico.

Fino al primo anno alla Sterling, quando ho capito che "nemico" non era la parola giusta: Eric Haynes è la mia nemesi. Troppo serio, troppo concentrato, non penso di averlo mai visto ridere davvero se non a mie spese, ignora la gente di proposito quando qualcuno cerca di approcciarlo e, se provi a fare una battuta sarcastica, ti guarda talmente male da farti riflettere sulle tue parole e sul senso della vita. Mi ci sono voluti appena due mesi per bollare Eric come "completamente inavvicinabile" e, da quel momento in poi, ho continuato ad evitarlo, ad ignorare il fatto che fossimo praticamente cresciuti ad un chilometro di distanza e che sapessi molte più cose della sua vita di quante ne sapesse chiunque altro alla Sterling.

Posso considerarmi sotto shock in questo momento, mentre sono seduta ad uno dei tavoli della caffeteria principale del West Campus e, per qualche motivo, sento lo stomaco stretto in una morsa letale che a malapena mi permette di sorseggiare il secondo ed ultimo caffé della giornata. Eric mi conosce bene, perchè se non mi avesse fatto promettere di non cambiare idea, avrei cambiato idea. Mi sembra di starmi cacciando in un guaio più grosso del solito, di essermi lasciata prendere dal momento, distrarre da quei baci ed aver smesso di pensare in maniera razionale. Fare sesso con Eric Haynes, andare a letto con lui, per davvero, sembra un evento epocale e per un attimo mi spaventa e mi fa prendere in considerazione di alzarmi dal tavolo ed allontanarmi da qui, mandargli un messaggio di scuse e poi sparire per sempre, darmi alla macchia, lasciare la Sterling, inviare lettere anonime a LeBron per fargli capire dove sono finita, cambiare nome, identità, abbandonare lo stato di New York.

Ci sono almeno un centinaio di studenti alla Rose House in questo momento, il novanta percento si gira verso l'ingresso non appena la figura imponente di Eric compare oltre le porte a vetri, le apre perfettamente a suo agio, ignorando tutte le attenzioni mentre i suoi occhi verdi esaminano la caffeteria e mi individuano in meno di un secondo. È troppo tardi per scappare.

Cercando di essere discreta, inspiro a fondo ed espiro, mentre Eric si avvicina al tavolo, sposta la sedia di fronte alla mia e si accomoda limitandosi ad un cenno della testa in segno di saluto. Capisco subito che non sono l'unica ad essere nervosa, ne ho la conferma quando evita il mio sguardo e lo concentra sullo zaino che ha posato sul piano in legno, prima di aprire la cerniera e tirare fuori una bottiglia riutilizzabile in plastica scura. Ne svita il tappo e prende un sorso, io faccio lo stesso con il mio caffé, imitando i suoi gesti quasi fossi il suo riflesso. Entrambi posiamo i bicchieri sul tavolo, io incrocio le braccia al seno, lui tiene le mani ferme intorno alla bottiglia. Non posso credere che meno di ventiquattro ore fa stesse cercando di spogliarmi con quelle stesse mani.

Fallen from the sky with Grace Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang