61 ~ Marco

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Ripenso a quello che è successo ieri sera...

Ed io ripenso a quel fottutissimo messaggio e a quei 3 puntini di sospensione. Sto impazzendo, meno male che se n'è andato, altro che biblioteca e altro che studio per il diploma. Ho voglia di spaccare tutto e di bere e fumare fino a stordirmi, non ci sono alcolici in casa... cazzo!
Pà li trova sempre ogni volta che torna e me li butta, per fortuna ho una riserva di erba nascosta dentro la tasca dei jeans che non uso quasi mai, quella non me la toglie nessuno.
Mi fremono le mani, ho una voglia di spaccare qualcosa per non dire il muso a qualcuno.
Non mi ha detto niente Ale e quando mi ha raccontato del suo nuovo collega ho capito che non voleva parlarne, che non vedeva l'ora di cambiare discorso. Io avevo fiducia in lui, cazzo! Ci credevo in noi, la sua innocenza e inesperienza mi hanno fatto ben sperare, con lui potevo costruire qualcosa, più di un po' di sesso e via, molto di più.
E adesso? Non ho voglia di vederlo, no mi farebbe incazzare ancora di più - Non esco stasera Ale... non sto bene. Ci sentiamo domani- mando il messaggio e spengo il telefono, non ho voglia di sentirlo, mi deve stare alla larga, lui e le sue bugie!
Sono alla quarta canna e sono sfatto, gli occhi bruciano e la testa è andata. Quello che volevo, non pensare più a niente e annientare ogni briciolo di buon senso. Mi butto sul letto e sento in lontananza il campanello suonare e risuonare, una nenia che mi fa solo mettere la testa sotto il cuscino e sperare di cadere in un sonno lungo e senza fine.

Riapro gli occhi, anzi cerco di riaprire una palpebra per volta ed è dura, durissima ma devo alzarmi, chissà che ore saranno. Riaccendo il cellulare e ho 20 messaggi di WhatsApp e 10 chiamate, tutti suoi. Non li leggo, che si fotta, osservo l'ora ed è già mezzogiorno, sono 4 giorni che non vado a scuola, altro che diploma a fine anno.
Dopo una doccia veloce decido di uscire, ho voglia di andare in palestra, quella abusiva dietro la scuola, voglio mettermi i guantoni e dare tanti pugni su quel sacco fino a farlo staccare, troppa adrenalina accumulata che devo togliermi di dosso.
Il tempo di varcare la porta che lo vedo seduto sull'ultimo gradino delle scale, ma che ci fa lì? Non lo voglio vedere, cerco di sorpassarlo con fin troppa calma - Ehi! Mi hai fatto preoccupare, non rispondi ai messaggi né alle telefonate... che hai? -
Mi prende per il braccio, non mi toccare Ale potrei esplodere - Non mi vedi? Sto bene, adesso devo andare - a passo svelto scendo le scale.
- Marco fermati, dobbiamo parlare - mi arresto, finalmente mi parlerà di cos'ha fatto l'altra sera e magari con chi!
- Non qua... andiamo in un bar o... magari a casa tua -
Sbuffo ma gliela voglio dare questa possibilità e spero solo non sia la mia peggiore ipotesi.
- Ok, saliamo - lui mi segue come un cagnolino ed ha la testa bassa, l'ha combinata grossa cazzo, lo so.
Entrati in casa evito i convenevoli e con ancora la giacca di pelle addosso mi posiziono davanti a lui con le braccia incrociate - Allora, cosa mi devi dire? -
- Non mi rendi le cose facili così... io devo dirti una cosa di cui mi vergogno ma... mi prendo tutte le responsabilità... io - inizio ad andare avanti e indietro nell'appartamento e mi passo nervosamente le mani sui capelli ancora bagnati.
- Vai avanti Ale, non ti fermare! - quasi urlo.
- Ti ricordi che ti ho parlato del mio nuovo collega, Gianluca Berardi... ecco... dopo cena lui stava suonando il piano al bar dell'hotel ed io -
- Te lo sei scopato?! - questa volta urlo.
- Aspetta fammi finire, dopo sono salito in camera e lui -
- Cazzo rispondi alla mia semplice domanda Ale! TE LO SEI SCOPATO? SI o No?! -
Si mette le mani nei capelli e si appoggia al tavolo in cucina - Si - la voce è debole ed è quasi un sussurro ma io l'ho sentito, cazzo se l'ho sentito.
Tiro un pugno sul muro davanti a me, forte e potente tanto da lacerarmi le nocche della mano ed il sangue inizia a fuoriuscire.
- Oddio Marco ti sei fatto male? Fammi vedere-
- Vattene Ale, stammi alla larga -
- Ma io... ti devo spiegare, per me non è stato importante io amo te Marco -
- Zitto, stai zitto! Non ti permettere di pronunciare quelle parole che nemmeno conosci! Lo sapevo che non mi dovevo fidare, lo sapevo! - neanche me ne accorgo di averlo preso per la camicia e sbattuto al muro, piange Ale ed io vorrei solo spaccargli quella dannatissima faccia da lurido traditore che ha.
- Vattene Ale, non te lo dico più! Potrei farti veramente del male e nonostante tutto il male che mi hai fatto sarebbe l'ultima cosa che vorrei -
Continua a piangere ma finalmente si dirige verso la porta - Non mi lasciare Marco, ti prego dammi un'altra possibilità -
Mi giro dall'altra parte e quando la porta si richiude dietro di lui sono le mie lacrime a scendere lungo le mie guance, lacrime di rabbia, di delusione e di sofferenza.
Devo mettere distanza fra noi, devo capire quello che provo io, sono troppo intensi i miei sentimenti verso di lui e troppo cocente la delusione. Prendo il telefono e cerco di darmi un contegno, tolgo le ultime lacrime con il dorso della mano e faccio partire la chiamata.
- Pà? Sono io... sì sto bene tranquillo. Ascolta ti devo chiedere una cosa... io...vieni a prendermi ho deciso di venire a vivere in Germania con te-
Le lacrime ricominciano a sgorgare e non riesco a fermarle - Pà lasciami finire poi ti spiego tutto, ho bisogno di andarmene. Preparo tutto, tu riesci a venire domani? Te ne prego -
Mi capisce e lo sa che è successo qualcosa di grosso, io non piango mai cazzo!
- Grazie pà a domani -
Devo mettere distanza fra noi, forse per tornare o forse per dimenticare.

Those Ocean Eyes... 😢

Papaveri rossi alla fermata del treno (#1 Book)Where stories live. Discover now