38 ~ Alessio

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La luce filtra dalla serranda semiaperta, ma quant' è fastidiosa, non riesco ad aprire la palpebra destra e neanche quella sinistra, ho un cerchio alla testa che non riesco neanche a pensare a quanto ho bevuto ieri sera.
A malapena riesco a mettere a fuoco l'orologio sul mio polso, ma come? Le 9?!
Scendo dal letto ma le lenzuola sono così aggrovigliate che casco malamente per terra, dovevo essere a scuola e alle 8 per giunta.
Cerco disperatamente il telefono, devo avvertire la scuola... ma che figura! Ecco, trovato sotto il comodino e non ho la minima idea di come ci sia finito.
- Pronto sono il professor Tancredi e avevo lezione alla prima ora nella 5A... ecco ho avuto un imprevisto e sono spiacente ma non posso.. ah c'era il supplente, bene... mi scuso ancora, non capiterà mai più... arrivederci -
Ah! Mi prenderei a calci da solo, andare ad ubriacarsi di domenica sera, sapendo che il giorno dopo avrei avuto lezione alle 8, non mi riconosco più.
Tutta colpa della batosta che mi hanno inflitto i miei genitori, sono stato a vegetare a letto sia sabato che domenica e ieri sera mi sono costretto ad uscire per annegare lo schifo che sto provando con una vodka scadente in un bar qua vicino ancora più scadente.
Mi costringo a chiamare la mia amatissima segretaria, non mi va di andare a lavoro e a ricordo non ho appuntamenti così importanti quest'oggi. Farò lo sfaticato tutto il giorno e mi piangerò addosso ancora, domani però si ricomincia, costi quel che costi metterò le mie delusioni da parte e tornerò ad essere lo stacanovista di sempre.
Mi rimetto sotto le coperte ma prima devo assolutamente togliere quel fascio di luce che arriva dalla finestra, voglio il buio completo per cercare di chiudere gli occhi e dimenticare.
Driiiin.... driiiinn... e cos'è questo rumore adesso? No il campanello no, meglio far finta di niente si stancheranno e se ne andranno, sarà sicuramente qualcuno per Noemi.
Driiiiiiiiiiiinnnn... no vabbè attaccarsi così è da disgraziati, adesso scendo e chiunque sia mi sentirà.
Mentre mi avvio alla porta il suono non accenna a smettere ed io ho avuto solo il tempo di mettermi un paio di pantaloni della tuta
- Ma si può sapere che cavolo... -
Rimango a metà del discorso perché la persona che mi trovo davanti è l'ultima che mi sarei mai aspettata di vedere - Marco?!  Che ci fai qui? -
- Il prof Tancredi che salta la scuola è stato un evento imperdibile... proprio oggi che avevo deciso di tornare e poi vengo qua e ti ritrovo mezzo nudo alla porta... wow che ti è successo?-
Senza invito entra come se niente fosse e nell'oltrepassarmi lascia per troppi secondi la sua mano sinistra sui miei addominali, non è per niente casuale e non mi sfugge il suo sguardo malizioso.
Ho come il presentimento che questa sua visita avrà dei risvolti al quanto imprevedibili e non so se sono pronto, sono ancora così confuso e l'alcol non è proprio un buon amico in questo momento.
- Allora... dalla faccia direi che hai avuto una nottata molto agitata, perché non mi offri un caffè e me ne parli? -
- Non ne ho nessuna voglia e... ok vada per il caffè, in effetti non ho fatto colazione stamattina -
- Ma quante ore hai dormito? Sono le 3 del pomeriggio... oh il mio sexy prof, con quei capelli arruffati e i pettorali in bella vista direi che sei piuttosto invitante -
Scende dallo sgabello e si avvicina senza fretta dall'altra parte del tavolo, troppo vicino a me, maledettamente troppo vicino al mio viso.
Sfiora le mie labbra - Non sai quanto mi sono mancate queste labbra carnose, anche se mi devi delle scuse per come mi hai fatto andare via l'ultima volta mi tentano... e anche tanto -
Sono io ad azzerare le distanze e mi avvento sulle sue di labbra, forse così mi posso far perdonare o forse semplicemente non vedevo l'ora di farlo dall'ultima volta che ho sentito il suo sapore dentro la mia bocca.
Ci avvinghiamo in modo rude ed animalesco e non mi sfuggono le sue mani su quasi tutto il mio corpo e mi ritrovo a non vergognarmi per la mia erezione dirompente, mi sorride Marco perché è quello che voleva.
- Direi che il caffè può aspettare - mi ero dimenticato del caffè in effetti, Marco spegne il fornello e in modo semplice e dolce mi porge la mano indicandomi la mia camera al piano superiore.
Mi irrigidisco perché ok l'alcol e ok che Marco mi fa sempre un certo effetto ma non sono per niente pronto al sesso.
- Ehi tranquillo... ci divertiremo un po', tutto qui -
Mi accarezza la guancia e giunti in camera inizia a spogliarsi non prima di aver alzato un po' la serranda per vederci il giusto, lo faccio anch'io ma... lui toglie anche i boxer ed io non so che fare, in un momento di coraggio ed estrema curiosità nel superare i miei limiti li tolgo anch'io.
Si intrufola sotto le coperte e mi fa segno di raggiungerlo, ci abbracciamo e baciamo dolcemente.
Le nostre mani e le nostre bocche ci scoprono e ci avvolgono in posti inesplorati ma così eccitanti, grazie Marco perché non solo con te riesco a spegnere il cervello sugli eventi devastanti degli ultimi giorni ma perché con te riesco ad essere ancora più sicuro e consapevole della mia vera e indiscussa sessualità.

Fuoco e fiamme nella camera di Alessio 🔞🔥

Papaveri rossi alla fermata del treno (#1 Book)Where stories live. Discover now