50 ~ Alessio

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Non ci penso neanche ad andare all'appuntamento, Gianluca Berardi ha doppie e indubbie intenzioni, vuole la mia quota dell'azienda e basta.
Gli affari sono affari e non vanno discussi in un pub per gay ma bensì in un ufficio ad una debita distanza di sicurezza, magari con una scrivania tra noi. Che poi non ci credo che sia gay, mi avrà visto sicuramente qualcuno che glielo ha riferito e lui vuole sfruttare la situazione a suo vantaggio.
- Sig. Berardi l'aspetto domani nel mio ufficio alle 9 insieme al mio socio per discutere in modo civile e professionale della sua possibile quota in azienda... buona serata - schiaccio invio.
Più formale di così? Non mi piace, il nostro primo incontro è stato disastroso, gli ho dato una seconda possibilità e domani mi armerò di molta calma, è tutto quello che posso fare nei suoi confronti, niente di più.
- Come siamo seri e distaccati... ho capito l'antifona. A domani Sig. Tancredi e... buona serata anche a lei - il suo messaggio di risposta non tarda ad arrivare.
Oh bene... sono sollevato, lo comunico subito anche a Michele che ne sarà sicuramente contento, lui vuole concludere molto più di me, spero solo non venda la sua quota per intero, i soldi a lui fanno più gola che a me.
Sento il desiderio di incontrare Marco, sono due giorni che non ci vediamo, prima io con il lavoro e i miei straordinari poi lui che non si fa trovare al suo appartamento, ci sentiamo poco al telefono, non è un tipo da messaggini romantici e un po' mi dispiace.
Sotto la camicia indosso la maglietta che mi ha regalato l'altra settimana 'touch me' è un chiaro invito no?
Sono davanti alla porta di casa sua e suono senza esitazione - Salve lei chi è? - quello che mi viene ad aprire non è Marco, sarà il padre e adesso che gli dico.
- Pà è un mio amico... Ale entra - Marco mi salva in corner ma penso di essere diventato bordeaux e suo padre mi guarda incuriosito.
- Buonasera... disturbo? Magari passo in un altro momento... -
Marco mi tira per un braccio - Pà noi andiamo in camera... chiamaci quando è pronto -
Mi sento così in imbarazzo, in camera e da soli, cosa penserà?
Neanche entrati in camera che mi scaraventa sul suo letto - Non fare quella faccia, mio padre è di ampie vedute e... sì all'inizio non l'ha presa bene e non mi ha parlato per un po'... adesso ha capito, tranquillo -
Inizia a sbottonarmi la camicia ma io sono troppo in soggezione - Ehi chiudi almeno la porta! - sbuffa e fa come gli ho detto.
Mi continua a spogliare e appena scopre la sua maglia non resiste e me la strappa, mi eccita tanta irruenza. Mi inizia a leccare uno per uno tutti gli addominali che tanto adora e purtroppo non si limita a quelli, scende più in basso, troppo in basso.
- Sei pazzo?! Rischio di mettermi a urlare e tuo padre è solo a pochi metri dalla tua camera! -
Mi alzo di scatto e mi metto seduto, Marco alza gli occhi al cielo - Allora come si fa? Abbiamo evidentemente un problemino entrambi - indica la patta dei suoi pantaloni e i miei boxer gonfi.
Sono io a sbuffare questa volta, lui se la ride - Doccia? Bella fredda che ne dici? -
Toglie il mio ultimo indumento e alza le braccia in attesa che lo spogli, questa volta non mi tiro indietro.
Rischiamo di farlo nella doccia, altro che calmare i bollenti spiriti - Ragazzi la cena è pronta... vi aspetto di là - Oddio si sarà accorto della porta chiusa a chiave?
Usciamo dalla doccia e mi asciugo minuziosamente, cavolo i capelli... non posso presentarmi con i capelli bagnati!
Marco mi passa il phon e ne approfitta per mettersi la mia camicia - Tieni... mettiti la mia felpa, devo pur avere qualcosa di tuo no? -
Oramai non faccio più caso alla sua sfacciataggine ed evitando lo sguardo del padre mi avvio in cucina, non spiace neanche a me indossare qualcosa di suo anche se mi sta un po' troppo aderente, Marco è più asciutto rispetto a me.
- Finalmente! Io comunque sono Alessandro - mi porge la mano e sono costretto ad alzare lo sguardo per presentarmi e cerco di essere il più tranquillo possibile.
È un bravo cuoco e riesco quasi a sentirmi a mio agio quando - Lo sai pà? Ale era un mio insegnante - quasi mi strozzo con il boccone di pasta e Marco inizia a battermi sulla schiena.
- Ah però, non ci sono più i professori di una volta - ride Alessandro ed io vorrei solo sprofondare dalla vergogna.
- Mi sono dimesso non appena ecco... abbiamo iniziato a... frequentarci -
- Tranquillo ho smesso di giudicare mio figlio da un po' di anni, vorrei solo mettesse la testa a posto e si diplomasse prima o poi! -
- Pà lo sai che la scuola non fa per me... -
- Se non ti diplomi neanche quest'anno lo sai che ti toccherà venire a vivere con me in Germania.. non posso continuare a pagare due affitti, là c'è la mia nuova compagna... il mio futuro che potrebbe essere anche il tuo! -
Marco sbuffa e abbassa lo sguardo quando mi giro verso di lui, Germania... e quando pensava di dirmelo? Io mi sto innamorando di lui e lui forse se ne andrà in Germania?

Marco non gliel'aveva detto in effetti 🙄

Papaveri rossi alla fermata del treno (#1 Book)Where stories live. Discover now