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I rumori provenienti dalla cucina sono ciò che mi sveglia da un sonno più che profondo. Le mie palpebre, ancora pesanti, si sollevano con una lentezza ridicola, mentre nel buio di una stanza che mi è più che familiare, individuo la finestra e noto che il sole non è ancora sorto. Faccio per cercare il cellulare sul comodino, poi mi ricordo di averlo lasciato a LeBron e sospiro, furiosa con me stessa per essermene dimenticata.

« Luna?» Bea chiama il mio nome dall'altra stanza, io chiudo gli occhi cercando di riaddormentarmi. « Luna, vuoi fare colazione?»

« Solo caffè.» rispondo, il viso premuto contro il cuscino mentre sussurro a me stessa. « Ho solo bisogno di caffè.».

Bea mi raggiunge in camera dopo un paio di minuti, accendendo la luce principale e costringendomi a svegliarmi definitivamente. « Devo andare a lezione.» mi informa, prima di avvicinarsi al letto e porgermi una tazza piena di caffè bollente ed una quantità esagerata di latte.

« Ok.» sospiro contrariata. Bea mi fissa rimanendo in piedi accanto al suo letto, é già vestita e pronta per cominciare la giornata, io a malapena mi ricordo il mio nome. Prendo un sorso di caffè prima di parlare. « Sono fuori dalla porta in due minuti, promesso.»

« Luna.» mi ammonisce, prima di sedersi sul letto accanto a me. « Puoi rimanere qui se non vuoi tornare al tuo dormitorio.»

« No.» sussurro, evitando il suo sguardo.

Bea sospira rumorosamente. « Vuoi dirmi cos'è successo?» chiede per la decima volta. Quando scuoto la testa sembra perdere la pazienza. « Mi hai pregata di portarti a casa con me ieri sera, hai detto che non volevi tornare alla Lynn Hall...»

« Possiamo non parlarne?» la interrompo con la voce che mi trema, uno sforzo estremo per tenere a bada i ricordi. Oggi è un nuovo giorno, e non voglio pensare a quello che è successo ieri. Poso la tazza sul comodino al mio fianco, prima di spostare le lenzuola scoprendo le mie gambe, coperte a malapena da una felpa della padrona di casa. «Mi dispiace averti chiesto di portarmi qui, davvero, è stata un'idea stupida.».

Rivivo le immagini di ieri al locale, di LeBron che mi informa che Bea è appena entrata con delle amiche, di lei che mi sorride gentile e viene a salutarmi, che passa la serata con noi senza nessun dramma, che mi dice che deve tornare a casa presto perchè ha lezione e di me, che la scongiuro di portarmi con lei perché ho il terrore di tornare al dormitorio e rimanere da sola, mentre LeBron mi fissa con gli occhi sgranati non appena lo informo dei miei piani. Non è successo niente, Bea mi ha semplicemente fornito una felpa ed uno spazzolino, prima di costringermi a dormire e a smetterla di scusarmi. Per quanto sia stata comprensiva, però, so che non è giusto. So che non dovrei essere qui e confonderla, quando è da mesi che cerco di farle capire che non potrà mai esserci niente di più di un'amicizia tra di noi. Non ora, soprattutto non ora.

« Vado via.».

Faccio per alzarmi, ma Bea mi afferra una mano costringendomi a rimanere al mio posto, i suoi occhi blu fissi su di me, preoccupati. « Sono seria, puoi rimanere qui se non vuoi tornare.»

« Bea...»

« Siamo amiche, no?» continua decisa. « Se hai bisogno di un posto dove stare puoi rimanere qui.».

Prendo un bel respiro, prima di essere brutalmente sincera. « Non voglio che significhi di più di quello che è, Bea, le cose non sono cambiate da quando abbiamo litigato al mio dormitorio e non credo...»

« Mi sto vedendo con qualcuno.» mi interrompe. La guardo sorpresa, leggermente sospettosa. « Ed è una cosa seria, che probabilmente sto compromettendo avendoti nel mio appartamento, ma se hai bisogno di restare, Luna, puoi farlo. Sono convinta che capirà.»

Fallen from the sky with Grace Where stories live. Discover now