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Ho esattamente dieci minuti per raggiungere l'aula in cui si terrà il laboratorio del professor Thomson e della professoressa Reedley, dopo quei dieci minuti potrò essere considerata ufficialmente in ritardo. Rispondo con un sorriso a chi mi saluta, ma ignoro ogni tentativo di fare conversazione, mentre tengo in equilibrio il mio portatile, il libro della lezione che ho appena lasciato, un caffé da asporto, il cellulare sui cui troneggiano due messaggi di Bea e lo zaino che sembra pesare il doppio dall'inizio dell'anno. Finalmente raggiungo la porta a vetri dell'aula e tiro un sospiro di sollievo nel vederla aperta, nel capire che Thomson e la Reedley non sono ancora qui. Il sospiro di sollievo si dissipa quando noto che l'unico posto libero, ai tavoli quadrati disposti in un cerchio, è accanto ad Eric Haynes. Cerco di nascondere la mia irritazione, mentre raggiungo la sedia e lui rimane concentrato sul suo portatile. In qualche modo mi è passato di mente che oggi avrei dovuto imbattermi in lui.

Mentre la mia facoltà è Psicologia, Eric frequenta Architettura, una laurea del tutto inutile e semplicemente di facciata, visto che è qui alla Sterling con una borsa di studio per il football. È l'asso nella manica dei Big Red da quattro anni ormai. Thomson e la Reedley hanno deciso di organizzare questo laboratorio e di fornire crediti extra a chi l'avrebbe frequentato, in seguito ad un brainstorming durato tutta l'estate. Voglio sorvolare sul fatto che il brainstorming si sia tenuto alle Bahamas e, anche se non è ancora uscito allo scoperto, Thomson e la Reedley sono amanti. Non dovrei saperlo, davvero, ma la gente continua a raccontarmi segreti senza che chieda niente e questa volta non sto parlando di Denise.

Fatto sta che, una volta mandata la richiesta per partecipare, una volta entrata a far parte del corso, ho scoperto dalla mail girata a tutti gli studenti sulla mailing list che anche Eric Haynes aveva fatto domanda. Segno della croce, maledizioni e palosanto bruciato per tutto il dormitorio in un tentativo di pregare l'Universo di fare in modo che non dovessi davvero interagire con lui sono stati inutili: è da due settimane che lunedì e venerdì mi ritrovo qui, nella sua stessa aula, spesso e volentieri costretta a sedermi di fianco a lui quasi tutti gli altri si fossero messi d'accordo per lasciare solo ed unicamente un posto libero: quello accanto ad Eric.

Poso lo zaino, apro il portatile per accenderlo e prendo un sorso di caffé prima di scrivere a Bea che oggi lavoro e in serata ho una classe di danza ad Ithaca con LeBron. All'istante prova a chiamarmi, al che alzo gli occhi al cielo e aspetto che finisca, subito dopo le dico che sono a lezione.

«Sei in anticipo di cinque minuti, sono impressionato.» commenta Eric, costringendomi a posare lo sguardo sul suo profilo: è ancora concentrato sullo schermo del computer, un documento di Word scritto in modo fitto. Mi sorprende che sappia davvero leggere.

«Speravo di trovare più posti liberi e non dovermi sedere accanto a te per le prossime due ore.»

«Ti è andata male.» mormora con un'alzata di spalle. Il mio cellulare vibra ancora, c'è solo una parola per descrivere Bea: insistente. «È Kyle?» domanda Eric, le braccia incrociate, i muscoli che sembrano tre volte più grandi in questa posizione, la sua attenzione ancora dedicata allo schermo. Mi chiedo se stia davvero studiando o la stia usando come una scusa per non guardarmi in faccia e non dare troppa importanza alla mia presenza. «Se è lui non rispondere.»

«È il tuo migliore amico.» gli ricordo confusa.

«Ed è per questo che preferisco che tu non risponda. Lascialo in pace, non è per te.».

Rimango a bocca aperta solo per un secondo, oltraggiata, prima di replicare con il respiro ed il battito accelerato. «Non sono affari tuoi, Haynes.»

«Come hai detto tu, è il mio migliore amico, quindi automaticamente sono affari miei.» l'angolo della sua bocca si alza in un mezzo sorriso soddisfatto, deve sapere che le mie guance sono bordeaux anche se non mi ha ancora degnata di uno sguardo da quando mi sono seduta. «So che eravate insieme ieri: la sua macchina era piena di carte di MacDonald's, ti ha usata come scudo praticamente all'istante.»

Fallen from the sky with Grace Where stories live. Discover now