34 ~ Alessio

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Non posso nascondere l'agitazione stamattina, ho una brutta sensazione ed ho passato la notte in bianco, non che sia una novità ultimamente. L'altro giorno mi sono sentito un verme quando Noemi mi ha scoperto con Marco a baciarci, non sicuramente per lo sguardo sorpreso e comprensivo di Noemi ma per come ho malamente mandato via Marco.
Gli ho borbottato un vattene via agitato ma piuttosto risoluto, lui ha avuto solo il tempo di lanciarmi un'occhiata di delusione per poi andarsene sbattendo la porta d'ingresso.
Noemi ha cercato di farmi ragionare convincendomi a rincorrerlo ma io come una statua non sono riuscito a muovermi e a proferire parola. Ho passato ore e ore a rigirarmi nel letto colpevole quella notte e quelle a venire, non è stato tutto vano però... ho deciso, oggi farò coming out sia in ufficio che in famiglia.
Ieri ho sentito mamma dopo settimane di silenzio, l'ho sentita piacevolmente colpita dalla mia chiamata, lei e papà mi aspettano stasera per cena come era consuetudine del venerdì sera fino a qualche tempo fa, stasera lancerò la bomba e devo armarmi di tutta la forza possibile per uscirne indenne.
Sto scendendo le scale e come sempre il mio sguardo si sofferma sulla porta di Marco, questa settimana non è venuto a scuola, è sicuramente molto arrabbiato con me e ne ha tutte le ragioni. Vorrei avere il coraggio di suonare alla sua porta ma oggi è già una giornata impegnativa per ottenere un rifiuto anche da parte sua.
In ufficio appena entrato Alice e la sua minigonna quasi inesistente mi accolgono, non potevo sperare in un buongiorno migliore, alzo gli occhi al cielo.
- Ma buongiorno! Vuole un caffè? Dia pure a me il suo cappotto - È sempre così servizievole e melliflua mi dà il voltastomaco e di prima mattina non è il massimo.
- Avverta il Sig. Mancini  che lo voglio incontrare, è piuttosto urgente - sarà il mio socio Michele a sapere per primo della mia omosessualità, lo trovo intelligente e sempre molto realista nonché amico di vecchia data.
Dopo pochi minuti Michele fa capolinea nel mio ufficio - Buongiorno! A cosa devo questo invito? Spero non sia una grana lavorativa, vorrei concludere bene la settimana visto che tra qualche ora parto per un bel week end in montagna con la mia dolce metà -
Nel dirlo gli brillano gli occhi, è sempre stato innamorato di Sonia, sua moglie, si conoscono da quando sono bambini e si sono sposati un anno fa, ho sempre invidiato il loro amore corrisposto e così forte nonostante siano passati tanti anni.
Inizio a camminare avanti e indietro senza sosta, non so da dove cominciare - Ehi la vuoi piantare! Siediti, mi stai facendo venire il mal di testa, qualsiasi cosa mi devi comunicare prometto di non arrabbiarmi -
- Non so come dirtelo, ci conosciamo da 5 anni e abbiamo iniziato e portato avanti con orgoglio e con successo la nostra avventura lavorativa insieme. Ci siamo visti anche al di fuori, a cene non solo lavorative e penso di potermi definire tuo amico e tu lo sei sicuramente per me... ecco io se fossi nei tuoi panni in qualità di mio amico avrei voglia, anzi il diritto di sapere cosa sta succedendo al mio amico e collega... Michele io... -
- Non mi dire che ti sei finalmente innamorato! Dopo anni da single convinto, era ora! Te lo meriti Ale... chi è il fortunato? -
Come chi è il fortunato? Michele mi osserva con un ghigno rassicurante - Ma Ale secondo te non me ne ero accorto della tua omosessualità? A dire il vero è stata Sonia per prima a farmelo notare anni fa e adesso che finalmente ti sei deciso a parlarne, beh sei invitato insieme al tuo compagno una sera a casa nostra... quando lo saprà Sonia farà i salti di gioia! -
Sono piacevolmente colpito, in nessuna mia più rosea previsione avrei mai pensato Michele potesse averlo intuito, non mi resta che abbracciarlo fraternamente, sono senza parole.
- Ti chiederei la cortesia di essere tu a dirlo ad Alice, non sopporto più le sue insistenti avances... anche se così facendo mi perderei la sua faccia dopo la rivelazione -
- Sverrà di sicuro ma tranquillo è un compito che assolverò molto volentieri, non l'ho mai sopportata quell'oca -

Sono le 19 e mi avvio verso casa dei miei, niente ritardi stasera e mi metto già l'anima in pace se con Michele stamattina è stata una passeggiata con loro stasera sarà un inferno, la mia brutta sensazione è tornata a farsi viva stringendomi lo stomaco.
Il tempo di parcheggiare vicino alla macchina di papà che Anna mi corre incontro, ho proprio bisogno del suo conforto in questo momento.
- Oh Alessio finalmente! I tuoi genitori sanno essere duri e rigidi ma ricordati che in fondo ti vogliono un gran bene... proprio come me, bentornato! -
L'abbraccio di Anna è forte e così rassicurante, mi permetto di lasciarmi cullare ancora qualche minuto, sto tardando la freddura di questa gelida serata.
All'entrata mamma mi accoglie con un sorriso che è di buon auspicio, nessun abbraccio ma una semplice carezza sul braccio, non sia mai che dimostri un po' di cuore ogni tanto. Papà è già seduto in sala da pranzo e mi accenna un saluto con la mano senza neanche sforzarsi di alzarsi per venirmi incontro, deve essere ancora arrabbiato dopo l'infelice ultima cena.
La cena inizia e prosegue in un silenzio piuttosto snervante, Anna tra una portata e l'altra mi sorride e mi fa l'occhiolino cercando di farmi sentire a mio agio, con scarsi risultati.
- Alessio siamo molto dispiaciuti del tuo comportamento tenuto l'ultima volta, ci aspettavamo delle scuse che non sono mai arrivate.. - cerco di parlare quando mamma mi zittisce con una mano in aria e prosegue - So che mi hai chiamata e apprezzo il gesto, ciò non toglie che non basta. Il prossimo venerdì saranno di nuovo nostri ospiti i Bollani con Sara e sei pregato di fare le tue pubbliche scuse in quell'occasione -
Il sangue mi ribolle nelle vene ed è arrivato il momento di fare la mia confessione
- Mamma... papà... c'è un motivo perché sono qui questa sera e non sono certo le mie scuse ma sorvolerei su quell'argomento perché ne ho un altro che mi sta più a cuore e urge la vostra più totale attenzione -
Tutti e due mi guardano attoniti e smettono di mangiare improvvisamente - Pensavo l'aveste notato dal mio comportamento dettato da anni di solitudine e rare per non dire inesistenti frequentazioni femminili. Io non starò mai con Sara e nessun'altra ragazza che mi presenterete in futuro perché... io sono gay e sono fiero di esserlo! -
Si susseguono attimi di silenzio e sgomento, mamma continua a fissarmi terrorizzata senza dire una parola ed è papà a stupirmi. Si alza improvvisamente e prende tutto il coraggio che ha sempre lasciato a mamma negli ultimi anni - Mi hai appena deluso come papà e come uomo, nessun Tancredi degno di questo nome avrà mai frequentazioni dello stesso sesso né in questa casa né al di fuori. Per me non sei più mio figlio e ti chiedo di uscire da questa casa e di non tornarci fin quando non tornerai in te e la farai finita con queste assurde insinuazioni! -
Finisce in un urlo papà e fa male, fa veramente male il suo rifiuto anzi il suo abbandono.
Mamma mi guarda inorridita ma leggermente compassionevole, non pronuncia una parola e sono io a concludere questa patetica cena
- Addio sono io a dirlo, non merito dei genitori come voi e sono io a non voler più tornare in questa casa! - Mi volto e passeggiando lentamente verso l'uscita mi accorgo con estrema delusione che nessuno mi insegue per fermarmi, quando sono in macchina una lacrima si abbandona sulla mia guancia destra e con la coda dell'occhio intravedo Anna in lacrime che mi saluta dalla porta di servizio.
Mi aspettavo resistenza da parte loro ma non una rinuncia così completa nei miei confronti, ho il cuore irrimediabilmente ferito e in mille pezzi.

Povero Alessio... finalmente ha fatto coming out ma la famiglia è stata così crudele 😰💔

Papaveri rossi alla fermata del treno (#1 Book)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora