2 ~ Noemi

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Maledetta Canavesana, finalmente smetterò di prenderti tutti i giorni. Treno con vagoni dell'anteguerra che ci fai stipare come sardine, per un'ora e mezza tutti i giorni ti ho dovuta prendere per andare a Torino nel bar dove lavoro ormai da 10 lunghissimi anni e un'ora e mezza per tornare nel mio paesino quasi in montagna..la mia Cuorgné.
Oggi è il giorno zero, ho salutato la mia famiglia, nel vero senso della parola. Basta aiuti economici, basta responsabilità sulle spalle, a 25 anni ho il diritto di fare i conti con la mia di vita. Basta rimorsi, mia mamma non mi ha quasi salutata stamattina e come sempre la colazione me la sono dovuta preparare da sola. Michela mi ha intenerito con i suoi occhi lucidi e il suo sguardo che mi implorava di restare, è rimasta l'unica ragazza in casa e nonostante la sua giovane età, i suoi 15 anni, sarà lei a subire le angherie di un papà con la mano pesante, di una mamma casalinga e nullafacente e per finire 3 fratellini piccoli e irrequieti da accudire praticamente da sola.
Non c'è mai stato spazio nella mia famiglia per lo studio, per il nostro futuro, solo e sempre i nostri genitori al primo posto. Sta facendo la baby sitter tra gli appartamenti dei palazzoni fatiscenti in Via Brigate, purtroppo la misera paga ricevuta, sotto minaccia del Signor Marra mio padre, deve essere lasciata sul tavolo della cucina ogni fine del mese.
- Lo so cosa provi Michela, sappi che non ti volto le spalle, prendo semplicemente in mano la mia vita, non aspettare così tanto, a 18 anni vattene anche tu. Non girarti mai, hai diritto anche tu di vivere appieno la tua vita. Sentiamoci, ti chiamerò spesso, non ti abbandono te lo prometto! - L'ho lasciata con un forte abbraccio e delle lacrime silenziose che mi hanno stretto il cuore.
Siamo quasi alla stazione di Porta Susa e tra poco dovrò prendere la metropolitana e il tram per arrivare all'appartamento, al sogno della mia vita. Non importa se dovrò dividerlo con 3 estranei e neanche che sia alla periferia di Torino, lontano dal Bar dove lavoro con i miei turni massacranti in piazza Vittorio in pieno centro.. sono libera!
Come sempre la gente mi squadra dalla testa ai piedi, i tatuaggi e il mio abbigliamento molto appariscente mi ha sempre contraddistinto. La mia ribellione nasce da lì, non ci faccio più caso e spesso rispondo a tono con il dito medio o con un bel vaff..
Squilla il telefono ed è di nuovo lui, sbuffo
- Andrea che c'è? -
- Ehi come siamo scorbutiche di sabato mattina.. mi manchi bambola. Perché non mi hai permesso di portarti all'appartamento, avremmo passato qualche ora insieme e ci saremmo sicuramente divertiti -
- Andrea forse non l'ho fatto perché non stiamo più insieme da un anno e forse non l'ho fatto perché stai insieme alla tua segretaria da prima che ci lasciassimo.. LASCIAMI IN PACE - Attacco il telefono e mi accorgo di avere l'attenzione di mezzo vagone ma come sempre non me ne importa un fico secco. Per Andrea sono solo un divertimento, un puntiglio, ancora non accetta che ho finalmente anche chiuso con lui e il suo modo di farmi sentire una poco di buono.
Mi sento Fantozzi, sono le 11 e mezza e sono in viaggio da ben 3 ore, arrivata davanti al palazzo mi ricordo che ci sono 3 piani da farsi a piedi. Eh no, adesso citofono e i nuovi coinquilini mi daranno una mano.
Drrr Drrr Drrr - Si? -
Finalmente uno dei due risponde - Ciao! Non so se tu sia Luca o Alessio ma poco importa, muovete il culo qua sotto una ragazza super sexy e stanchissima vi sta aspettando, ci sono 2 valigie strapesanti da portare su -
- Ti mando Alessio.. a dopo -
Dopo 2 minuti vedo raggiungermi un ragazzo piuttosto elegante - Ciao! Sono Alessio, le porto io le tue valigie.. sali pure -
Che tesoro.. appena salgo gliene dico due a quello sfaticato, Luca mi stai già sulle palle.

E nel prossimo capitolo conosceremo proprio lo sfaticato Luca..preparatevi ad odiarlo 😜

Papaveri rossi alla fermata del treno (#1 Book)Where stories live. Discover now